Manovra, Tremonti: “Non tocca lo Stato sociale”

di Gennaro Pacilio

Giulio TremontiROMA. Per Tremonti la manovra non tocca lo Stato sociale: “E’ fondamentale salvaguardare la coesione sociale e correggere gli squilibri in termini di regole,riscrivendole”.

Queste le dichiarazioni del ministro dell’Economia, intervenuto al forum dell’Ocse di Parigi. Tremonti ha osservato che quella a cui assistiamo “non è una congiuntura economica ma un tornante della storia che sta modificando la predisposizione dell’esistenza di economia e politica”. Per il ministro esiste uno scollamento tra un mercato che siè fatto globale e le regole “che sono rimaste locali”.

Rilevanti poi le parole pronunciate da Tremonti per l’Italia. Dopo aver premesso che la strada per la ripresa nel nostro Paese “è quella europea, senza alternative” e che il governo italiano ha scelto di conservare i livelli fondamentali della spesa sociale, il ministro ha poi affermato che molte funzioni pubbliche locali “possono essere incorporate nei ministeri” e che questi debbano scegliere “con una certa flessibilità cosa e come spendere sulla base del budget assegnato”.

MARONI: “NESSUNO SCONTRO BERLUSCONI-TREMONTI”. “Ho letto con stupore questa mattina le ricostruzioni che parlavano di uno scontro tra Tremonti e Berlusconi in consiglio dei ministri a cui non ho assistito”. Lo afferma il ministro dell’Interno Roberto Maroni, conversando con i cronisti in Transatlantico, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla tensione tra il premier ed il ministro dell’Economia in merito al contenuto della manovra. “E’ normale – ha aggiunto il titolare del Viminale – che quando ci sono provvedimenti delicati i ministri ne vadano a parlare con il presidente del Consiglio prima del Cdm. Io anzi mi aspettavo una discussione molto più lunga. In Consiglio poi non c’é stato nessuno scontro anzi, anche Brunetta ha elogiato Tremonti. Con grande onestà infatti ha riconosciuto che il metodo usato dal ministro dell’Economia di non presentare prima il testo era giusto e quindi ha ritirato le critiche”.

INTERNI, NO TAGLI A RISORSE FONDAMENTALI”. Il ministero dell’Interno non subirà tagli “alle risorse fondamentali, grazie alla sensibilità di Berlusconi e Tremonti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, commentando l’incidenza della manovra finanziaria sul comparto sicurezza. Maroni ha poi ribadito che con il taglio delle spese “meno significative” del ministero, da un lato e con l’aggressione ai patrimoni della criminalità organizzata, dall’altro, “é possibile vincere la sfida e avere non solo le risorse che abbiamo avuto finora ma anche aumentarle”.

DI PIETRO: “TREMONTI SMETTA DI GIOCARE A VIDEOGAME”. “Giulio Tremonti smetta di giocare con i videogame ed affronti la realtà “. Con queste parole Antonio Di Pietro, leader dell’Idv,ha commentato la battuta del ministro dell’economia secondo il quale la crisi sarebbe come un videogame dove, ucciso un mostro, ne compare subito un altro. “Questo paese è in crisi profonda perché il governo finora ha giocato con i numeri evitando di intervenire in modo determinato sui privilegi della casta e sull’evasione fiscale”. “Per un’Italia che è in una situazione di pre bancarotta come la Grecia, bisogna smetterla – ha concluso Di Pietro – con i giochi di prestigio”.

SOPPRESSIONE PICCOLE PROVINCE. “Nella manovra finanziaria è prevista la soppressione delle piccole Province con meno di 220mila abitanti, escluse quelle che confinano con Stati esteri o si trovano in Regioni a statuto speciale”. Lo afferma in una nota il deputato del Pd, Franco Laratta. “Saranno soppresse – aggiunge – dalla prossima legislatura: Rieti, Ascoli Piceno, Matera, Massa e Carrara, Biella, Fermo, Crotone, Isernia e Vibo Valentia. Ma alla fine, considerati i necessari accorpamenti, a saltare davvero forse saranno 5-6 province. Ma, a che serve tutto ciò? Dove sono i risparmi? Se l’Ente province è superato, allora devono essere chiuse tutte le province (ed io non credo a questo) e non solo una manciata! E poi, non si era parlato di realizzare le Città Metropolitane che avrebbero quindi assorbito le province delle grandi città?”. “In realtà, l’operazione di Tremonti – conclude Laratta – é insieme comica e ridicola. Non taglia pressocché nulla, non serve a niente, realizza scarsissimi risparmi, colpisce i piccoli perché con i grandi non può. La Lega non glielo lascia fare. allora siamo seri: o le province di chiudono tutte, o non si chiude nessuna”.

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