Ufficializzato il passaggio di proprietà dell’Atalanta dalla famiglia Ruggeri ad Antonio Percassi, già presidente dei bergamaschi.
Il consiglio d’amministrazione, che ha ratificato la firma avvenuta nella notte, si è tenuto nella sede dell’azienda di famiglia dei proprietari uscenti, la Ruggeri polimeri spa di Telgate, alla presenza anche dei consiglieri di amministrazione Roberto Selini, Giambattista Begnini e Aldo Arizzi.
Francesca Ruggeri (amministratore delegato uscente) a sorpresa resterà nel Cda almeno fino a quando sarà terminato il passaggio formale delle azioni. I nuovi ingressi, insieme al nuovo presidente Antonio Percassi, sono il figlio Luca e il commercialista di fiducia Mario Volpi.
Antonio Percassi, 57 anni, è un ex calciatore e imprenditore italiano. Difensore arcigno, dotato di buon fisico, cresce tra le file dell’Atalanta, con la quale debutta non ancora diciottenne nel campionato di Serie B. Dall’anno successivo non trova spazio, tanto da ritardare alla stagione 1972-73 il suo debutto in Serie A. Diventato un pilastro della difesa, disputa ben sette stagioni con la casacca neroazzurra, fino al trasferimento al Cesena, con il quale gioca pochissimo e conclude anzitempo la carriera calcistica.
Già prima della fine della sua carriera calcistica, intraprende l’attività di imprenditore edile a Clusone, suo paese d’origine. Fonda anche un gruppo immobiliare che porta il suo nome, puntando molto sugli edifici turistici e commerciali, fino a raggiungere un volume di affari che si spinge ben al di fuori dei confini provinciali, facendone uno dei personaggi più in vista del panorama immobiliare italiano ed internazionale. Il volume d’affari delle sue attività è stato stimato in 400 milioni di euro.
Imprenditore ormai affermato, decide di ritornare nel mondo del calcio assumendo la presidenza dell’Atalanta, società in cui aveva a lungo militato, dopo la morte del presidente Cesare Bortolotti, nella stagione 1990-91. Le sue idee sono innovative: punta sul marketing, sull’immagine e sul rapporto con i tifosi, investendo molto sia nella campagna acquisti ma anche (e soprattutto) nel settore giovanile, rivitalizzandolo con l’arrivo di Mino Favini. Tuttavia i rapporti con gli allenatori non sono idilliaci, ma i risultati non mancano. Si dimette durante la stagione 1993-94, a causa di un campionato disastroso che porta la squadra neroazzurra in serie B, ed al suo posto subentra Ivan Ruggeri. Ora torna a capo della società orobica.