SALERNO. Venivano introdotte clandestinamente in Italia con la promessa di un lavoro dignitoso. Ma una volta giunte sul territorio nazionale finivano inesorabilmente sulle strade del Salernitano dove erano costrette a prostituirsi.
Sabato il blitz della polizia, in diverse aree della Campania, per assicurare alla giustizia i componenti di una organizzazione criminale dedita alla riduzione in schiavitù e allo sfruttamento della prostituzione. I vertici erano personaggi albanesi che al momento risultano irreperibili.
L’indagine, che ha portato all’emissione delle dieci misure cautelari da parte della Dda di Napoli e della Procura di Napoli, risale ai primi mesi del 2006, quando la squadra mobile della questura di Salerno diede vita ad una offensiva per contrastare il fenomeno della prostituzione nel capoluogo salernitano. Tre le persone tratte in arresto: due cittadini albanesi, tra cui una donna, dedita al controllo sulla strada delle giovani prostitute,ed un italiano residente a Parete (Caserta).
Dal lavoro investigativo è emerso che le giovani albanesi giungevano in Campania dove venivano sistemate in alcune abitazioni di Parete ed Aversa, nel casertano, e a Serino, nell’avellinese. Da qui, dove finivano in uno stato di vera e proprià schiavitù, erano costrette a prostituirsi lungo le strade del Salernitano. Nel corso delle indagini è emerso anche che due degli indagati avrebbero contratto matrimoni fittizi con altrettante cittadine albanesi.