Berlusconi: “Manovra necessaria per mettere i conti in sicurezza”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. In un messaggio inviato al sito dei Promotori della Libertà, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ritiene che la manovra necessaria per mettere i conti italiani in sicurezza.

E mentre il governo affronta il problema, “altri, e sappiamo fin troppo bene chi siano questi altri, di fronte a questa non certo facile situazione, avrebbero traccheggiato gettandosi questi problemi alle spalle come, del resto, hanno sempre fatto in passato contribuendo così, in misura abnorme, alla crescita del nostro debito pubblico, quello che oggi, tra mille difficoltà, noi ci troviamo a dover gestire”.

Il messaggio, anche in audio, è incentrato sulla manovra correttiva da 24 miliardi che, assicura il leader del centrodestra, “in due anni, riporterà il deficit sotto il tre per cento del nostro pil che è quanto impongono le esigenze di stabilità del nostro sistema economico”. Per realizzare questo obbiettivo, spiega ancora Berlusconi “è necessario, da un lato, ridurre la spesa pubblica e dall’altro, altrettanto importante, avviare riforme che possano rendere strutturale questo contenimento della spesa pubblica”. Il premier rivendica dunque la scelta di mettere mano al bilancio dello Stato. “Questa è una delle differenze che c’è tra noi e loro. – dice ai suoi esortandoli a scendere nelle piazze per spiegare ai cittadini il senso dell’itnervento correttivo – Noi non gettiamo i problemi alle spalle, noi li affrontiamo convinti che soltanto in questo modo chi ha responsabilità di governo lavora per il bene e il futuro del nostro paese”.

“Era indispensabile mettere subito in sicurezza i nostri conti pubblici – sottolinea Berlusconi – e dare un segnale ai mercati della determinazione del governo di risolvere alcuni problemi che ostacolano la ripresa della nostra economia che dobbiamo dirlo: va meglio di come sostiene la sinistra”. Però l’Italia deve fare i conti con “una spesa pubblica che assorbe il 50% di tutta la ricchezza che produciamo”. Una situazione che “non è sostenibile”, “non lo era ieri, lo è ancora meno in un momento come quello che stiamo vivendo”. La crisi, ora, “ci impone di dare un taglio a questo tipo di gestione» e per questo occorre intervenire con “questa svolta che no produrrà nessun aumento di pressione fiscale”.

Berlusconi torna poi su uno dei progetti da sempre caldeggiati, quello dell’azzeramento delle procedure burocratiche per l’apertura di nuove imprese. “Stiamo studiando con il ministro Tremonti una misura rivoluzionaria, un grande piano di liberalizzazioni a cominciare dal rafforzamento della libertà d’impresa prevista dalla Costituzione” per cui si prevederà “per un arco di tempo di due o tre anni la totale autocertificazione per le piccole e medie imprese e per l’artigianato”. Sostanzialmente, come già annunciato in precedenti messaggi, “si apre un’impresa senza chiedere autorizzazioni, ex post arrivano i controlli e se tu avrai osservato le leggi non avrai nulla da temere”.

In ogni caso, il premier dice di non tenere del tutto chiusa la porta ad un confronto con le minoranze, per quanto sia il primo a mostrarsi scettico sulla possibilità di un dialogo costruttivo. “Per rinvigorire lo sviluppo siamo pronti al confronto con l’Opposizione. E se da essa verranno proposte migliorative non esiteremo a tenerne conto”. Tuttavia, rileva Berlusconi, “finora dall’opposizione sono venuto solo critiche, accuse, insulti, ed è quindi difficile pensare al dialogo in questa stregua”. “Davvero peccato – commenta il Cavaliere – perchè in tutta Europa le sinistre socialdemocratiche sono orientate per le misure necessarie a fronteggiare la crisi alla solidarietà e alla condivisione”.

Il presidente del Consiglio non manca di parlare anche delle intercettazioni e auspica che “si possa vivere nella libertà, con le garanzie che uno Stato liberale deve dare ai suoi cittadini anche rispetto alla vexata questio della privacy, al rispetto della riservatezza delle nostre corrispondenze e telefonate, che è una parte importante del nostro diritto di libertà”. Ci stiamo battendo anche per questo”, conclude.

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