PERUGIA. E’ partita alle 9,20 in punto di domenica mattina, da Perugia, la Marcia della Pace, per raggiungere Assisi nel pomeriggio.
Migliaia i partecipanti, sotto le bandiere di vari partiti, sindacati, associazioni ed altri movimenti. Il corteo è stato aperto da una ruspa gialla con la scritta ‘I diritti non si sgomberano’, seguita dallo striscione ufficiale con il tema generale dell’iniziativa ‘Abbiamo bisogno di un’altra culturà. Numerosi all’interno del corteo i gonfaloni delle 600 città italiane che hanno aderito alla Marcia.
Un corteomulticolore e variegato, dei gruppi, delle associazioni, degli aderenti a partiti e sindacati, insieme a politici, rappresentanti delle istituzioni (hanno aderito quest’anno 518 enti locali e 600 città), scolaresche, gruppi religiosi, pacifisti della più varia estrazione e cultura e famiglie. Poi ci sono, anche quelli ormai tradizionali, gli ospiti di paesi stranieri con in corso guerre o crisi di altra natura: quest’anno c’é l’Afghanistan, insieme alla Palestina e al Darfur. Ci sono i parenti delle vittime di mafia (in prima fila, a marciare, don Luigi Ciotti, “anima” dell’associazione Libera). A fare da colonna sonora, canti, balli, slogan e striscioni: e un mare di facce, soprattutto giovani, soprattutto di quei giovani (oltre 5mila, di 125 scuole italiane) che da giovedì scorso hanno animato a Perugia un forum su temi come informazione, politica, diritti, cultura e Costituzione. L’aspetto del tutto originale dell’edizione odierna è il fatto di aver rivolto lo sguardo principalmente all’Italia, ai suoi problemi economici (come la crisi del lavoro), sociali (a partire dall’immigrazione) e politici (con la sollecitazione alla riscoperta dei valori della Costituzione). Di politici, quest’anno, non ne sono venuti molti: tra quelli visti alla partenza, Bersani e Rosy Bindi, segretario e presidente del Pd, Franco Giordano della Sinistra, Leoluca Olrando dell’Italia dei Valori, Bonelli dei Verdi, il governatore pugliese Nichi Vendola. In altre edizioni della marcia, soprattutto nelle occasioni in cui era in corso un conflitto in qualche area del mondo, la loro presenza era stata più massiccia.
MESSAGGIO AL PAPA: “SIAMO CON TE”. “Santità conti su di noi” si legge in un grande striscione che i frati francescani del Sacro convento di Assisi hanno appeso sulla loggia della basilica inferiore di San Francesco. Uno striscione lungo cinque metri con i colori della pace che un comunicato della sala stampa del Sacro convento definisce un “sms di solidarietà al Papa”. “Dalla piazza di S. Francesco in Assisi a piazza S. Pietro in Roma – vi è scritto – un’unica voce di sostegno alla missione del Papa: Santità conti su di noi per la sua mission di pace e di bene! I frati del S. Convento”. Un messaggio – sottolinea il comunicato – “chiaro di fraternità e amore nei confronti di Benedetto XVI e di chi soffre”.
“COSTRUIAMO UN’ITALIA MIGLIORE”. “Marciamo da Perugia ad Assisi per costruire un’Italia migliore e non per fare una passeggiata”, afferma Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, nel messaggio che ha pronunciato stamani, prima della partenza dell’edizione odierna della marcia della pace. “Ci sono in giro troppa violenza, troppa rissosità e troppe divisioni”, ha detto Lotti, secondo il quale c’é anche “troppa indifferenza politica e mediatica rispetto a certi temi, ed anche troppa illegalità e corruzione. Scajola – ha osservato – non è venuto a testimoniare a Perugia nell’inchiesta sui grandi eventi: oggi qui siamo in migliaia a testimoniare, con il nostro impegno, che si può costruire un’Italia migliore”. Sul palco delle autorità, insieme a Lotti, anche il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, che definito la marcia “un raggio di luce che squarcia il buio della politica”. Boccali ha poi plaudito “ai tanti enti locali, presenti oggi alla marcia, e che sono lasciati sempre più soli a gestire le loro comunità”.
IL POPOLO DELLE CARRIOLE. Un cartello bianco da portare sui giubbini impermeabili con una riproduzione della vignetta che il disegnatore Staino ha dedicato alle carriole. Così gli aquilani che sono arrivati in pullman per partecipare alla Marcia della pace, da Perugia ad Assisi, hanno scelto di ricordare il terremoto del 6 aprile 2009 proponendo un gemellaggio simbolico con una terra colpita da un altro sisma, quello del 1997. Sui cartelli c’é scritto “L’Aquila è qui!” ma anche “le carriole lavorano”. Nella stessa mattinata, il popolo delle carriole si é ritrovato all’Aquila, nel parco di Collemaggio, per avviare degli interventi di pulizia e riqualificazione. Per la prima domenica dall’inizio della mobilitazione, l’iniziativa si svolge al di fuori della zona rossa del centro storico de L’Aquila. Gli interventi condotti riguardano il giardinaggio, con alla mano il censimento degli alberi; la pulizia e la pittura delle strutture; l’individuazione di un’area giochi. Tra le attività c’é anche un sopralluogo ai locali dell’ex ospedale psichiatrico per verificarne le condizioni.
PRECARI, DISOCCUPATI E CASSINTEGRATI. Alla marciapartecipano anche precari, cassintegrati e disoccupati che hanno reso visibile la loro preoccupazione e la loro protesta anche con presidi e striscioni lungo il percorso. Alcuni lavoratori – hanno annunciato i sindacati – stenderanno uno striscione sul tetto della Rocca di Assisi davanti alla quale si concluderà la manifestazione. “E’ un modo – spiega la Cgil Umbria – per richiamare simbolicamente le tante vertenze che in giro per l’ Italia hanno portato lavoratrici e lavoratori a salire sui tetti delle fabbriche, sulle torri e sui campanili per rendere visibili le loro lotte ed abbattere il muro di silenzio che tenta di nascondere la vera entità della crisi”. Soltanto in Umbria – ha spiegato il segretario generale della Cgil regionale Mario Bravi – sono almeno 20 mila i lavoratori in cassa integrazione ed in mobilità. Due le vertenze simbolo – ha detto ancora Bravi – la Merloni (con 3 mila posti di lavoro a Rischio) e la Basell di Terni, dove la multinazionale ha deciso di chiudere uno stabilimento che “nel 2009 ha fatto nove milioni di utili”. I lavoratori di queste due aziende stanno attuando un presidio a Santa Maria degli Angeli lungo il percorso della Marcia. “E’ un modo per ricordare alle istituzioni la necessità di risolvere la situazione dei lavoratori”, ha detto Ulisse Mazzoli, della Fiom-Cgil. Indossano una maglietta nera dove compare la scritta “lavoro uguale dignità”. Un altro presidio è stato attuato a Ponte San Giovanni, alla periferia di Perugia, con la partecipazione anche dei precari della scuola e di altre aziende in crisi della regione. Tra le decine di migliaia di persone che sfilano anche operai della Tk- Ast di Terni i quali indossano elmetti da lavoro.