CESA. Accusato di falsa testimonianza, per aver cercato di aiutare degli appartenenti al clan Belforte di Marcianise, ha patteggiato una pena di 10 mesi di reclusione e 20 giorni con la condizionale.
Un muratore di Cesa, Vincenzo Esposito, 39 anni, ha definito così la sua posizione, dinanzi al Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottor Baldassarre.
La vicenda si inserisce nell’ambito di un processo di criminalità organizzata, che vedeva coinvolti alcuni presunti esponenti dei clan operanti a Marcianise, Giovanni Viscardi e Andrea Menditti, per unipotesi di estorsione ad un cantiere. Inizialmente, interrogatodagli agenti dellaQuestura di Caserta,Esposito, chesi trovava sul cantiere a lavorare,aveva dichiarato di aver riconosciuto gli esattori.
Sentito successivamente nel corso del processo a carico di questi imputati aveva modificato la sua versione, affermandodi nonricordare cosa aveva dichiarato, di non riconoscere le persone, sostanzialmente negando di averaffermato alcune circostanze. Per questaragione il presidente del Tribunale sammaritano, innanzi al quale si stava svolgendo il processo, trasmise il verbale di interrogatorio reso al dibattimento alla Procura della Repubblica, denunciando Esposito, il qualesi èritrovato ad essere accusato di falsa testimonianza,in quanto aveva negato di aver sottoscritto il verbale di riconoscimento degli imputati e di aver visionato delle fotosegnaletiche.
L’uomo, difeso dall’avvocato Enzo Guida, anche per evitare guai ben peggiori, ha deciso di patteggiare la pena, avendocosì una riduzione dellasanzione finale, ottenendo anche la pena sospesa.