ROMA. Giovedì sera, durante una cena a casa di Bruno Vespa, il premier Silvio Berlusconi ha incontrato lex alleato Pier Ferdinando Casini.
Un’occasione per tentare di ricucire lo strappo creatosi alle elezioni politiche del 2008 e soprattutto perché la vicinanza di Casini e dell’Udc potrebbe rivelarsi utile dinanzi alla crisi interna al Pdl, con Gianfranco Fini e i suoi ormai in guerra con il Cavaliere e gli ex forzisti. Al tavolo sedevano anche il governatore di Bankitalia Mario Draghi, il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, il presidente di Generali Cesare Geronzi, il sottosegretario Gianni Letta e la figlia del premier Marina.
A Casini, si vocifera, Berlusconi avrebbe offerto gli esteri, notizia smentita dal leader dello scudocrociato che comunque avrebbe posto come condizione la formazione di un nuovo governo di larghe intese, rifiutando una semplice entrata in maggioranza per mere ragioni di poltrone. “Gli atti di trasformismo in Italia non sono serviti in passato e non serviranno in futuro, e non servono oggi. Sono degradanti per chi li fa e per chi apparentemente ne è beneficiario. Qui non servono atti di trasformismo di qualcuno che saltabecca da una parte all’altra: qui serve una fase nuova di corresponsabilità nazionale”, ha detto Casinirespingendo l’ipotesi di un ingresso dei centristi nel governo. “Se io fossi il presidente del Consiglio – ha aggiunto l’ex presidente della Camera- rivolgerei un appello alla parte più responsabile dell’opposizione, non solo l’Udc anche il Pd, per chiedere di concorrere assieme ad uno sforzo di solidarietà nazionale”.
Dalla Lega, però,arriva subito uno stop all’eventualità di una cooptazione degli ex alleati: “Lega e Udc sono alternative: se qualcuno nell’Udc o anche nel Pdl pensa che il partito di Casini possa entrare nel governo sa bene che noi e l’Udc non possiamo stare insieme”, dice il ministro degli Interni Roberto Maroni. E affinché non ci siano ulteriori equivoci, il titolare del Viminale ha aggiunto: “Se qualcuno vuole uscire dalla maggioranza lo faccia, ma se cade il governo si va al voto, non ci sono alternative. Se qualcuno vuole fare “sante alleanze” non credo che i cittadini abboccheranno”. ”Sono manovre di stampo romanescoche. – ha osservato Maroni – Mi ricordano l’epoca del ’92 e del ’93, quando tutto sidecideva in qualche salotto romano”.
Per il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, invece “mai dire mai” e ricordache” una collaborazione al governo tra Lega e Udc ‘è già stata. Dunque, la questione non è tanto lo stare insieme, la compatibilità, ma il come ci si arriva”.”Veroè – aggiunge il coordinatore nazionale del Pdl – che con l’Udc abbiamo avuto problemi sulla questione del bipolarismo ma sul resto le posizioni non sono cosi’ distanti. Dopo tutto – sottolinea La Russa – facciamo parte di una famiglia comune, quella del Ppe”.