Berlusconi: “Governare con questa Costituzione è un inferno”

di Redazione

Silvio Berlusconi ROMA. Il governare e il fare le leggi “visto da dentro è un inferno: non è che manchino le intenzioni o buoni progetti, ma è l’architettura costituzionale che rende difficilissimo trasformare progetti in leggi concrete”.

Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi all’assemblea di Confartigianato. “La Costituzione è molto datata. Si parla molto di lavoratori e quasi mai di impresa e di mercato”, ha detto Berlusconi sottolinenado nuovamente la necessità di aggiornarla anche attraverso la revisione dell’articolo 41 della Carta. “La Costituzione è nata in un momento in cui era forte la contrapposizione tra capitale e lavoro e democristiani e comunisti dovettero trovare dei compromessi su ogni articolo: mi chiedevo stanotte per quanto tempo un’impresa potrà vivere e crescere su compromessi di matrice cattocomunista”. La risposta datela voi!”.

STATUTO IMPRENDITORI. Poi lancia lo Statuto degli imprenditori: “Vogliamo arrivare a un nuovo sistema in cui non si debbano chiedere più permessi, autorizzazioni, concessioni o licenze” ha detto il Cavaliere. “Per me – ha prosdeguito – sono un linguaggio e una pratica da Stato totalitario, da Stato padrone che percepisce i cittadini come sudditi”. Entro l’autunno, ha poi promesso il premier, lo Statuto degli imprenditori sarà legge. “Quello che va bene alle imprese va bene all’Italia”. “Intendiamo mettere fine a quella processione delle autorità – spiega Berlusconi parlando delle novità per il mondo delle imprese – che vengono a controllare in tempi diversi su ogni particolare e intendiamo passare a una verifica unica con un’amministrazione capofila che entro due mesi, se risultano difformità rispetto alle regole, concordi con l’imprenditore cosa fare, come farlo e in che tempi farlo. Vogliamo – dice ancora il premier – passare a una amministrazione pubblica che capisca che il controllo non significa Stato di Polizia ma significa e deve significare aiutare chi fa impresa a fare le cose come vanno fatte.E vogliamo fare tutto questo presto”. “Vogliamo – sottolinea Berlusconi – una stagione di liberalizzazione della libertà d’impresa. Per arrivare a questo risultato abbiamo due progetti: primo lo Statuto delle imprese e poi la proposta che viene da Tremonti di sospendere per due-tre anni tutte le autorizzazioni e gli atti richiesti prima di aprire un’attività e per fare questo è necessario riscrivere l’articolo 41 e allargarne gli spazi di libertà. Sotto questo profilo – conclude il premier – la Costituzione è molto datata, non si parla quasi mai di impresa e mai una sola volta è citata la parola mercato”.

INTERCETTAZIONI. Berlusconi è poi tornato sul tema delle intercettazioni: “Questa legge non risolve tutti i problemi, è un primo passo, cercheremo di migliorarla più avanti”. Il presidente del Consiglio ha poi aggiunto che chi si oppone al provvedimento è solo “una piccola nomenclatura e lobby di magistrati e giornalisti. Bisogna andare avanti decisi in questa direzione perchè il diritto alla riservatezza e all’inviolabilità della comunicazione è in cima ai diritti dei cittadini. L’attuale ddl non risolve tutti i problemi ma è un primo paso improtante, cercheremo di migliorarlo più avanti. Su questa legge – ha proseguito il premier- c’è stata molta baraonda sui giornali. A favore delle intercettazioni c’è solo una piccola lobby di magistrati e giornalisti. La grandissima maggioranza è stanca di non poter usare il telefono per paura di essere spiata”.

BERSANI: SE NON GLI PIACE COSTITUZIONE VADA A CASA”. “A Berlusconi dico: tu hai giurato su Costituzione, se non ti piace vai a casa”. Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani risponde, a Repubblica tv, al premier Silvio Berlusconi che, all’assemblea di Confartigianato, ha definito “un inferno” governare con le regole di questa architettura istituzionale. “La realtà – ha aggiunto Bersani – è che Berlusconi fa sempre così quando deve deviare l’attenzione da ciò che lo preoccupa di più: in questo momento con la manovra chiude con il tempo delle favole e questo a lui pesa perché questa nota Apicella non gliel’ha data”.

DI PIETRO: “PERFETTA LINEA COL MODELLO FASCISTA”. “Berlusconi, affermando che le regole della Costituzione sono un impedimento a governare, è in linea con il suo personaggio e le sue idee. Infatti, solo nei modelli fascisti si può fare a meno delle regole costituzionali e del Parlamento”. Lo dichiara in una nota il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Sempre dall’Idv, Leoluca Orlando aggiunge: “L’inferno per l’Italia è avere un Presidente del Consiglio antidemocratico. Dire, infatti, che governare con regole istituzionali è un inferno è gravissimo. Chiediamo di nuovo l’intervento del Presidente Napolitano, garante della Carta, prima che sia troppo tardi, perché la Costituzione è in pericolo. E’ gravissimo che chi ha giurato sulla Costituzione possa calpestarla in questo modo”.

FRATTINI: “VERO, COSTITUZIONE DATATA”. Le preoccupazioni di Berlusconi sul fatto che la Costituzione sia ormai “datata” sono “fondate e serie”. Ne è convinto il ministro degli Esteri Franco Frattini che ricorda come la carta costituzionale sia “nata in un momento storico in cui alcuni principi erano e sono tuttora validi, ma altri hanno risentito del peso degli anni”. Allora, ha proseguito il ministro, “uscivamo dal fascismo ed è quindi normale che il capo del governo non avesse il potere di nominare e revocare i ministri. Oggi, dopo tanti anni di democrazia, il capo del governo deve avere non solo il potere di nomina ma anche di revoca”. Tra gli altri temi “datati”, Frattini ha citato quello dell’ambiente, “oggi molto sentito”, e l’articolo 41 sull’iniziativa economica.

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