ROMA. “La nuova normativa sulle intercettazioni. che lunedì arriva in Senato per la discussione generale, non pregiudica per nulla le attività investigative nei confronti della criminalità organizzata. Non c’è nessun ostacolo, dal mio punto di vista io sono tranquillo”.
Così il ministro dell’Interno Roberto Maroni, a margine della riunione del G6 a Varese. Intanto, la maggioranza fa un’operazione-trasparenza sulle proposte di modifica al ddl, contestato da più parti: gli 11 emendamenti presentati da Pdl e Lega sono stati pubblicati sul sito del Pdl al Senato. La Lega, ha fatto sapere il presidente del Carroccio al Senato Bricolo, “condivide tutti gli emendamenti presentati a prima firma Gasparri, che rappresentano una soluzione equilibrata tra il diritto di cronaca e quello alla riservatezza dei cittadini. Attendiamo l’inizio dell’esame in Aula auspicando un clima di confronto tra tutte le forze politiche”. “La norma era chiara, l’esecutore non l’ha applicata bene; è chiaro che la fonte, ossia il legislatore, interviene nuovamente” ha sintetizzato il ministro della Giustizia Angelino Alfano.
Alcuni emendamenti riguardano il lavoro dei giornalisti: viene autorizzata la pubblicazione “per riassunto” degli atti delle indagini. È invece vietata la pubblicazione anche parziale, per riassunto o nel contenuto delle intercettazioni, anche se non più coperte dal segreto fino alla conclusione delle indagini preliminari. Vietata la pubblicazione anche in questo caso parziale, per riassunto o nel contenuto, delle ordinanze emesse in materia di misure cautelari. Stesso divieto vale anche per le richieste di tali misure. Si potrà pubblicare il contenuto solo dopo che l’indagato o il suo difensore siano venuti a conoscenza dell’ordinanza del giudice. È sempre vietata la pubblicazione delle intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o che riguardino fatti, circostanze e persone estranee alle indagini. Un altro emendamento prevede che non ci sia alcun limite alle intercettazioni se le indagini servono alla cattura di un latitante. La disciplina prevista dal ddl si applica “anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge”.
SANZIONI A EDITORI RIDOTTE. La maggioranza interviene anche per ridurre le sanzioni agli editori. L’emendamento, primo firmatario Gasparri, prevede di sostituire le parole “da 250 a 300 quote” con “da 100 a 200 quote”. Dunque, le sanzioni per gli editori che pubblicheranno gli atti giudiziari prima dell’udienza preliminare andranno da 25.800 a 309.800 euro. Ogni quota può oscillare dai 258 ai 1.500 euro.
RIPRESE TV. L’intero comma 10, quello che riguardava la disciplina sulle riprese visive, viene soppresso. Si parlerà solo di «intercettazioni di immagini mediante riprese visive», togliendo così tutta la parte che disciplinava le riprese visive “captative” e “non captative”. «Le riprese visive, insomma – ha spiegato il relatore del ddl Roberto Centaro – diventeranno oggetto di una normativa ad hoc».
PUBBLICISTI.Infine l’appello di Milena Gabanelli a Report è stato ascoltato: anche i pubblicisti, oltre agli 007 e ai giornalisti professionisti, potranno effettuare registrazioni di comunicazioni e riprese ai fini dell’attività di cronaca. Uno degli emendamenti stabilisce la non punibilità “quando le riprese e le registrazioni sono effettuate ai fini dell’attività di cronaca da giornalisti iscritti all’ordine professionale” e non più, come era nel testo approvato dalla commissione “giornalisti iscritti all’albo professionale”.