E’ l’Olanda la prima finalista del Mondiale 2010. A Città del capo ha battuto 3-1 l’Uruguay ed ora attende quale sarà la sua avversaria tra Germania e Spagna.
Gli orange accedono dunque alla loro terza finale mondiale, dopo le mancate vittorie del 1974, in Germania, e del 1978, in Argentina, contro le allora rispettive squadre di casa.
Combattuta ed equilibrata più del previsto, la semifinale era cominciata con l’Olanda grande favorita. Il pronostico è stato rispettato. Ma con meno facilità del previsto, perché andavano messi in conto l’orgoglio e la compattezza della squadra uruguayana. Del resto, entrambe le formazioni erano arrivate al duello imbattute. L’Olanda sempre vincente, si era mostrata fin qui concreta, ma aveva sempre sempre avuto bisogno dei colpi dei suoi uomini migliori, sfruttato al massimo la loro capacità nel tiro dalla distanza. Così è accaduto anche contro l’Ururguay. Nei primi venti minuti grande pressione, incursioni di Robben a fatica frenate da Caceres e, al 19′ un tiro dalla grande distanza di Van Broncost che s’infila nell’angolo alto alla sinistra di Muslera. Palo e rete, portiere forse fin troppo sorpreso ma è facile giudicare frettolosamente con tiri del genere (e gli italiani che ricordano il mondiale argentino ne sanno qualcosa). Considerando le assenze determinanti nella “Celeste” (Suarez in attacco e Lugano in difesa), il pronostico sembrava destinato ad avverarsi senza troppe attese . Invece l’Uruguay con diversi “italiani” in campo (Gargano, Cavani, Caceres), non si è disunito, non si è scoperto buttandosi in avanti. E ha restituito il colpo con la stessa moneta: gran tiro da fuori area di Forlan al 42′. Prima del pareggio con il quale si è chiuso il primo tempo, Caceres, in un tentativo di rovesciata in azione d’attacco, aveva colpito al volto Demy de Zeeuw. Brutta reazione di Sneijder, nelle vesti di vendicatore: andava probabilmente espulso, ha avuto soltanto un giallo.
Nella ripresa è l’Uruguay a tentare di fare la partita: più corsa, più gioco dell’Olanda. Un paio di occasioni importanti poi, come è già accaduto in questo Mondiale, l’Olanda trova un gol decisivo, al 26′ con il solito Snejuder: rasoterra sporco, con deviazione di un difensore uruguayano e Van Persie in fuorigioco in posizione attiva. Risultato: Muslera ingannata, palla che va nell’angolino basso. E partita che cambia, subito. Tre minuti dopo Robben, un po’ troppo solo in area, schiaccia di testa su cross da sinistra di Kuyt. Tocco preciso, palo e gol. Il sogno uruguayano di ripetere le gesta della squadra di Schiaffino finisce, ma con grande onore e orogoglio. Tanto da mettere i brividi nel finale ai “tulipani”: al 46′ il gol di Maxi Pererira riaccende le speranze. E’ un sussulto: l’assalto finale non porta al 3-3 e ai tempi supplementari. Va in finale l’Olanda, che sogna in vece la prima volta, la vittoria in un Mondiale dopo due finali consecutive perse. Paradossalmente ci prova con la squadra meno bella della storia del calcio olandese. Ma anche quella con una marcia in più: anche grazie a episodi fortunati, riesce a essere sempre vincente.