ROMA. Il premier Silvio Berlusconi ha firmato il testo della manovra finanziaria, inviata al Quirinale per consentire il vaglio costituzionale del decreto da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
In una nota, Palazzo Chigi rende noto che “il testo della manovra economica, già firmato dal presidente del Consiglio, è ora al Quirinale in attesa della valutazione del Capo dello Stato. Lunedì mattina il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, riceverà una delegazione di Intermagistrature e dell’Associazione Nazionale Magistrati”. A seguire una nota del Quirinale, per comunicare che si sta esaminando il decreto.
INCONTRO BERLUSCONI-NAPOLITANO. Quello del governo è stato un comunicato di chiarimento, a voler evitare l’ennesimo caso nei confronti del testo della manovra di cui non si conosce finora l’esatto contenuto. “La manovra èallattenzione del Capo dello Stato, aveva risposto Berlusconi in mattinata, alluscita da Palazzo Grazioli, ai giornalisti che gli chiedevano a che punto fossero i lavori sulla manovra economica e se, a differenza di quanto aveva detto venerdì lavesse firmata.Questo solo dopo che venerdì pomeriggio c’era già stato un colloquio di circa un’ora tra il Capo dello Stato e Berlusconi al Quirinale con all’ordine del giorno la nomina dei Cavalieri del lavoro in occasione della festa del 2 giugno. Il premier era salito al Colle nelle vesti di ministro dello Sviluppo ad interim, ma l’occasione era servita anche per fare il punto su altri temi come, appunto, la manovra economica.Napolitano si sarebbe informato sul testo che fino a venerdì sera non era stato ancora trasmesso dal governo ai suoi uffici. Berlusconi, avrebbe spiegato, così come ha fatto successivamente conversando con i giornalisti, di non averlo ancora firmato. Questione di ore, si spiegava in ambienti parlamentari della maggioranza, per consentire poi al Quirinale di fare le opportune valutazioni prima di dare il via libera al documento che il governo auspica possa essere messo in Gazzetta già lunedì prossimo. Provvedimento di “difficile composizione” perché ancora si devono aggiustare alcune voci all’interno della stessa maggioranza.
IL SUCCESSORE DI SCAJOLA. Durante il lungo colloquio con Napolitano, il Cavaliere avrebbe accennato anche al nodo della successione a Claudio Scajola (dimessosi dopo il coinvolgimento nell’inchiesta sui grandi appalti), dicendo di sperare ancora di poter trovare un tecnico di rango per quel ruolo. Anche se, avrebbe ammesso Berlusconi, la ricerca finora non ha dato esiti positivi. Tra i nomi che circolano per il ministero dello Sviluppo ci sarebbe anche quello di Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, il quale però ha precisato che la sua candidatura è nata solo sui giornali. In mattinata si era recato a Palazzo Grazioli il presidente dell’Eni Paolo Scaroni, una visita che aveva alimentato altre voci, ma che anche in questo caso non hanno trovato conferme.
ANM: “AL MOMENTO SCIOPERO INOPPORTUNO”. Intanto, l’Associazione nazionale magistrati afferma di non avere intenzione di proclamare oggi uno sciopero contro le misure previste nella manovra finanziaria, ma non è escluso che si possa arrivare ad una forma di protesta così dura se “le misure nei confronti dei magistrati fossero caratterizzate da iniquità e ingiustizia sia nei confronti di altre categorie sia all’interno della stessa magistratura, con un danno soprattutto per i magistrati più giovani”. Questa la posizione espressa dal segretario del sindacato delle toghe, Giuseppe Cascini, nel corso della riunione del “parlamentino” convocato in via straordinaria proprio per discutere della manovra, per sabato mattina. “Non rinunciamo alla possibilità di proclamare uno sciopero – spiega Cascini – ma oggi sarebbe inopportuno farlo, data l’incertezza che vi è ancora sui testi. L’Anm dovrà protestare con fermezza e con ogni mezzo, anche con il ricorso allo sciopero, se ci saranno misure inique (taglio di stipendio, ndr). I magistrati non intendono sottrasi al proprio dovere di cittadini per contribuire a risolvere la grave crisi del Paese, ma ciò deve avvenire in termini di equità e di giustizia”.
DI PIETRO: “TAGLI CONTRO IL SUD”.Il leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro, critica la manovra: “I tagli di questa manovra sono contro il Sud. Non ci sono dubbi che esistano sacche di malaffare ma per coprire i buchi del debito pubblico si fanno pagare sempre i soliti e cioè i lavoratori del pubblico impiego e soprattutto i pensionati del Mezzogiorno”. “Ci fanno pagare pure il minimo accesso alla vita – ha affermato l’ex pm – e se continua così oltre a privatizzare l’acqua questo governo tenterà di privatizzare anche l’aria che respiriamo, ed invece tutti abbiamo il diritto all’acqua perché è un bisogno naturale insopprimibile dell’essere umano”.