Fiat Pomigliano, Marcegaglia: “Incredibile no della Fiom”

di Redazione

Emma MarcegagliaROMA. La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ritiene “incredibile” il no della Fiom all’accordo per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco (Napoli).

“Secondo noi – ha spiegato Marcegaglia – è incredibile che davanti a un’azienda che va contro la storia prendendo le produzioni dalla Polonia e riportandole in Italia, e che investe 700 milioni di euro, ci sia un no”. Ora “vediamo cosa succede il 22 giugno”, giorno in cui si terrà il referendum allo stabilimento, “attendiamo di capire cosa vogliono fare i lavoratori”.

L’ACCORDO SEPARATO. Martedì c’era stato l’accordo separato sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno firmato il documento, integrato, presentato dal Lingotto. La Fiom ha confermato il suo no. Al documento la Fiat ha stato aggiunto un sedicesimo punto, relativo all’istituzione di una commissione paritetica di raffreddamento sulle sanzioni, come richiesto dalle organizzazioni sindacali che venerdì avevano già dato un primo via libera al testo. È stata inoltre stabilita la data del referendum tra i lavoratori: martedì 22 giugno. “Mi auguro che la Fiom e la Cgil non vogliano ostacolare questo percorso” ha detto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti “l’accordo su Pomigliano è la rivincita dei riformisti su tutti gli altri”.

FIOM. “È un testo irricevibile, che va oltre le questioni relative allo stabilimento, che pone problemi seri di contrasto alla Carta costituzionale per quanto riguarda il diritto di sciopero e deroga alle leggi e al contratto nazionale”,aveva spiegato il responsabile del settore auto della Fiom, Enzo Masini. “I lavoratori – aggiungeva Masini – sono messi in condizione di ricatto. E anche un referendum non è possibile sotto la minaccia di chiusura di uno stabilimento. Questo è un referendum anomalo, nel senso che viene fatto: ‘Vuoi lavorare o vuoi essere licenziato?'”. Al momento della firma Masini si è alzato ed ha lasciato il tavolo. Del referendum “discuteremo mercoledì, – aveva aggiunto – abbiamo convocato l’assemblea degli iscritti della Fiom a Pomigliano”. I punti del testo, ha inoltre sottolineato, “non sono assolutamente cambiati. Il testo è lo stesso e la minaccia di licenziare i singoli lavoratori non è cambiata, c’è tutta. È stata solo istituita una commissione paritetica”. Per Masini, il negoziato non è stato “paritario”.

IDV CON LA FIOM. Con la Fiom si era schierata l’Italia dei Valori, secondo cui è stata firmata “un’intesa che riduce drasticamente i diritti individuali e collettivi previsti dalla Costituzione e dalle leggi e mettono sotto ricatto i lavoratori di Pomigliano”. Secondo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani “si poteva arrivare, con la buona volontà di tutti, a un accordo sull’assenteismo e sulla flessibilità senza sfiorare delicate questioni giuridiche. A questo punto bisogna valutare l’esito del referendum tra i lavoratori e bisogna fare in modo, e lo dico in particolare al governo, che questa vicenda eccezionale non prenda il carattere di esemplarità”. Il sindaco di Pomigliano d’Arco, Lello Russo, pensa al 22 giugno: “Dai risultati del referendum emergerà la stragrande maggioranza della classe operaia è sana, non è fatta di scioperanti a oltranza, di assenteisti, di fannulloni, ma di persone serie, lavoratori che vogliono dimostrare ai colleghi del nord che qui da noi ci sono eccellenza e produttività”.

EPIFANI: “CREDO CHE LAVORATORI DIRANNO SI”. Secondo il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, a questo punto “diventa difficile per Fiat fare marcia indietro sull’investimento: anzi il piano andrebbe accelerato”. Anche l’accordo separato, dice Epifani, “é uno strumento vecchio e non risolve i problemi di quella parte dell’accordo che, a mio modo di vedere, conserva dei margini di violazione delle leggi e, sullo sciopero un profilo di incostituzionalità”. D’altra parte, continua il numero uno della Cgil, “se l’azienda vuole avere garanzie per il futuro, prima o poi deve mettere mano all’accordo separato, perché a nostro giudizio è possibile che non regga se dovesse aprirsi un qualsiasi ricorso. Spero ci sia non solo il tempo ma la volontà dell’azienda di riflettere su questo”. Quanto al referendum, secondo Epifani “tocca alla Fiom decidere cosa fare. E’ corretto però che dica che ci sono materie non disponibili ai referendum. Allo stesso modo è altrettanto importante che i lavoratori partecipino alle consultazioni”.

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