2 Giugno, grande parata ai Fori Imperiali. Assenti i ministri leghisti

di Redazione

 ROMA. Romani, turisti, famiglie con bambini arrivate da tante parti d’Italia per assistere, nella Capitale, alla parata militare del 2 giugno e celebrare così, hanno fatto notare molti, anche “il valore dell’unità del Paese”.

In migliaia hanno partecipato mercoledì mattina alle celebrazioni per il 64/mo anniversario della Repubblica, che sono iniziate a Piazza Venezia con la deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria da parte del Capo dello Stato Giorgio Napolitano per proseguire con la parata militare lungo via dei Fori Imperiali. Tantissime le famiglie romane scese in piazza per ammirare le tradizionali frecce tricolori sfrecciare sopra piazza Venezia e poi seguire la tradizionale sfilata delle forze armate. Insieme a loro anche tanti turisti, muniti delle inseparabili macchine fotografiche, anziani e bambini. Accalcati dietro alle transenne che delimitano l’area della sfilata gli appassionati della cerimonia, hanno assistito rapiti alla parata dei diversi corpi delle forze armate e dell’ordine: dai bersaglieri agli alpini fino alla polizia e ai pluridecorati vigili del fuoco.

LA PARATA. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha raggiunto via del Fori Imperiali a bordo della Flaminia presidenziale scoperta, scortato dai corazzieri a cavallo, ed ha preso posto sul palco presidenziale, dove sono presenti tutte le massime autorità dello Stato. Subito dopo, la banda dell’Arma dei Carabinieri ha aperto la “rivista militare”. Come l’anno scorso la parata – il cui tema è sempre “la Repubblica e le sue Forze armate” – è durata solo 80 minuti (dieci in meno della tradizionale ora e mezzo) durante i quali hanno sfilato in circa 6000 nei sette settori previsti. 233 bandiere e medaglieri, 5650 militari, 430 civili, 210 tra cani e cavalli, 262 mezzi e nove velivoli, le Frecce tricolori. L’anno scorso i partecipanti erano stati 6400 e 7200 nell’edizione precedente: un calo progressivo, complice soprattutto la crisi economica. Le tribune sistemate in via dei Fori imperiali, grazie anche alla bella giornata, sono tutte affollate. Il primo settore della sfilata dedicato alle missioni internazionali per sottolineare “l’impegno delle forze armate in tante regioni del mondo per garantire pace, stabilità e sicurezza e le condizioni fondamentali per il progresso comune”. Presenti anche reparti di quelle nazioni i cui militari hanno operato ed ancora collaborano con i soldati italiani impegnati ‘fuori area’ – è il caso di Spagna, Germania e Francia – e i gruppi-bandiera di 14 Paesi amici e alleati. Il secondo, terzo, quarto e quinto settore invece dedicati alle forze armate italiane: Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri. Il sesto ai corpi militari e ausiliari dello Stato (Guardia di finanza, Croce Rossa italiana e Corpo militare speciale ausiliario dell’Esercito italiano Sovrano militare ordine di Malta). Il settimo settore riservato ai corpi armati e non armati dello Stato (Polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Corpo forestale dello Stato e Vigili del fuoco) e ai reparti a cavallo. Hanno sfilato anche rappresentanze della Protezione civile e i motociclisti della Polizia municipale di Roma. A conclusione, il tradizionale passaggio delle Frecce Tricolori, della pattuglia acrobatica nazionale. Dopo la parata, alle 12.30, all’Altare della Patria, concerto della banda militare interforze.

LE AUTORITA’. Sul palco allestito per la parata, con lo sfondo dei Fori Imperiali, Napolitano siede al centro, alla sua destra il presidente del Senato, Renato Schifani, e il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante. A fianco sulla sinistra, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il vicepresidente della Camera Antonio Leone. Napolitano, giunto sul palco, ha salutato le numerose autorità presenti, tra queste in prima fila i ministri Ignazio La Russa, Angelino Alfano, Elio Vito, Giorgia Meloni, il commissario europeo all’industria Antonio Tajani, i sottosegretari alla presidenza del consiglio Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, il capo della protezione civile Guido Bertolaso e il presidente della commissione difesa della Camera Edmondo Cirielli, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Per l’opposizione sono presenti tra gli altri, Massimo D’Alema (Pd) e Rocco Buttiglione dell’Udc. La parata si è conclusa con gli onori al presidente Napolitano, da parte di uno squadrone di Corazzieri a cavallo e il passaggio delle Frecce Tricolori. Il capo dello Stato, accompagnato del ministro La Russa, e dal capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, ha lasciato via dei Fori Imperiali a bordo della Flaminia presidenziale scoperta tra gli applausi della folla.

LA LEGA NON MANDA MINISTRI. La Lega non ha mandato big alla parata, solo i due vicecapogruppo di Camera e Senato, Sebastiano Fogliato e Lorenzo Bodega. “Questo è un brutto segnale, ma quello che conta è che l’83% degli italiani è orgoglioso di far parte di un’unica grande nazione. Tutto il resto è retorica, chiacchiere che non hanno valore”, ha commentatoil sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per poi ricordareche “secondo l’ultimo sondaggio di Mannheimer l’83% degli italiani si sente molto orgoglioso di appartenere all’Unità nazionale”.

FINI: “ORGOGLIOSO DEI NOSTRI IN AFGHANISTAN”. “Sono molto orgoglioso di essere qui a portare ai nostri militari in Afghanistan il sostegno ed il ringraziamento di tutte le istituzioni, del Capo dello Stato, del presidente del Senato e del Presidente del Consiglio. E soprattutto, sono orgoglioso di portare ai nostri militari in Afghanistan il sostegno di tutto il nostro popolo”. Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dopo avere deposto una corona di alloro al piccolo monumento commemorativo per le vittime militari italiani in Afghanistan. “E’ significativo – spiega Fini – che mentre i loro commilitoni vengono applauditi in via dei Fori Imperiali, si possa dire direttamente a questi militari ‘grazie’ interpretando anche il sentimento di tutti gli italiani degni di questo nome” ha detto Fini, Il presidente della Camera sottolinea che la missione in Afghanistan “risponde certamente allo spirito di unità richiesto dal Capo dello Stato. In Italia si registrano, come in tutte le democrazie, momenti di scontro anche aspro tra le forze politiche. Ma il fatto che tutto il Parlamento sostenga questa missione rappresenta la conferma che, come auspica il Presidente Napolitano, ci sono dei momenti di unità doverosa. Da questo punto di vista – conclude – l’unità non è soltanto declamata ma è sincera”.

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