CASERTA. La matassa comincia a dipanarsi. Il risanamento dei conti della Regione procede in modo rapido ed incisivo.
Cè chi giura che presto si rientrerà dallo sforamento del Patto di stabilità. Tra i maggiori ottimisti è il consigliere regionale
Tra le opere rimaste in sospeso vi è quella del Policlinico, il cui destino appare sempre più incerto. Ed è lo stesso Polverino ad ammetterlo. Infatti, si sbilancia in un deciso deve essere ultimato a tutti i costi. E troppo importante non solo per Caserta. Gran parte della facoltà di Medicina sarà trasferita nella nuova struttura. Tra il Policlinico di Caserta ed il Vecchio Policlinico di Napoli dovrà essere concentrata tutta lattività. Completato il piano di rientro dal deficit, dopo la pausa estiva, bisognerà necessariamente mettere mano allopera, che non è solo importante per Caserta, ma per lintera Regione. Di questo Stefano Caldoro è al corrente. Come sa che si sta perdendo troppo tempo per problemi burocratici. A settembre si lascia andare il pidiellino o si procede per la sottoscrizione di un nuovo appalto, con la riapertura del cantiere ed il reintegro dei cassa integrati, o il Policlinico muore definitivamente, al di là dei tavoli finora istituiti.
Napoli e Caserta sono uniti dallo stesso destino. Anche lOspedale del Mare, la più grande opera pubblica di edilizia sanitaria, risente della stessa situazione del Policlinico. I lavori vanno a rilento ed il rischio, anche in questo caso, di un misero naufragio è concreto. La situazione dellOspedale del Mare è diversa dal Policlinico. La Regione in passato non ha mai presentato i progetti esecutivi, per accedere ai fondi strutturali. Comunque, sulle due strutture il centrodestra non può tirarsi indietro e nemmeno può assistere inerme al loro degrado. Ai casertani dobbiamo dire la verità conclude Polverino e non fare come Petteruti che ha garantito sulle opere di supporto al Policlinico per 14 milioni di euro, da reperire attraverso i fondi fas. Una cosa irrealizzabile. La gara a chi la spara più grossa deve finire. Ai fondi per le aree sottoutilizzate saranno erogati solo nel momento in cui le Regioni avranno dato concrete dimostrazioni di volere avviare processi di risanamento. Su questo sono sicuro che saremo i primi ad accedervi, per loculata politica di risanamento dei conti regionali.