Una a Torino laltra a Gela, storie simili di due donne uccise dai proprio compagni che non accettavano la separazione.
Cristina Rolle, 33 anni, si trovava nellufficio dellassistente sociale che seguiva la sua pratica di divorzio, quando il marito Giampiero Prato, 38 anni, lha colpita a morte con un coltello da macellaio. Almeno trenta le coltellate mortali, secondo quando riferiscono le prime analisi del medico legale. Luomo si è presentato, come di consueto, al colloquio con lassistente sociale, che da due anni seguiva la pratica di divorzio, ed ha nascosto larma nella sua valigetta ventiquattrore. Giunto nellufficio del Cisap di Collegno, il 38enne ha estratto larma e, sotto gli occhi sgomenti dellassistente sociale, ha infierito contro la moglie uccidendola. Poi è uscito dalla stanza, come se nulla fosse, e ha atteso l’arrivo dei carabinieri. La coppia aveva due bambini.
Anche Nicola Incorvia, 25 anni, non aveva accettato la separazione dalla moglie la 21enne Emanuela Vallecchi. Lui, guardia giurata di Gela, ha impugnato la pistola di ordinanza e ha sparato alla moglie, colpendola prima al braccio e poi al torace. Dopo luxoricidio, il 25enne è scappato portando con sé la figlioletta di soli due anni che ha assistito al delitto. Dopo poco luomo ha chiamato al fratello raccontandogli dellaccaduto, questultimo ha avvertito un poliziotto, amico di famiglia. Da qui è partito lallarme alla polizia che ha ritrovato il 25enne, il quale minacciava di uccidere anche la figlia per poi suicidarsi. Gli agenti hanno arrestato luomo e prelevato la bambina di soli due anni che è stata affidata ai nonni materni.