POTENZA. A lungo e invano cercato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza e nei locali attigui nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere, l’orecchino destro pendente di Elisa Claps, …
… la studentessa potentina uccisa nel 1993, è stato ritrovato dal medico legale Francesco Introna durante lo svolgimento dell’autopsia, dopo essere apparso alla tac. La notizia, rimasta finora riservata, è stata confermata all’Ansa da fonti vicine all’inchiesta.
La ricerca dell’orecchino destro della ragazza – il sinistro era all’orecchio del cadavere – era di rilevante interesse investigativo perché, se trovato in un luogo diverso rispetto a quello della salma, avrebbe potuto dare indicazioni precise sul luogo in cui l’assassino aggredì la vittima e da dove poi la trasportò fino all’angolo del sottotetto, dove è stata ritrovata. Tra gli “accessori” che Elisa indossava quel giorno, l’orecchino destro era l’unico oggetto apparentemente mancante al momento del ritrovamento del cadavere: il sinistro fu sfilato dal medico legale durante il primo esame della salma, fatto nel sottotetto il 18 marzo scorso, e fu consegnato alla polizia. Al ritrovamento dell’orecchino mancante si è arrivati attraverso i risultati della tac eseguita alla salma – chiusa e immobilizzata in un sacco per il trasporto dei cadaveri – nell’ospedale di Matera dai medici Michele Nardella e Claudia Lopez.
Tra tanti particolari, l’esame radiografico ha evidenziato la presenza di un oggetto metallico vicino alla mano sinistra del cadavere e di un piccolissimo oggetto circolare tra l’omero e la clavicola destri. In base a tali indicazioni, il 23 marzo – sei giorni dopo il ritrovamento del cadavere – durante lo svolgimento dell’autopsia, il professor Introna ha aperto il sacco per il trasporto della salma e cercato quei due oggetti metallici evidenziati dalla tac: sotto la salma, poco lontano dalla mano sinistra, è spuntato l’orecchino destro di Elisa. Quanto all’altro oggetto, il medico legale ha esaminato con attenzione il collo del cadavere e ha rilevato la presenza di un laccetto al quale era appesa, proprio attraverso un occhiello circolare, una piccola croce in legno del tipo “Tau”.
Sono stati, dunque, tutti recuperati e sono ora nelle mani della polizia scientifica gli oggetti personali che Elisa indossava quel 12 settembre 1993, giorno in cui fu uccisa, secondo l’accusa, da Danilo Restivo, ora detenuto in Inghilterra anche per il delitto di una sarta inglese. Oltre agli orecchini pendenti, Elisa aveva gli occhiali, ritrovati in prossimità del piede destro del cadavere, con le aste ripiegate (dettaglio, questo, alla particolare attenzione della polizia) e imbrigliati in un sottile filo metallico. Al collo portava una collana a maglie strette di materiale giallo, che è stata sfilata dal medico legale e consegnata alla polizia scientifica, ed il laccio con la croce in legno recuperati durante l’autopsia. Al polso destro la ragazza aveva un bracciale di colore giallo a fine maglia antica, con medaglietta, sempre di colore giallo, raffigurante una lettera “E” inscritta in una sottile cornice rettangolare, che non è stato possibile al medico legale rimuovere nel sottotetto e che é stato “tagliato” durante l’autopsia; al polso sinistro un orologio di plastica, con quadrante di colore verde, pure recuperato e consegnato alla scientifica.
INDAGINI SUI LAVORI SOTTOTETTO. La squadra mobile della questura di Potenza e la polizia scientifica, su incarico della magistratura di Salerno, stanno continuando accertamenti, in corso già da alcuni mesi, sui lavori che sono stati eseguiti, a più riprese, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità del capoluogo lucano a partire dal 1993, successivamente all’omicidioClaps. La ragazza era scomparsa 17 anni fa e il cadavere è stato ritrovato in quel sottotetto il 17 marzo scorso. La polizia ha già identificato ed interrogato i titolari di alcune imprese e alcuni operai che fecero gli interventi: nessuno di loro – da quanto si è appreso – ha riferito di aver notato la salma, che era nel sottotetto in un angolo tra la facciata e la parete laterale sinistra della chiesa. Il particolare fa ritenere verosimile – secondo gli investigatori – che il cadavere possa essere stato occultato, con materiale di risulta o in altro modo, e solo successivamente “ripulito” fino ad apparire così come è stato ritrovato ‘ufficialmente’ il 17 marzo scorso (il viceparroco della Chiesa lo ritrovò sul finire dello scorso mese di gennaio, secondo indagini tuttora in corso). Altre verifiche sono in corso anche su un pennello di carpenteria, ritrovato vicino alla testa del cadavere, e repertato dalla polizia scientifica, come risulta dalla perizia medico-legale fatta dal professor Francesco Introna, dell’Università di Bari. L’attrezzo – secondo gli investigatori – potrebbe essere stato lasciato nel sottotetto proprio da uno degli operai che furono impegnati nei lavori.