ROMA. Famiglia Cristiana, nel numero in uscita mercoledì, pubblica un editoriale contro “La politica degli stracci” e l’uso dei dossier per “polverizzare gli avversari”.
Un riferimento, nemmeno tanto velato, alla campagnade Il Giornale (quotidiano edito dalla famiglia del premier Silvio Berlusconi) contro i presunti “business immobiliari” del presidente della Camera Gianfranco Fini e al caso chelo stesso quotidiano diretto da Feltri sollevò nei confronti dell’ex direttore dell’Avvenire Dino Boffo. Non a caso, il settimanale dei Paolini scrive: “La clava mediatica (o il ‘metodo Boffo’) contro chi mette a nudo il re è un terribile boomerang, in un Paese che affoga in una melma di corruzione, scandali e affari illeciti”. “Disfattista – continua – non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto di regole e istituzioni”.
Poche settimane fa il settimanale, già in passato molto critico con il governo Berlusconi, era tornato ad attaccare l’esecutivo parlando di “ministri servitori” e di “una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici a esecutori dei voleri del capo”. Editoriale che aveva suscitato le piccate critiche del Pdl, come quella del ministro Gianfranco Rotondi che parlava di “pregiudizio e atto di arroganza”.
Il settimanale sollecita, inoltre, “un’intesa di unità nazionale (e solidale) che restituisca ai cittadini il diritto di eleggersi i propri rappresentanti. Dossier, minacce e ricatti velenosi volano come stracci, in un Italia ridotta alle pezze. Con politici lontani dai problemi delle famiglie, che stentano a vivere, ogni giorno alle prese con povertà e disoccupazione, soprattutto giovanile. Settembre riserverà un brusco risveglio. La ripresa è debole, soggetta alla pesante concorrenza dei nuovi mercati dell`Estremo Oriente. A scuola, anche quest`anno, la campanella suonerà a vuoto per decine di migliaia di docenti precari”.
“Il Paese che si avvia a celebrare l’Unità d’Italia – prosegue Famiglia Cristiana – è stufo di duelli, insulti e regolamenti di conti. Una politica responsabile, che miri al bene comune, richiederebbe oggi, da tutti, un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, e un’intesa di unità nazionale (e solidale) che restituisca ai cittadini il diritto di eleggersi i propri rappresentanti”.
Anche la questione morale, secondo il settimanale,è ormai “arma di contesa”. “Dalla politica ‘ad personam’ – scrive -siamo al ‘contra personam’. Ma la giusta esigenza di chiarezza vale per tutti. Sia per chi ha la pagliuzza che per chi ha la trave nell’occhio”.