ROMA. L’accordo separato sullo stabilimento di Pomigliano d’Arco (siglato da Fim, Uilm, Fismic e Ugl, mentre la Fiom non ha accettato le condizioni poste dal Lingotto) è uno dei temi “caldi” durante il convegno dei giovani industriali di Santa Margherita Ligure.
Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si tratta di “un punto di svolta nelle relazioni industriali”. “Lo ricorderemo come un passaggio importante – afferma il ministro – e dimostra che da oggi questo Paese è ancora più moderno perché si è adeguato alla competizione. Vale più questo accordo di molti incentivi perché non c’è incentivo finanziario che possa compensare un disincentivo normativo”. “Pomigliano – insiste Sacconi – è un modo di investire senza l’intervento della finanza pubblica in cui Fiat compie una scelta che non costa al bilancio dello Stato”. Un accordo che arriva per la “fortuna dei lavoratori del sito, della Campania e dell’intero paese e che dimostra come tutte le organizzazioni sindacali, tranne una, hanno saputo assumersi la responsabilità”. E alla Fiom, che non ha aderito alla proposta Fiat, dice: “Confido che alla fine firmeranno tutti. L’importante è che abbiano firmato Cisl, Uil, Fismic e Ug”.
E mentre a Santa Margherita Ligure arriva l’eco delle dichiarazioni di Sergio Marchionne (alla domanda se siano sufficienti quattro sindacati su cinque per andare avanti con il piano di investimento, l’ad risponde di no, aggiungendo però che “quello di venerdì è stato un passo enorme in avanti”), anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, affronta il tema: “Il no della Fiom all’accordo con Fiat sullo stabilimento è inaccettabile. Non si può dire di no per difendere alcuni lavoratori grandi assenteisti che si mettono in falsa malattia – afferma la Marcegaglia. – Chiediamo alla Fiat di ripensare la sua posizione e di cogliere questa sfida”.
Dal canto suo, la Fiom tira dritto. “Non avremo ripensamenti se entro lunedì la Fiat non apporrà significativi cambiamenti nel testo che ci ha presentato” dichiara a CNRmedia Andrea Amendola, responsabile Fiom dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. “Eravamo disponibili a parlare di flessibilità di turni e di orari, anche rispetto agli straordinari. Tutto questo, però, doveva essere legato anche alla garanzia per la sicurezza e alla salute dei lavoratori che stanno sulle linee di montaggio. Questa era ed è la nostra posizione”, chiarisce, ribadendo: “Ci deve essere un ripensamento da parte dell’azienda. Se non si pongono limiti, il ricatto sull’occupazione sarà tale che poi non ci saranno più regole”.
Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, a margine della Festa della Cisl a Levico (Tn), spera che “la Fiom ci ripensi” e che il segretario generale della Cgil “Epifani si pronunci su questo”. “Una parte del sindacato non dà prova di unità e fedeltà agli interessi dei lavoratori”, ha detto Bonanni. “Salvando quell’investimento di Pomigliano, salviamo tutti gli insediamenti della Fiat. Abbiamo già sondato i lavoratori e c’è un entusiasmo davvero importante. L’accordo per Pomigliano non è un ricatto”.