CASAL DI PRINCIPE. Operazione congiunta dei carabinieri del comando provinciale di Caserta, del Ros di Napoli e della squadra mobile di Caserta …
… per lesecuzione di10 decreti di fermo emessi dalla Direzione distretturale antimafia partenopea nei confronti di affiliati al clan dei Casalesi, gruppo Schiavone, per i reati di associazione mafiosa, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi ed estorsione.
Gli arrestati sono: Bartolomeo Cacciapuoti, 37 anni, Orlando Caputo, 23, Bernardo Ciervo, 27, Gaetano De Biase (detto Burzone, ex guardia carceraria di Teverola), 27, Giancarlo Esposito (detto Gnagnariello), 43, Pietro Falcone, 30, Antonio Maione (detto U Modenese), Salvatore Orabona, 38, Agostino Paciello, 23. Sfuggito alle manette Francesco Salzano di Aversa. Pietro Falcone (figlio di Ettore capozona di Aversa ucciso a Parete, nel casertano, nel 1990), catturato a Ravenna,e Salvatore Orabona, entrambi di di Trentola Ducenta,finironoentrambi entrati nel mirino del boss Giuseppe Setola che, insieme al suo gruppo, il 12 dicembre del 2008 aveva cercato di ucciderli sparando 107 colpi di kalashnikov fuori alle loro abitazioni. Famose divennero le registrazioni audio degli agguati quando i sicari, dopo gli agguati, dicevano: “Ora andiamoci a prendere il caffè”.
GLI OMICIDI. Le indagini sono state condotte con intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché attraverso dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, fra i quali alcuni contigui alla fazione Schiavone (che fa riferimento al capo storico Francesco Sandokan Schiavone, in carcere al 41 bis) e si inseriscono nel solco delle attività seguite al triplice omicidio Buonanno-Papa-Minutolo (con larresto fra gli altri di Roberto Vargas e Salvatore Laiso) ed allomicidio di Crescenzo Laiso, nonché alla recente cattura dei latitanti Pasquale Vargas e Nicola Panaro. Fra i reati contestati il tentato omicidio di due fra gli affiliati commesso due volte, il 14 settembre ed il 27 novembre 2009, allorquando Antonio Maione detto O Modenese, e Giancarlo Esposito, detto Gnagnariello, furono attinti da colpi di arma da fuoco per dissidi interni e perché avevano a loro volta schiaffeggiato un altro appartenete al clan, Nicola Picone, detto O Minorenne, poi arrestato per estorsione. Fra gli indagati Agostino Paciello è risultato positivo agli accertamenti stub ed è pertanto ritenuto il killer dellepisodio del 27 novembre 2009.
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STERMINATO IL GRUPPETTO DEI LAISO.
In particolare, le indagini hanno avuto impulso a seguito dellomicidio, il 20 aprile scorso, di Crescenzo Laiso, di Trentola Ducenta (Caserta), esponente della fazione Schiavone nella zona fra Aversa, Trentola e comuni limitrofi e considerato responsabile di una diffusa attività estorsiva a danno di numerosi commercianti ed imprenditori. Secondo le indagini coordinate dalla Dda di napoli, lomicidio di Laiso sarebbe da ricondursi ad un regolamento di conti interno e ad uno sgarro di cui si sarebbe reso responsabile per non aver consegnato ai capiclan i proventi delle estorsioni raccolte negli ultimi mesi. Crescenzo Laiso è stata la terza vittima di un gruppetto legato agli Schiavone ad essere uccisa in un agguato. Fu arrestato nel luglio del 2009, insieme al fratello di Salvatore, detto Chicchinoss (poi scarcerato), poiché ritenuti responsabili di episodi estorsivi a Trentola e Parete per conto del clan dei casalesi. Con loro furono arrestate altre cinque persone, di cui due sono già decedute: Ciro Ruffo si è suicidato lo scorso 8 dicembre nel carcere di Alessandria, mentre Salvatore Ricciardi è stato ucciso in un agguato il 19 marzo scorso: il suo corpo fu bruciato nelle campagne fra Teverola e Santa Maria Capua Vetere. Il fratello Salvatore ora è in carcere, fu arrestato il giorno successivo alla morte di Crescenzo.
ESTORSIONI. E stata poi contestata una estorsione nei confronti di un internet point di Aversa, il cui titolare era costretto a versare circa 200 euro a settimana, a cui è risultata collegata lattività intimidatoria svolta nei confronti di altri imprenditori, titolari del noto bar Castello. ll gruppo mafioso oggetto di indagine operava nellagro aversano attraverso la capillare imposizione delle estorsioni ad imprenditori e commercianti e non disdegnano di utilizzare costantemente lintimidazione delle vittime attraverso attentati dinamitardi e gambizzazioni. Il gruppo era retto da Pietro Falcone, Gaetano De Biase e Salvatore Orabona, i quali nellanno 2008 entrarono in contrapposizione con Setola, tanto che Orabona fu vittima di un tentato omicidio. Un formidabile riscontro alle attività di intercettazione in corso ed alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia veniva acquisto in data 3 aprile 2009 con il sequestro a De Biase di una contabilità completa del clan, con lindicazione di numerosi imprenditori aversani sottoposti ad estorsione, e degli affiliati, liberi o detenuti, destinatari dello stipendio (fra questi i noti Vincenzo Di Martino, Raffaele Della Volpe, Benito Mastrillo, Antonio Mastrillo, Luigi Coscione, Pietro Falcone, Luigi Picone, Pasquale Ciocia, Nicola Cangiano, Umberto Borriello Montanino, Giacomo DAniello, Luciano Esposito, Vincenzo Carobene, Antonio Verde). Fra gli arrestati Bartolomeo Cacciapuoti e Bernardo Ciervo erano incaricati di coordinare le attività estorsive con i capi della fazione Schiavone e dunque con Casal di Principe.
IL FIGLIO DI “SANDOKAN” PICCHIATO. E stato fra laltro riportato quanto accertato in relazione ad un episodio del maggio 2005, quando vi fu un momento di forte fibrillazione fra la fazione degli Schiavone e quella dei Bidognetti a seguito di una rissa avvenuta durante una festa privata a Parete, territorio storicamente controllato da Raffele Bidognetti, figlio di Francesco Bidognetti (alias Cicciotto e mezzanotte, in carcere al 41 bis) durante la quale fu malmenato Ivanhoe Schiavone, figlio di Sandokan.
Gli arrestati |
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Pietro Falcone |
Agostino Paciello |
Orlando Caputo |
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Bartolomeo Cacciapuoti |
Bernardo Ciervo |
Gaetano De Biase |
Antonio Maione |
Giancarlo Esposito |
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