ROMA.“Una pagina nera”. Così il premier Silvio Berlusconi ha definito l’astensione dei finiani sulla mozione di sfiducia contro il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo, coinvolto nell’inchiesta P3.
Ma questo è solo l’inizio di uno sfogo culminato con l’ipotesi del voto anticipato. “Questa estate riposiamoci, ricarichiamo le pile e prepariamoci alle elezioni. Potrebbero esserci tra tre anni, ma anche molto prima”, ha detto il Cavaliere nel corso di una cena, mercoledì sera, con i deputati del Pdl a Villa Miani, a Roma, dopo aver incontrato il primo ministro britannico David Cameron.
Berlusconi non nasconde l’amarezza per quanto accaduto con Gianfranco Fini e per le ripercussioni che le scelte del suo ormai ex alleato hanno prodotto, a partire, appunto, dall’astensione dei 33 deputati di “Futuro e Libertà per l’Italia” (a cui si è aggiunta Chiara Moroni). “Avevamo una maggioranza straordinaria, un governo compatto e una squadra di giovani ministri motivati da grande idealismo, un esecutivo che ha risposto con grande efficacia alle emergenze”, ha detto il premier denunciando la precarietà che è seguita allo strappo con il presidente della Camera. Infatti, se si considera il risultato del voto sulla mozione di sfiducia a Caliendo, alla Camera ora mancano quei 17 voti che consentono alla maggioranza di tenere sotto controllo l’approvazione dei provvedimenti in Aula. “Non c’era nessuna possibilità che un mandato così largo degli elettori fosse messo in discussione. E invece è successo ciò che è successo e anche domani torneremo a leggere sui giornali internazionali descrizioni di un’Italia tornata inaffidabile” ha aggiunto il premier.
E se da un parte Berliusconi coltiva ancora la “speranza che ci sia un ricompattamento della maggioranza”, l’avvertimento che lancia ai suoi deputati è chiaro: “Al primo incidente serio dovremmo chiedere agli italiani di tornare alle urne”.
Quanto ai 34 finiani che hanno fondato un gruppo autonomo, Berlusconi assicura che “qualcuno si è fatto cacciare”: “Non abbiamo chiesto a chi fa parte del Pdl di uscirne, ma preteso dai principali autori del logoramento che dessero spiegazione davanti ai probiviri”.
Sul trio Fini-Casini-Rutelli, il leader del Pdl non è affatto tenero: “Sarebbero loro sarebbero la novità? Fini – avrebbe detto Berlusconi – è un vecchio arnese, e poi dove credono di andare?. Quanto alla rottura con il presidente della Camera il premier spiega ai sui deputati: “Nessuno di noi poteva pensare che saremmo arrivati a questo punto. Sono motivazioni solo personali”. Poi un riferimento velato alla vicenda della casa di An a Montecarlo, per la quale la Procura ha aperto un fascicolo: “C’è qualcuno che ha speranza verso un leaderal centro di notizie poco chiare che dovrebbe spiegare”.
Infine, un attacco alla stampa e il riferimento alla possibilità di cambiare la legge sulla par condicio, come hanno detto alcuni partecipanti alla cena a Villa Miani:”Il comportamento dei grandi giornali che hanno dimostrato di esserci avversari – avrebbe detto Berlusconi – è uno scandalo dentro lo scandalo”.