Bossi: “Iva e Irpef ai Comuni”. Ma arriva la smentita

di Emma Zampella

 CREMONA. Umberto Bossi vuole a tutti i costi il federalismo tanto che lo considera già una realtà.

Dal pulpito di Cremona, dove si è tenuta la festa della Lega del Nord di Soncino, il leader della Lega ha spiegato che il Carroccio “ha già portato a casa 15 miliardi per i Comuni, ora bisogna trovare l’accordo con Tremonti. Vedrete che ce la farò. Potrebbero girare nelle casse dei nostri Comuni l’Irpef e anche l’Iva, anche se in questo caso la situazione è più difficile”. Bossi ha chiarito che tiene a questo impegno tanto che potrebbe impegnarlo tutta l’estate, rinunciando alle sue vacanze, poiché si ritiene “un uomo di parola: piano piano porteremo a casa quello che si può. Tranquilli, fratelli padani. – ha concluso – Il federalismo è alle porte”.

Le parole di Bossi ovviamente non sono esenti da reazioni sia all’interno che fuori dalla maggioranza, scatenando pareri e contrasti politici. Si schiera a favore del senatur il ministro della Difesa Ignazo La Russa: “Quando un alleato importante come Bossi fa una proposta non si può certo fare spallucce, anche se si tratta di una proposta che può destare qualche perplessità, come nel mio caso, ma che può avere per alcuni una sua ragionevolezza. Lo ripeto, non possiamo fare spallucce, ma ora non stiamo parlando di questo tema. Di questa materia ne discuteremo sicuramente e lo faremo nelle sedi e nei luoghi opportuni”.

L’idea di Bossi ha però trovato delle contestazioni a sinistra dove non è mancata l’occasione per puntare il dito contro il governo. Anna Finocchiaro del Pdha detto: “Il clima nella maggioranza non era evidentemente abbastanza caldo per cui si è aggiunto Bossi a scaldare la temperatura. Di fronte a questa sparata su Iva e Irpef viene da chiedersi, come fanno a Roma, ‘Ma Bossi c’è o ci fa?’. Non è possibile che un leader politico come Bossi non sappia che la sua proposta è impraticabile e che le scelte del governo, di cui Bossi fa parte, vanno in tutt’altra direzione da quella da lui indicata”.La presidentedei senatori democraticiaggiunge: “La provocazione bossiana dimostra ancora di più che l’esecutivo Berlusconi non esiste più. Le affermazioni del capo della Lega sembrano già propaganda da campagna elettorale più che responsabili dichiarazioni di un ministro e questa irresponsabilità conferma che il nostro Paese è senza governo”.

A farle eco c’è anche Antonio Di Pietro: “Una volta che Irpef e Iva vengono incassate dai comuni – chiede il leader Idv – quali soldi vanno allo Stato? È un’affermazione senza senso e senza logica. Allo Stato rimarrebbero i debiti, e a quel punto si potrebbero sanare solo stampando carta moneta in tipografie clandestine. Più in generale questa uscita di Bossi dimostra totale incapacità e impreparazione tecnica, oltre all’inopportunità che questo governo resti in carica”. L’idea del leghista non sembra convincere nemmeno l’altro esponente del Pd Francesco Boccia: “Delle due, l’una: o Bossi spera di prendere in giro qualcuno oppure è in buona fede ed è lui ad essere stato preso in giro da Tremonti. L’Iva è l’imposta che finanzierà il federalismo ed è una battaglia del Pd e vinta dal Pd. – spiega Boccia – Quanto all’Irpef, come è chiaramente scolpito nella legge-delega, non si tocca. L’Irpef che è l’imposta redistributiva per eccellenza, resta alla Stato. Se Tremonti e Calderoli non lo hanno spiegato a Bossi, è grave”.

TELEPADANIA: “PAROLE STRUMENTALIZZATE”.

Il titolo è un chiarissimo “Strumentalizzate le dichiarazioni di Bossi, Irpef e Iva alle regioni!”. È il sito di Telepadania a riportare 20 secondi del comizio di Umberto Bossi a Lezzeno: “Le tasse dello Stato che devono andare alle regioni – spiega il leader della Lega – sono, io penso, l’Irpef e l’Iva o una miscela tra Irpef e Iva, niente di più flessibile. La regione può usarla o cambiare”. Un riferimento alle Regioni e non ai Comuni “differentemente da quanto sostenuto dai principali quotidiani nazionali”, è la chiosa che accompagna il frammento audio-video postato su Youtube.

“La solita tempesta in un bicchiere d’acqua”. Così il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli bolla la notizia. “Con Umberto abbiamo riso della sciocchezza sul federalismo riportata da un quotidiano locale e ripresa dalle agenzie”, dice Calderoli, “nel nostro progetto, questi tributi saranno parzialmente ad appannaggio delle Regioni”. “I tributi destinati ai comuni – precisa Calderoli – saranno quelli relativi agli immobili, con l’esclusione della prima casa, come già anticipato dal ministro Tremonti nella sua relazione al Parlamento”.

QUOTE LATTE. Bossi è anche intervenuto anche sulla questione delle quote latte, in merito alle quali il Senatur si dice dalla parte dei Cobas a cui si è rivolto nel suo discorso a Cremona. “Sto dalla vostra parte chiederò a Zaia di scendere in campo. L’ho detto anche a Berlusconi: non puoi far chiudere le fattorie del nord, la gente non capirebbe. Vi ricordate quando coi trattori volevate entrare a Milano e io vi dissi che il sindaco, che era leghista, avrebbe dovuto per forza far intervenire la polizia? Vi dissi: facciamo un patto, voi non marciate su Milano e io risolvo il problema: avete fatto bene a fidarvi allora e adesso. Galan, io non posso cacciarlo, ma chiederò a Zaia di scendere in campo: sta facendo bene in Veneto, ma lui ha a cuore come me la vostra situazione. È uno che fa, non come Galan che parla e basta”.

Nel discorso ha trovato parole anche per il leghista nonché vicepresidente della Regione Lombardia, Andrea Gibelli, a cui ha detto: “Devi dire al tuo capo Formigoni che non può manifestare con gli allevatori che non stanno dalla nostra parte: patti chiari e amicizia lunga”.

Gli attacchi anche su questo tema nei confronti di Bossi non sono mancati e a parlare sull’argomento è stato Mauro Libè dell’Udc: “Finalmente Bossi ha gettato la maschera ammettendo che difende gli allevatori che non hanno rispettato le quote latte perché con loro ha stipulato un patto segreto e immorale. I trattori delle proteste di qualche anno fa non sono entrati a Milano, per non costringere il sindaco leghista a sgombrarli, in cambio delle promessa di aiuto. A costo di violare leggi, norme comunitarie e regole morali. Davvero un bel comportamento per un politico che è per giunta ministro”.

“Ma la Lega non era il partito degli onesti? Non era il partito che agitava il cappio in Parlamento? Non era il partito che organizzava le ronde per far rispettare la legge? – chiede Ernesto Carbone, coordinatore del Forum Agricoltura del Pd. – Le dichiarazioni di Bossi ai Cobas del latte sono l’ennesima dimostrazione di come l’illegalità sia l’essenza stessa di questo governo: un ministro della Repubblica che dichiara di stare al fianco di pochi truffatori, che se ne infischia delle regole, e spudoratamente utilizza messaggi chiaramente minacciosi verso i suoi colleghi di governo”.

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