ANKARA. E’ stato formalmente incriminato stamani da un tribunale di Iskenderun, l’autista turco di 26 anni, Murat Altun, ritenuto il responsabile dell’omicidio di monsignor Luigi Padovese, il vicario apostolico dell’Anatolia, ucciso ieri a coltellate nel giardino della sua casa.
Lo riferisce l’emittente privata Ntv senza comunque precisare il capo d’imputazione. Il presunto omicida, che era al servizio dell’alto prelato da oltre quattro anni, si era convertito ad Cristianesimo ma negli ultimi tempi, come hanno confermato i familiari e vari collaboratori di monsignor Padovese, aveva dimostrato segni di precario equilibrio psicologico e per questo era in cura. L’accusato, come ha riferito oggi il quotidiano Milliyet, durante l’interrogatorio della polizia avrebbe più volte affermato di avere ricevuto “una rivelazione divina” che lo avrebbe indotto ad uccidere il monsignore.
FUNERALI IN TURCHIA E SEPOLTURA A MILANO. “Questa mattina si svolgerà l’autopsia sulla base della quale potremo sapere qualcosa di più di ciò che è accaduto. E’ possibile che i funerali si svolgano lunedì o martedì a Iskenderun, mentre il corpo sarà tumulato a Milano, nella tomba di famiglia. Padovese desiderava essere sepolto vicino a sua madre”. Lo rende noto padre Domenico Bertogli, vicario generale del Vicariato apostolico d’Anatolia, che sta seguendo gli sviluppi successivi all’omicidio del vescovo italiano. “Ci colpisce in modo particolare – ha detto don Bertogli al Sir, l’agenzia dei vescovi italiani – che ad uccidere sia stata una mano amica, una persona di cui mons. Padovese si fidava. Il giovane poco più di un mese e mezzo fa era stato curato per disturbi psicologici e ricoverato in ospedale. Monsignor Padovese aveva cercato di aiutarlo in ogni modo. Cosa sia potuto scattare nella testa di questo giovane è difficile dirlo, non riesco a capire”. “Di certo – sottolinea però il religioso – non c’é un movente politico. Abbiamo apprezzato la presenza e le parole di solidarietà del prefetto della Regione e del capo della Polizia, tra i primissimi ad arrivare sul posto”. “E’ una tragedia – conclude – che colpisce tutta la Chiesa turca, tutti i fedeli cristiani”.
PAPA: “EPISODIO CHE NON OSCURA DIALOGO CON ISLAM”.
L’ombra dell’omicidio di monsignor Padovese non ha nulla a che fare, “non può essere attribuito alla Turchia e ai turchi” e “non deve oscurare in alcun modo il dialogo con l’Islam”.E’ quanto ha affermato Papa Benedetto XVI, nella conferenza stampa in aereo, durante il viaggio a Cipro. “Di sicuro – ha spiegato – non si tratta di un assassinio politico, religioso”. “Naturalmente – ha detto – sono profondamente addolorato della morte di mons. Padovese, che ha anche molto contribuito alla preparazione del sinodo, ha collaborato e sarebbe stato un elemento prezioso. Raccomandiamo alla bontà del Signore la sua anima”. “Questa ombra tuttavia – ha proseguito – non ha niente a che fare con i temi del viaggio perché non dobbiamo attribuire questo alla Turchia o ai turchi”. “Questa è una cosa – ha ammesso – sulla quale abbiamo poche informazioni. Di sicuro non si tratta di un assassinio politico, religioso. Si tratta di una cosa personale. Aspettiamo ancora tutte le spiegazioni, ma non vogliamo adesso mescolare questa situazione tragica – ha sottolineato – al dialogo con l’Islam e ai problemi del nostro viaggio”. “E’ un caso a parte che rende tristi ma – ha ribadito – non dovrebbe oscurare in alcun modo il dialogo che sarà tema e intenzione del mio viaggio”.
AMBASCIATORE: “ACCERTATE RESPONSABILITA'”.
“Dalle prime risultanze dell’indagine, la responsabilità dell’accusato sarebbe stata accertata. Altrettanto non si può dire per il perché del suo gesto anche se gli investigatori tendono ad escludere del tutto ogni motivazione a sfondo politico-religioso”. E’ quanto ha riferito all’Ansa l’ambasciatore d’Italia Carlo Marsili che è in costante contatto con le autorità inquirenti. “C’é comunque da dire – aggiunge il diplomatico italiano – che le autorità turche si sono mosse con tempestività sulla vicenda e ho già ricevuto un referto medico di tre pagine sulla vittima che, dopo la traduzione, sarà inviato per informazione alla Farnesina”. “Molte sono state anche le espressioni di cordoglio da parte delle autorità turche. Ieri ho ricevuto le condoglianze del ministro della Cultura turco Ertugrul Gunay e di due viceministri degli Esteri, la signora Ayse Sezgin e Unal Cevikoz, che si sono detti molto addolorati per la morte del vicario apostolico. Ho saputo anche che il ministro degli Esteri Mehmet Davutoglu ha telefonato al nostro ministro Frattini per fargli personalmente le condoglianze”, ha concluso Marsili.
FRATTINI: “TENSIONI IN MEDIORIENTE NON GIOVANO A NESSUNO”. “Allo stato attuale le autorità turche tendono a escludere una motivazione ideologica o religiosa e a propendere per un atto di squilibrio mentale. Ma é chiaro che un clima di tensione in Medio Oriente non giova a nessuno, un clima che eccita gli animi può essere pericoloso per tutti”. Lo ha detto all’Ansa il ministro degli Esteri, Franco Frattini. “Il segnale è devastante. Noi facciamo un appello a raffreddare le tensioni da tutte le parti”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. Frattini ha anche riferito della telefonata ricevuta direttamente dal ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu. “Il ministro ha tenuto a informarmi personalmente perché anche loro hanno avuto sempre grande considerazione per questo vescovo e anche lui era sinceramente dispiaciuto”.
CONDOGLIANZE DEL PRESIDENTE TURCO.
Ilpresidente turco Abdullah Gul ha inviato oggi un messaggio di condoglianze a Papa Benedetto XVI, oggi in visita a Cipro, per la morte del vicario apostolico. “L’uccisione del prof. Luigi Padovese da parte del suo autista che era in cura per motivi psicologici – si legge nel messaggio di Gul – ha provocato profonda tristezza in tutti noi. I servigi resi da mons. Padovese per l’amore e la fratellanza nella città di Iskenderun saranno sempre ricordati con apprezzamento. Qualsiasi siano i motivi dell’aggressione – conclude il messaggio – l’attacco contro Padovese è stato maledetto dal popolo turco. Le porgo i più sinceri sentimenti di condoglianze alla famiglia e agli amici di Padovese e a tutta la comunità cattolica”.
ARCIVESCOVO TRENTO: “ERA PREOCCUPATO PER MINACCE”.
“Monsignor Padovese era preoccupato per le minacce di cui sono oggetto i cristiani in Turchia”. Lo ha detto l’arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, che ha ricordato il vescovo assassinato nell’omelia del Corpus Domini in cattedrale, a Trento. L’arcivescovo Bressan conosceva da anni Padovese e lo aveva incontrato in più occasioni anche recentemente. Bressan si è riferito ai martiri di ogni tempo “ai quali si è aggiunto il sacrificio di mons. Padovese, così vicino alla nostra diocesi e ai nostri missionari in quel Paese: è una sofferenza che appesantisce la nostra giornata”.
AVVENIRE: “IN TURCHIA TROPPE VIOLENZE SU MINORANZE”. “Può darsi” che l’omicidio di mons. Luigi Padovese vicario apostolico in Turchia sia “un atto di follia”, “ma non possiamo non domandarci come mai siano così numerosi nel Paese della Mezzaluna e perché siano quasi sempre diretti contro gli esponenti delle minoranza religiose”. E’ quanto rileva il giornale dei vescovi italiani, Avvenire, in un editorialea commento diun “brutale omicido” la cui “effettiva dinamica”, osserva il quotidiano, “resta tutta da spiegare”. Avvenire riporta anche come l’assasinio diPadovese sia avvenuto “alla vigilia del viaggio del Papa a Cipro, l’ultimo Paese diviso d’Europa, occupato per un terzo del suo territorio dall’esercito di Ankara ma anche laboratorio di dialogo e di riconciliazione tra fedi”. Un viaggio, quello di Benedetto XVI, su cui, prosegue Avvenire, “qualcuno ha voluto mettere una mina distruttiva, tanto più deflagrante quanto più l’intero Medio Oriente è tornato in questi ultimi giorni a riesplodere pericolosamente”. Si tratta, per Avvenire, di “tante, troppe coincidenze inquietanti che aleggiano su quella che intende essere una visita nel segno della pace, del perdono, della riconciliazione”.