CASERTA. Vasta operazione in provincia di Caserta contro il clan dei Casalesi. 17 gli arresti eseguiti dai carabinieri, su richiesta della Direzione distretturale antimafia di Napoli, e pari ad un miliardo di euro i beni sequestrati. all’interno tutti i nomi degli indagati, foto e video
Tra i destinatari delle ordinanze ci sono anche i superlatitanti Antonio Iovine, alias “‘O Ninno”, e Michele Zagaria (nelle foto sotto),e Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco Schiavone “Sandokan”, arrestato di recente. Le indagini, condotte dal Ros, riguardano l’intero circuito economicodi imprese, complessi turistici, appartamenti e terreni, nel quale venivano reinvestiti gli enormi proventi illeciti del clan.Documentate anche le estese infiltrazioni del clan negli appalti pubblici, individuandone la diffusa rete collusiva nella pubblica amministrazione. Indagato il prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni, per il quale i pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio avevano chiesto l’arresto, ma il gip Vincenzo Alabiso ha respinto la richiesta. Maddaloni è accusato di turbativa d’asta: l’appalto è quello delle centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria a Caserta.
SEQUESTRI. C’è il lussuoso fabbricato a Casal di Principe, in cui vive la famiglia di Nicola Schiavone, ma anche la società “Best Wellnes” che fa capo all’imprenditore napoletano Sergio Pagnozzi e che gestisce un noto resort nel litorale domitio nel casertano, tra i beni per un miliardo di euro sequestrati al clan dei Casalesi, e in particolare al figlio di “Sandokan”. Complessivamente, i beni comprendono 138 appartamenti tra i Castelli Romani, il basso Lazio e il casertano; 54 società, in gran parte opeanti nel settore edile e della raccolta rifiuti, ma anche nella ristorazione, nei trasporti e nell’immobiliare; 278 terreni tra Campania, Sardegna, Puglia e Umbria per complessivi 141 ettari; 235 tra auto e moto; 600 rapporti bancari e postali. E c’è anche un bar a Casal di Principe. La società Best Wellnes è per i magistrati riconducibile al figlio del boss Schiavone e gestisce il complesso turistico-alberghiero “Hyppo Kampos”, esteso su 30 ettari nel territorio del comune di Castel Volturno, considerato uno dei piu’ grandi complessi turistico-alberghiero di lusso italiani.
Nicola Ferraro |
Luigi Ferraro |
ARRESTATO EX CONSIGLIERE FERRARO.
In arresto, invece, Nicola Ferraro, ex consigliere regionale dell’Udeur, di Casal di Principe.Già coinvolto in altre due inchieste, è accusato di essersi accordato, nella doppia veste di imprenditore nel settore dei rifiuti ed esponente politico di rilievo regionale, con gli esponenti apicali delle associazioni criminali egemoni nel casertano e, in particolare, con i reggenti dei gruppi Schiavone e Bidognetti. L’ex consigliere regionale avrebbe ricevuto sostegno elettorale e, assieme al fratello Luigi, a sua volta arrestato, un appoggio determinante per l’affermazione delle loro aziende. In cambio, avrebbero prestato la loro opera a favore del clan dei casalesi per agevolare l’attribuzione di risorse pubbliche attraverso l’aggiudicazione di appalti ad imprese compiacenti, nonché per favorire il controllo da parte del clan dello strategico settore economico dello smaltimento dei rifiuti.
Nicola Ferraro, inoltre, con l’aiuto del fratello, avrebbe stretto un accordo generale con Luigi Guida, detto o drink, reggente del clan Bidognetti, per effetto del quale si ponevano come intermediari tra gli esponenti degli enti locali sui quali lex consigliere Udeur aveva influenza politica – Castelvolturno, Villa Literno, Lusciano – e lorganizzazione camorristica, per influire sull’attribuzione degli appalti ad imprenditori di comodo e sul pagamento delle somme estorsive al clan. I due, inoltre, secondo il gip, fornivano un apprezzabile contributo di rafforzamento alle strutture criminali interessate dagli accordi, che acquistavano consistenti liquidità economiche da distribuire ai singoli affiliati, ed un notevole apporto per il sostegno ed il proselitismo delle medesime organizzazioni, che acquistavano prestigio ed autorevolezza, dimostrando all’intera cittadinanza dei territori sottoposti alla loro influenza ed clan avversari il controllo degli organi istituzionali locali.
LA “CONCORRENZA” CON GLI ORSI. Ferraro è attualmente imputato in due processi, uno dei quali per lo scandalo delle assunzioni allArpac (che coinvolse mezzo Udeur campano) e per il quale era stato destinatario di un divieto di dimora in Campania, poi revocato. Titolare della Eco Campania, azienda attiva nel settore dei rifiuti, Ferraro era acerrimo rivale dei fratelli Michele e Sergio Orsi, titolari della Eco 4 e concorrenti nell’aggiudicazione degli appalti.
OMICIDIO ORSI, IL PENTITO PARLA DI UN “REGALO”. Il pentito Oreste Spagnuolo ha rivelato che il killer Giuseppe Setola, nel corso di un incontro con Luigi Ferraro, fratello di Nicola, lo salutò ricordandogli di riferire al fratello che di lì a qualche giorno avrebbe ricevuto un regalo. Dopo pochi giorni Michele Orsi fu assassinato a Casal di Principe proprio dal gruppo di Setola. Per gli inquirenti sarebbe proprio questo il regalo cui faceva cenno Setola.
Michele D’Aniello |
Vincenzo Della Volpe |
Sebastiano Ferraro |
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Francesco Iovine |
Giacomo Letizia |
Tiziana Piccolo Papa |
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Luigi Schiavone |
Mario Schiavone |
Nicola Schiavone (1978) |
Giacomo Riccio |
Salvatore Iorio |
GLI INDAGATI. Nicola Schiavone
, figlio di Sandokan; Luigi Annunziata, 52 anni, direttore dellospedale di Caserta; Luigi Aulicino, 49 anni, di Caserta, della coop. Nessy; Antonio Barbato, 26, di San Cipriano, amministratore unico della Bmc; Giuseppe Buonanno, 24, imprenditore di San Cipriano; Salvatore Busiello, 45 anni, di Pollena Trocchia (Napoli), amministratore unico della Busiello Costruzioni; Cipriano Capasso, 34 anni, di Casale, titolare dellomonima impresa edile individuale; Giacomo Caterino, 39, commercialista, di San Cipriano e residente a Caserta; Giampiero Caterino, 42, di Casale; Paolo Caterino, 66, di San Cipriano, imprenditore edile; Annamaria Cecoro, 45, di Casale; Nicola Corvino, 60, di Casale; Pasquale Corvino, 60, di Casale, amministratore unico Corem Costruzioni con sede in Caserta; Gelsomina, 48, di Centurano di Caserta; Raffaele DAlessio, 32, di Frignano, imprenditore edile; Mario DAmbrosca, 38, di Casale, titolare omonima impresa edile; Antonio DAniello, 27, di Casapesenna, imprenditore; Michele DAniello, 31, di Castel Volturno; Francesco De Angelis, 33, di Casale, amministratore unico De Angelis Costruzioni di Casale; Giuseppe De Luca, 47, di San Cipriano; Oreste De Luca, 36, geometra; Luigi De Stefano, 65, di Napoli; Cesare Del Villano, 33, di San Cipriano, imprenditore edile; Vincenzo Della Volpe, 44, di Castel Volturno; Luigi Di Bello, di San Cipriano, titolare impresa edile Di Bello; Nicola Di Caterino, 51, di Casale; Emilio Di Sarno, 71, di San Cipriano; Adelina Di Tella, 52, di Frignano; Gianluca Diana, 36, di Piedimonte Matese; Giuseppe Diana, detto Cuoll e papera, 51, di Casale; Nicola Diana, 28, di San Cipriano, amministratore unico Crm Srl; i fratelli Luigi Ferraro, 46, e Nicola Ferraro, 49, di Casale; Sebastiano Ferraro, 46, di Casale; Raffaele Fontana, 40, di Casapesenna; Pasquale Garofalo, 36, di San Cipriano; Aniello Giusti, 37, di Casale, socio accomandatario della Giada Costruzioni; Tullio Iorio, 36 anni, di Sparanise, geometra; Salvatore Iorio, 42 anni, di San Cipriano; Antonio Iovine, 46, alias O Ninno, latitante; Francesco Iovine, 31, di San Cipriano; Giacomo Letizia, 59, geometra dipendente dellufficio tecnico comunale di Casal di Principe; Raffaele Macchione, 59 anni, di Parete; Paolino Maddaloni, 61, di Caserta; Mario Martino, 31, di San Cipriano, imprenditore edile; Maurizio Mazzotti, 61, di Santa Maria Capua Vetere; Luigi Mercadante, 33, di Casale; Giuseppe Misso, 41, di San Cipriano; Antonio Molitierno, 45, di Aversa, amministratore unico Tecno Eco 3000; Antonio Napoletano, 50, di Santa Maria Capua Vetere; Pietro Natale, 46, di Casale; Bernardino Noviello, 36, di San Cipriano, amministratore Bera Costruzioni; Giuseppe Offreda, 70, di Dragoni, titolare firmatario della Offreda di Alvignano; Nicola Palma, 51, imprenditore di Santa Maria Capua Vetere; Giuseppe Petteruti, 37, di Roccamonfina; Giuseppe Piccolo Papa, 50, di San Cipriano, amministratore unico Impregi Srl; Pasquale Puorto, 49, di Frignano; Armando Riccio, 59, responsabile Utc di Piana di Monte Verna; Luigi Russo, 35, di Casale, imprenditore edile; Antonio Sangermano, 71, geometra dellUtc di Pietramelara; Massimiliano Santangelo, 37, di Roccamonfina; Gianluigi Santillo, 44, ex sindaco di San Potito Sannitico; Franco Schiavo, 72, di Caserta; Maurizio Schiavo, 42, di Caserta; Luigi Schiavone, 53, di Casale; Mario Schiavone, alias Bavettone, 44, di Casale; Nicola Schiavone, 32, di Casale, cugino e omonimo del figlio di Sandokan; Salvatore Schiavone, 54, amministratore della SS Costruzioni di Casale; Sergio Olmi, residente a Mestrino (Padova); Michele Sorrentino, 56, di Palma Campania (Napoli), amministratore Gemis Srl; Nicola Tessitore, 37, di Frignano; Salvatore Zippo, 35, di San Cipriano, imprenditore edile; Tiziana Piccolo Papa, 38, di Casale.
Paolino Maddaloni |
GLI APPALTI.
Una rosa di una cinquantina di imprenditori ‘disponibili’, complicità di funzionari pubblici; il ruolo di un politico, minacce e sostituzioni di buste. Così il clan dei Casalesi condizionava l’assegnazione degli appalti in numerosi comuni del casertano, tra Casal di Principe, Piano di Monteverna, Frignano, Pietramelara, Falciano del Massico e San Potito Sannitico. A spiegare come venivano truccate le gare d’appalto, tra la fine del 2004 e il primo semestre del 2007, periodo di tempo fotografato dall’indagine della Procura di Napoli che ha portato a 14 arresti, tra cui quello dell’ex consigliere regionale Nicola Ferraro, il coordinatore del Dda Federico Casiero de Raho. Era il clan dei Casalesi, spiega, a confezionare le buste di offerta, sia quelle delle ditte che dovevano vincere l’appalto, sia quelle di “appoggio”, cioè contenenti le offerte anomale perché troppo alte o troppo basse e quindi destinate ad essere scartate. A provvedere a tutto quanto, una sorta di “ufficio” che teneva conto del “turno” di vincita degli imprenditori compiacenti e, in modo sfalsato e senza commettere errori come utilizzare lo stesso ufficio postale o spedire nello stesso giorno, inviava le offerte alle pubbliche amministrazioni appaltanti. Poteva però accadere che qualche imprenditore, non inserito nel sistema, partecipasse alla gara e le intercettazioni telefoniche mostrano come Nicola Schiavone, cugino e omonimo del reggente del clan, telefonasse per dissuadere gli imprenditori e costringerli a ritirare le offerte. Nel caso in cui questo non avvenisse, le buste erano sostituite dal funzionario pubblico complice dell’organizzazione.
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LA GARA AL COMUNE DI CASERTA.
La gara fu però annullata dall’allora prefetto di CasertaMaria Elena Stasi perchè, dopo dieci mesi, l’appalto non era stato ancora aggiudicato. Stasi disponeva anche “di incaricare il dirigente competente di ricondurre l’opera nei termini economici del ‘progetto pilotà approvato dal Comune con deliberazione 225/03”.Da un’intercettazione risulta che l’ingegner Mazzotti riferì a Ferraro “di aver discusso in merito con Paolino Maddaloni e di aver saputo che questi era intenzionato ad eliminare il finanziamento per utilizzare i fondi per il completamento dei lavori per la ristrutturazione del corso”. Mazzotti riferì inoltre di aver fatto comprendere a Maddaloni che alla vicenda era direttamente interessato Ferraro avendogli testualmente detto: ‘Guarda che questa cosa sta a cuore’ e che il Maddaloni, conseguentemente, aveva deciso di non annullare la gara ma di ridurre l’importo finanziato da euro 1 milion e 400mila a 700mila euro. Tale proposito ostava con quanto disposto dalla delibera commissariale e, di conseguenza, sarebbe stato necessario per quell’amministrazione riformulare le decisioni già assunte”. Nel corso dell’incontro, si legge ancora nell’ordinanza, Nicola Ferraro “sollecitò Mazzotti ad un attento e assiduo controllo dell’andamento dell’appalto, suggerendo di esercitare una continua pressione su Maddaloni al fine di accelerare l’assegnazione dei fondi. Ferraro, peraltro, confermando ulteriormente il suo specifico interesse a perorare gli interessi di Solmi, prospettava la possibilità di seguire una procedura d’urgenza in modo da accelerare i tempi di aggiudicazione prima delle elezioni, ma Mazzotti, in merito, cercava di ridimensionare le aspettative del proprio interlocutore spiegandogli che a causa della diminuzione dell’importo a base d’asta, occorreva convocare le ditte partecipanti per convincerle ad accettare l’avvenuta decurtazione dell’importo a base d’asta; procedura, questa, che avrebbe esposto la gara a ricorsi da parte delle societ escluse”. “Effettivamente, come prevedibile, a pieno riscontro degli elementi di prova acquisiti, in data 31 marzo 2006, il commissario straordinario, Maria Elena Stasi (che non è indagata) con delibera commissariale manifestava l’opportunità di proseguire la gara precedentemente attivata riducendo al contempo l’importo da euro 1.463.100 a 767.342,70. In ragione di ciò dava mandato al dirigente competente di comunicare ai due partecipanti la decisione in modo da consentire agli stessi di valutare la sussistenza o meno della convenienza a proseguire. A seguito della delibera con la quale era stata manifestata l’opportunità di proseguire la gara precedentemente attivata, il dirigente del comune di Caserta, ingegner Antonio De Crescenzo, con raccomandata, comunicava ai due partecipanti quanto in precedenza disposto. In ragione di ciò, il 15.05.2006, contrariamente ai programmi prestabiliti, laSartec inviava una nota chiedendo chiarimenti al fine al fine di valutare la convenienza a proseguire l’appalto, perché l’atto amministrativo richiamato appariva in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria in materia di appalti. Tre giorni più tardi, nel suo ufficio di Caserta, Ferraro e Mazzotti discutevano del problema sopraggiunto, chiarendo in modo inequivocabile di aver turbato lo svolgimento della gara in questione”. “Mazzotti, stante la sopraggiunta missiva della Sartec – è scritto ancora nell’ordinanza – chiedeva al suo interlocutore se il rappresentante di questa impresa, prima di prendere la decisione di ostacolare la prosecuzione della gara, avesse o meno acconsentito alla proposta fattagli direttamente da Ferraro per concordare preventivamente l’operazione. Alla fine, con delibera della giunta comunale del 12.12.2006, veniva approvato il progetto definitivo relativo alla rete di monitoraggio della qualità dell’aria per l’importo complessivo, ulteriormente ridotto a 530mila euro. A seguito della delibera, veniva pubblicato il bando di gara, con un’ulteriore riduzione dell’importo a base d’asta a euro 407.000. Il primo aprile 2008 il dirigente De Crescenzo, Mazzotti ed il responsabile del Pic Urban 2 Maurizio procedevano all’aggiudicazione definitiva della gara alla ditta Orion”.
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