Federalismo: allarme di Formigoni, Calderoli tranquillizza

di Redazione

Calderoli e FormigoniROMA. “La Lega Nord non avrebbe mai potuto votare una manovra economica che potesse in qualche modo mettere a rischio il federalismo fiscale.

E infatti il decreto legge non soltanto non tocca il federalismo, ma anzi ne crea i presupposti, ponendo le basi per i prossimi decreti legislativi”. Lo afferma il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. Secondo il ministro, “i timori manifestati da alcuni governatori (tra cui Formigoni, ndr), probabilmente, sono dovuti soltanto al fatto che ancora non hanno potuto leggere il testo, non essendo ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Quando potranno leggerlo vedranno che nel testo è chiaramente specificato che i trasferimenti che dovranno essere fiscalizzati per realizzare l’autonomia impositiva delle Regioni, prevista dalla legge 42 sul federalismo fiscale, non dovranno tenere conto del taglio previsto dal decreto legge e quindi resteranno gli stessi di prima del taglio”. “L’aspetto non positivo di un taglio lineare – aggiunge però Calderoli – è che, paradossalmente, si penalizzano di più le realtà virtuose rispetto a quelle che virtuose non sono. Per risolvere questo problema, andando a tagliare gli sprechi e a premiare i comportamenti virtuosi, dobbiamo anticipare i tempi sui costi e sui fabbisogni standard. Pertanto, proporrò al ministro Tremonti, visto che ormai siamo pronti sulla materia, di portare giá nel mese di giugno, oltre al decreto legislativo sull’autonomia impositiva degli enti locali anche quello sui costi e sui fabbisogni standard”.

OPPOSIZIONE. Critiche e perplessità erano arrivate da più parti. Per Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv alla Camera, “questo è il governo più centralista degli ultimi 50 anni: sta scaricando sugli enti locali il costo della manovra, perchè non ha il coraggio delle riforme strutturali e non vuole ammettere di dover aumentare le tasse, facendole aumentare agli enti locali, soggetti a pesanti tagli. In questo modo il federalismo resta soltanto un vuoto slogan”. E Rosy Bindi, presidente del Pd: “Cosa dice la Lega dei tagli insostenibili imposti alle Regioni e agli Enti locali da questa manovra? Per ora sta al gioco, anche se la manovra è iniqua e perciò, alla lunga inefficace. Così come sa che il federalismo fiscale sarà congelato fino alla fine della legislatura, quando verrà tirato fuori per la nuova campagna elettorale. La manovra archivia le ambizioni della Lega, che per ora partecipa al gioco delle parti inscenato in queste ore dal presidente del Consiglio”. Alla Bindi si aggiunge Massimo D’Alema: “Non si è mai vista una manovra così centralista e così antifederalista. – dice l’ex vicepremier al Tg3 – I fatti di questo governo, ancora una volta, contraddicono le parole”. Anche il Partito Pensionati ha dei dubbi: “I pesanti tagli alle risorse per gli enti locali vanno nella direzione opposta ai principi del tanto sbandierato federalismo. – sostiene il segretario nazionale Carlo Fatuzzo – Il governo centrale incassa e regioni,province, comuni, si vedono fortemente decurtare le loro entrate ed aumentare le funzioni. C’è da chiedersi dove gli enti locali prenderanno le risorse per far fronte all’accresciuto impegno economico, ed alle numerose voci di spesa? Dalle tasche degli italiani, ovviamente”.

I GOVERNATORI. Tra i presidenti di Regione del centrodestra non c’è unanimità di fiducia sugli esiti della manovra. Roberto Formigoni, a capo della giunta lombarda e da sempre uno dei più potenti e ascoltati tra gli amministratori del Pdl, ha parlato espressamente di federalismo a rischio e invitato “gli amici ministri della Lega e di tutto il governo” a fare qualcosa per salvarlo “modificando la manovra” e “ripartendo i tagli diversamente”.

Più ottimisti, invece, i governatori leghisti di Piemonte e Veneto. “Sul federalismo Berlusconi ha parlato chiaro. – fa notare Roberto Cota – Per giunta, ha detto una cosa che oggettivamente è una verità: il federalismo non è a rischio proprio perchè è la crisi a renderlo assolutamente indifferibile”. Anche perché, dice il numero uno della giunta piemontese, “il federalismo non solo non costa niente, ma è proprio quella riforma strutturale di cui anche ieri è stata invocata la necessità all’assemblea di Confindustria”.

Dal Veneto anche Luca Zaia si dice convinto che “il federalismo non corre alcun pericolo: si farà, e nei tempi stabiliti, perchè è necessario alla ripresa del Paese. Pur comprendendo le ragioni che spingono un federalista convinto come il presidente Formigoni a temere ritardi nel varo di questa essenziale riforma – aggiunge l’ex ministro – sono convinto che il federalismo si farà perchè è il Paese che lo chiede e se lo aspetta; perchè farà risparmiare e sarà l’iniezione di modernità indispensabile alla ripresa e al successivo sviluppo di tutti i territori”.

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