NAPOLI. La Procura di Napoli sta indagando sulla possibile truffa perpetrata ai danni di 800 investitori che tra il 2005 e il 2007 hanno volutodiventare soci della”Banca popolare del Meridione”.
Con un’azionariato popolare bastavano 2mila euro per far parte dell’affare. In tutto sarebbero stati raccolti 10 milioni di euro dei quali non si sa più nulla, così come non c’è più traccia di Raffaele Cacciapuoti, l’artefice di tutto.Ad aiutarlo nell’impresa un’organizzazione perfetta che ha messo in piedi un battage pubblicitario a tappeto, molte promesse e notevolirassicurazioni. In tanti dicono di sì: imprenditori, professionisti.
Tra i soci istituzionali, come racconta l’avvocato Giuseppe Pellegrino, “comparivano anche l’Istituto Banco Napoli Fondazione, la Banca popolare di Bari, insomma soci che fornivano una credenziale ai sottoscrittori e che sono stati anche loro raggirati”. Passando i mesi e non avendo notizie dei soldi numerosi investitori hanno cominciato a sentire puzza di bruciato.Le “pesanti irregolarità” sono venute alla luce quasi subito, spiega Pellegrino:”dal punto di vista della costituzione dell’iter amministrativo, ad esempio, visto che hanno iniziato ad acquisire i fondi prima ancora dell’autorizzazione della Consob”, aggiunge il legale.
C’è poi Cacciapuoti, 44 anni, tre lauree che qualcuno mette anche in dubbio; un titolo nobiliare, anch’esso messo in dubbio. Le denunce, al momento, sono contro di lui che èsparito e che ha lasciato una sola traccia: un assegno in sterline versato, risultato scoperto e anche di dubbia provenienza. Lungo l’elenco dei truffati.A giugnole prime denunce.
“E’ allora che abbiamo presentato un esposto in Procura. – racconta ancora Pellegrino, che insieme a Eugenio Baffi rappresenta circa 15 sottoscrittori – E’ una vicenda contorta, dove nonè del tutto chiaro chi ha avuto il ruolo di vittima e chi di protagonista”. I sospetti, per la verità, all’inizio non erano venuti proprio a nessuno.Tra loro anche chi, per la banca, ci ha lavorato. E’ il caso di Giorgio Gradogna, giornalista che della bancaè stato consulente della comunicazione. Lui, per la verità,è stato truffato due volte: la sua società non ha mai visti pagati gli stipendi e da cittadino, i suoi soldi, non crede di rivederli più.