Truffa su fondi ministeriali e fatture false: sequestri nel casertano

di Redazione

Guardia di FinanzaCASERTA. I finanzieri della tenenza di Capua (Caserta) hanno eseguito un decreto di sequestro nell’ambito delle indagini riguardanti l’illecita percezione da parte della S.Co.In, società operante nel settore manifatturiero, …

… di fondi elargiti dal ministero dello sviluppo economico per la creazione di un “nuovo impianto” a San Tammaro (Caserta), in località Ponticelli, area Pip, per 1 milione e 292mila euro.

Il provvedimento è a carico di: Domenico Perillo, 63 anni, Lidia Almerico, 61, Alessandro Perillo, 36, Teresa Perillo, 35, e Mario Violante, 44, tutti residenti a San Tammaro. Secondo le risultanze investigative, la S.Co.In aveva percepito indebitamente, quale prima quota per 237.481 euro, contributi pubblici nazionali e comunitari, nonché richiesto alla banca concessionaria di perfezionare la percezione della seconda e ultima tranche non percepita, anch’essa ammontante a 237.481 euro.

Domenico Perillo, amministratore della società, nel richiedere le erogazioni delle quote di contributi pubblici, includeva tra la documentazione amministrativa-contabile attestazioni di pagamento effettuate nei confronti di un fornitore, le cui relative fatture risultavano di fatto inesistenti. Inoltre, l’indagine ha evidenziato che Perillo, in concorso con gli altri indagati, nel periodo tra il 1 marzo 2004 al 22 giugno 2005, ha eseguito apporti di mezzi propri per oltre 800mila euro. Apporti che, secondo gli inquirenti, consistevano, in larga parte e di fatto, in mere operazioni di giroconto avvenute tramite l’indebito reimpiego della somma ottenuta, quale fittizio pagamento di fatture per operazioni inesistenti emesse dal maggior fornitore.

Ma gli investigatori ritengono che l’attività illecita sia stata posta in essere anche dall’altro socio della S.Co.In, Lidia Americo, dai figli dello stesso amministratore, Teresa Perillo e Alessandro Perillo, e da Mario Violante, rappresentante legale della “Violante Costruzioni”, principale fornitore ed emittente di fatture alla S.Co.In. I pagamenti di Violante venivano riversati in contati o girati direttamente a favore del traente, sul conto corrente intestato alla S.Co.In, oppure sui conti di Domenico Perillo e Teresa Perillo, o a mezzo cambio assegni alla cassa, effettuati da Violante con clausola “per conoscenza e garanzia”.

Sembra che Violante versasse in una condizione economica difficile e gli altri indagati ne abbiano approfittato, costringendolo, nel complesso, ad emettere nei confronti della S.Co.In fatture per operazioni inesistenti per oltre 500mila euro ed Iva per oltre 100mila euro.

I sequestri hanno riguardato: un immobile industriale sede della società, in località Ponticelli, compresi macchinari e attrezzature, per un valore di circa 1 milione e mezzo di euro; beni per un valore di 474.962 euro corrispondenti al totale del contributo ottenuto; il conto corrente della società e quelli intestati a Perillo e figli.

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