MILANO. Marco Tronchetti Provera e Carlo Buora, rispettivamente ex presidente e vicepresidente di Telecom, sono indagati dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sul dossier illegale praticato dalla security aziendale negli anni in cui a guidarla era Giuliano Tavaroli.
L’indagine, scrive il Corriere della Sera, è stata “blindata per almeno sei mesi, a cavallo degli uffici giudiziari di Roma e Milano”. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico e alla corruzione di pubblico ufficiale.
La vicenda riguarda un presunto “mercimonio di tabulati telefonici” che sarebbe stato commesso in Telecom grazie al cosiddetto sistema “Radar”, un software usato dalla Tim per proteggere dal rischio-frodi il traffico sulla telefonia mobile ma che per una sua ‘fallà poteva anche essere utilizzato per estrapolare i dati senza lasciare traccia.
Quattro anni fa il fascicolo venne aperto contro ignoti e venne chiesta anche l’archiviazione. Istanza che il gip romano respinse in quanto – anche alla luce dell’inchiesta milanese che già aveva portato a una serie di arresti – riteneva la possibilità di poter estrapolare i tabulati da sistema Radar senza lasciare traccia erano da addebitare a una responsabilità dei vertici dell’azienda.
Questo filone di indagine non ha nulla a che vedere con quello già trattato dal gup Mariolina Panasiti. Il giudice, lo scorso 28 maggio, trasmettendo gli atti al Procuratore della Repubblica, ha sollecitato un supplemento istruttorio.
“E’ estremamente difficile commentare qualcosa di cui non si ha alcuna evidenza, al di la’ della sommaria ricostruzione riportata dalla stampa e precisamente dal Corriere della Sera di oggi. Ricostruzioni, interpretazioni e sottolineature non possono tuttavia modificare i fatti, che sono molto lineari: la vicenda riguarda un sistema informatico (Radar) presente in Tim dal 1999, ben prima dunque dell’arrivo di Tronchetti Provera e Buora: 2001”. Così l’avvocato di Pirelli Fabio Rampioni commenta la notizia, ribadendo la totale estranietà dei due indagati. “Tale sistema – aggiunge – fu scoperto e segnalato nel giugno 2006 sia all’autorità giudiziaria di Milano sia al Garante della Privacy dalla Telecom di Tronchetti Provera:,su espressa indicazione dello stesso. Per questi fatti, che, si badi bene, nulla hanno a che vedere con la vicenda dei dossier, i Pubblici Ministeri di Milano non hanno mosso alcuna contestazione né a Tronchetti Provera né a Buora all’esito delle indagini nel luglio 2008 (e, per vero, a identiche conclusioni sembra esser giunto il Pm di Roma, avendo anch’egli chiesto l’archiviazione). Anche per questo, seppur attualmente, stando alle notizie di stampa, fosse pendente presso la Procura di Milano un fascicolo in indagini preliminari derivante dalla trasmissione da parte del Gip di Roma, tale circostanza non preoccuperebbe perché a tali fatti Tronchetti Provera e Buora sono estranei. Salvo pensare che, ma è oltre il paradosso, denunciando loro Radar, volessero autodenunciarsi”.