Reggia, Cisl e Uil: “Le Istituzioni tollerano gli abusivi”

di Redazione

 CASERTA.“Non vogliamo alimentare polemiche sulla sicurezza all’interno della Reggia, soprattutto con le forze dell’ordine che hanno di sicuro problematiche molto più impellenti rispetto a quelle dei venditori abusivi”.

Lo sottolineano i segretari provinciali di Cisl-Ust, Luigi Onofrio Pastore, e Uil-Bac, Rosa Glorioso. “Rispetto alla nota del presidente dell’Associazione Nazionale funzionari di Polizia Pasquale Manzo va comunque chiarito che i dipendenti della Soprintendenza hanno la qualifica di ‘Agente di P.S.’ ma non è una qualifica di polizia giudiziaria, come emerge dal decreto rilasciato dal Ministero degli Interni e da ciò scaturisce anche il non percepimento di alcuna indennità retributiva di pubblica sicurezza”.

Chiarito questo, ciò che la Cisl Fp e Uil Bac hanno voluto mettere in evidenza in questi giorni è la necessità di un’organizzazione diversa per arginare il fenomeno dei venditori abusivi adottando alcune soluzioni individuate due anni fa in sede prefettizia.

“Ricordiamo che in quella sede – continuano i segretari – si decise di realizzare una biglietteria esterna (così come è stato fatto il 1° maggio), dei tornelli per gestire l’afflusso dei visitatori,tenendo anche presente che la Reggia non è solo un Museo Nazionale di grande prestigio ma anche sede di una serie di Uffici Pubblici (Ept – Scuola Superiore P.A. – Aereonautica militare, pro-loco e prossima apertura del Rettorato) il cui ingresso alla Reggia non è selezionato, per cui qualsiasi struttura locata prima di questi uffici e dell’ingresso al Parco e al Museo è praticamente zona franca. Vogliamo a questo punto capire quale sia la differenza che passa tra un venditore abusivo che si trova all’ingresso degli androni e uno che insiste all’esterno della Reggia. A quanto pare, la problematica non riguarda le forze dell’ordine né i dipendenti della soprintendenza, ma invero le Istituzioni che governano il nostro territorio, che tollerano il fenomeno ed esprimono dunque una non volontà politica alla risoluzione di tale questione”.

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