Inno di Mameli, Zaia scatena polemica. La Russa: “Obbligatorio per legge”

di Redazione

da sin. Zaia e La RussaROMA. È scontro sull’Inno di Mameli: da una parte la Lega, che non ha mai nascosto di preferirgli il Va’ pensiero verdiano; dall’altra i tanti sostenitori di “Fratelli d’Italia”, anche nei palazzi della politica.

L’ultimo botta e risposta proprio in queste ore, con il Governatore leghista del Veneto Luca Zaia che nega di aver “sostituito” l’Inno di Mameli con l’aria verdiana in occasione dell’inaugurazione di una scuola nel trevigiano e, sul fronte opposto, il ministro della Difesa Ignazio La Russa che annuncia un provvedimento per disciplinare l’uso obbligatorio dell’inno nazionale in determinate situazioni.

Intanto, il “Canto degli italiani” aspetta da oltre mezzo secolo di essere riconosciuto ufficialmente inno nazionale: subito dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, infatti, la composizione di Mameli fu adottata dal governo come inno “provvisorio”, ma tale è rimasto per tutto questo tempo, almeno da un punto di vista formale.

Nessun atto ne ha mai sancito l’ufficialità e le proposte di legge che si sono succedute nel corso delle legislature per colmare questo vuoto non sono mai andate a buon fine. Ora è di nuovo mobilitazione bipartisan, con quattro proposte di legge, due del Pdl e due del Pd, per l’ufficialità dell’inno com posto da Goffredo Mameli nel 1847 e musicato da Michele Novaro. Dopo molti tentativi, questa volta il Parlamento si appresta alla volata finale per elevare il “Canto degli italiani” al rango di inno ufficiale dopo un’attesa troppo lunga. E per “Fratelli d’Italiàa”sarebbe una bella rivincita dopo una faticosa corsa ad ostacoli, iniziata da subito.

“Presenterò un Disegno di legge per disciplinare l’uso obbligatorio in determinate circostanze dell’Inno nazionale”. Lo ha annunciato il ministro La Russa, a proposito delle polemiche scaturite in seguito alla scelta di far suonare il Va’ Pensiero all’inaugurazione di una scuola in Veneto alla quale era presente anche il presidente Zaia. “Così – ha aggiunto la Russa – avremo un riferimento normativo come esiste per l’esposizione della bandiera. In questo modo elimineremo un’altra occasione di discussione”. La Russa ha quindi precisato: “Sono stato accomunato a quelli che ci hanno creduto ma io sono l’unico che ha dubitato che Zaia avesse effettivamente deciso di non far suonare l’Inno. Ho fatto bene perchè ho scoperto che invece è stato suonato. Credo però che una sottovalutazione di questo che è un momento centrale delle cerimonie pubbliche ci sia stato anche in quell’occasione”.

Il ministro della Difesaa proposito del Va’ Pensiero che è di fatto diventato l’Inno della Lega, ha quindi commentato: “E’ perfino più patriottico dell’Inno di Mameli e mi fa piacere che la Lega lo abbia scelto”. Quindi ha polemizzato con la sinistra: “Mi fa piacere che a scandalizzarsi sia la sinistra, la stessa che quando io ero un pò più giovane quando cantavano l’Inno nazionale ci gridava dietro che eravamo fascisti. Ci hanno messo trent’anni a riconoscere l’importanza dell’Inno, speriamo non ce ne mettano altri trenta per imparare le parole”.

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