ROMA. Il giudice del lavoro del tribunale di Roma ha deciso infatti che Paolo Ruffini, ex direttore di Raitre.
“Indizi gravi, precisi e concordanti” collegano, scrive il giudice, la sostituzione di Ruffini alla direzione della terza rete all’aperta critica al contenuto di alcuni programmi. Per cui la “delibera di sostituzione del vertice di Raitre non appare dettata da reali esigenze di riorganizzazione imprenditoriale presentando invece un chiaro connotato di motivazione discriminatoria e quindi illecita”.
L’azienda di Viale Mazzini però non ci sta e annuncia ricorso, comunicando anche, attraverso una nota, che Antonio Di Bella continuerà a svolgere il proprio mandato.
Ruffini, sostituito nei mesi scorsi per essere destinato ad altro ruolo interno alla Rai, aveva fatto ricorso nei mesi scorsi al tribunale di Roma lamentando che la soluzione individuata non rispondeva al suo profilo professionale e alle responsabilità fino ad allora ricoperte.
“DI BELLA RESTA AL SUO POSTO”. La delibera del consiglio di amministrazione della Rai di nomina di Antonio Di Bella a direttore di Raitre resta valida, pertanto lo stesso Di Bella “continua a svolgere il proprio mandato”», fa sapere Viale Mazzini attraverso un comunicato. La Rai ha già annunciato “immediato ricorso” al giudice di grado superiore sottolineando ancora che l’ordinanza su Ruffini “non caduca” la delibera del Cda relativa a Di Bella. Distante dalla presa di posizione dell’azienda qualla del presidente della rai Paolo Garimberti. “Le decisioni della magistratura – ha detto – vanno sempre e comunque rispettate così come pacta sunt servanda”.
DI PIETRO CHIEDE DIMISSIONI MASI, DIFESO DAL PDL. “La vicenda Ruffini è l’ennesima conferma del tentativo di sopraffazione e di bavaglio da parte del padre padrone che vuole il controllo completo sul servizio pubblico radiotelevisivo. Ed è un caso che non può passare in cavalleria” afferma in una nota il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, chiedendo le immediate dimissioni del direttore generale della Rai, Mauro Masi. Il Pdl difende invece Masi. Maurizio Gasparri accusa Di Pietro di “dichiarazioni farneticanti”. “Di fronte a sentenze politiche la Rai saprà certamente come tutelare le proprie scelte”, spiega il presidente del gruppo Pdl al Senato.