PERUGIA. “Non sono le mele ad essere marce ma il cesto”: con questa metafora il segretario del Pd, Pieluigi Bersani, commenta le inchieste in corso sui grandi eventi.
Domenica mattina, nel corso della marcia Perugia-Assisi, Bersani ha detto che “un sistema di regole volutamente sbagliate ha consentito deroghe alla normativa europea sugli appalti, aprendo un’autostrada alla corruzione”. Parlando con i giornalisti, Bersani ha espresso “la speranza che le inchieste su queste vicende vadano fino in fondo: anzi, sono certo che la magistratura lo farà. Sono meno certo che lo farà il Governo”.
BERSANI: “VIA BERTOLASO E COSENTINO”. Bersani, poi, torna a chiedere le dimissioni immediate del sottosegretario con delega alla Protezione civile, Guido Bertolaso. “Bertolaso – ha detto – si dovrebbe dimettere per il buon nome della Protezione civile, che è una cosa straordinaria e che va messa al riparo dai dubbi. Già da tempo doveva essere avvenuto – ha continuato Bersani – per non lasciar la Protezione civile in questa situazione ambigua e difficile”. A proposito del disegno di legge anticorruzione, Bersani ha osservato che “ora dicono di volerlo rafforzare. Benissimo. Lo voglio credere: se Berlusconi potesse far dimettere intanto qualche sottosegretario che ha lì in giro, sarebbe già una misura anticorruzione. Andiamo un po’ al concreto, di chiacchiere siamo stanchi”. Sollecitato a fare dei nomi dai giornalisti, Bersani ha parlato, a questo proposito, oltre che di Bertolaso, anche del sottosegretario Nicola Cosentino, destinatario di una richiesta di arresto per presunte collusioni con la camorra. Richiesta respinta dalla Camera ma confermata dalla Cassazione.
NAPOLI (PDL): BERSANI PUNTA A QUALCHE MISERABILE VANTAGGIO”. “I cromosomi del Pd sono davvero impermeabili a qualsiasi fremito liberale in materia di giustizia. Bersani ha pronunciato parole di condanna contro tutto il centrodestra. Per lui non ci sono singole mele marce perché marcio sarebbe tutto il cesto. Amen”. Lo afferma il vice presidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli. “Alla faccia del garantismo, – prosegue – in barba alla presunzione di innocenza di ogni indagato finché non intervenga un giudizio di condanna definitivo. Bersani conferma che come occorrono sette generazioni per fare di un comunista un democratico, non ce ne vogliono di meno per trasformare un giustizialista in un garantista”. “Il cinismo e l’irresponsabilità – conclude Napoli – spingono il segretario del Pd a cercare la destabilizzazione del quadro politico, pur in presenza della grave crisi finanziaria innescata dal debito della Grecia. Al segretario del Pd non sembra vero di poter soffiare sul fuoco e alimentarlo nella speranza di trarre un qualche miserabile vantaggio per la sua parte. Dei problemi del Paese e delle soluzioni a cui tutti dovrebbero concorrere, ciascuno per la propria parte, a Bersani e al Pd non importa un fico secco. Come del resto ben sanno gli italiani”.
ORLANDO (IDV): “BERTOLASO DEVE DIMETTERSI”. “Il sistema di corruzione dilagante che, giorno dopo giorno, continua ad emergere dagli scandali sul G8 mostra un sistema vergognoso attraverso il quale la Cricca si è auto-alimentata. Davanti a questo scenario desolante, l’unica soluzione possibile è che Guido Bertolaso rassegni immediatamente le sue dimissioni”. Lo afferma in una nota il portavoce nazionale dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. “E’ assurdo – aggiunge Orlando – che con assoluta nonchalance egli continui a ricoprire un incarico tanto delicato quale quello di Capo della Protezione Civile. E’ enorme, inoltre, la responsabilità morale che Bertolaso ha nei confronti dei cittadini. Quegli stessi cittadini che ha beffato con le sue bugie quando ha cercato goffamente di difendere l’indifendibile. Le sue omissioni e i suoi comportamenti pesano come macigni e a Bertolaso non resta che rispondere ad un unico obbligo: dimettersi immediatamente. A questo punto, ci auguriamo che, non avendo avuto rispetto per gli italiani, Bertolaso abbia almeno rispetto per i tanti volontari e i tanti vigili del fuoco che, nonostante la Cricca, hanno continuato instancabilmente a fare il loro dovere”.
ROTONDI: “IL GOVERNO NON HA NULLA A CHE FARE CON LA CRICCA”. “L’attuale governo con la cosiddetta cricca non ha “niente a che vedere” e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è sempre stato ‘intransigente’ nei confronti dell’illegalità. Così il ministro per l’Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi. “Con la ‘cricca’ – spiega – non abbiamo niente a che vedere, perché l’inchiesta non tocca l’azione di questo governo, né i suoi protagonisti. Piuttosto l’inchiesta coinvolge persone con entrature che risalgono alle responsabilità precedenti alle nostre. Berlusconi è intransigente e direi anche intollerante nei confronti dell’illegalità. Quando c’é da assegnare qualche incarico la frase che ripete è sempre ‘purche’ siano capaci e non rubino, non conta la provenienza”. E, sulla richiesta di dimissioni di Bertolaso da parte del segretario del Pd Bersani, Rotondi taglia corto: “E’ una speculazione”.
CAPEZZONE: “DA BERLUSCONI SEVERITA’ E TRASPARENZA”. “Le parole del Presidente Berlusconi e le iniziative assunte dal Governo vanno esattamente nella direzione giusta, peraltro auspicata dalla stragrande maggioranza degli italiani: coniugare severità, trasparenza e garantismo. Colpire i corrotti, semplificare le procedure e renderle pubbliche e trasparenti, evitare linciaggi”. Così Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. “E’ la strada maestra – spiega – giustamente scelta dall’Esecutivo, su cui ci auguriamo che anche l’opposizione smetta di chiacchierare e voglia convergere, dando un contributo fattivo e serio. Non c’è dubbio: la politica, per essere creduta, deve essere credibile, e quindi occorre massima severità con chi ha sbagliato. Ma guai a travolgere degli innocenti, e guai a far passare l’idea che siano possibili operazioni destabilizzanti di killeraggio mediatico, contro chiunque siano rivolte. Severità e garantismo possono e devono andare insieme”.