TRENTOLA DUCENTA. Assolti dalle accuse di ricettazione e simulazione di reato dopo il processo svoltosi dinanzi al Giudice Monocratico di Aversa.
La sentenza ha riguardato tre persone coinvolte in una vicenda relativa al furto di un ciclomotore ed al suo successivo rinvenimento ad opere dei carabinieri della Stazione di Trentola all’epoca dei fatti guidati dal maresciallo Salvatore Papa. A finire sotto processo Michele Di Caprio, 39 anni, Domenico Salviati, 51 anni ed il figlio di questi Angelo Antonio Salviati, 28 anni, tutti di Trentola Ducenta.
La questione prende le mosse da una perquisizione compiuta a giugno del 2007 dai Carabinieri di Trentola nell’abitazione occupata da Di Caprio. Nel corso di questo accertamento le forze dell’ordine, oltre a rinvenire della sostanza stupefacente, in un cantinato trovarono anche una motocicletta risultata rubata qualche anno prima. La motocicletta era stata denunciata quale oggetto di un furto da parte di Domenico Salviati, titolare di una pizzeria a Trentola Ducenta. La motocicletta fu sequestrata e secondo le indagini condotte dai Carabinieri era stata occultata dai Salviati e da Di Caprio dopo la presunta falsa denuncia di furto. Da questi dati era partita la denuncia nei confronti di Di Caprio per il reato di ricettazione, mentre nei confronti di Salvati Domenico ed Angelo Antonio c’era stata la denuncia per simulazione di reato. Nel corso del processo, oltre ad ascoltare alcuni testimoni, è stato sentito il maresciallo Papa, all’epoca dei fatti comandate della stazione dei Carabinieri di Trentola.
Alla fine il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna degli imputati, mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato Enzo Guida ha chiesto l’assoluzione degli imputati. Il tribunale, accogliendo dunque le richieste difensive, ha pronunciato la sentenza di assoluzione, ritenendo che gli imputati non avessero commesso i fatti per cui erano stati mandato sotto processo.