ROMA. Secondo giorno a Roma per Gheddafi che lunedì incontrerà il premier Berlusconi almeno due volte. Al suo arrivo ha ricevuto centinaia di ragazze reclutate per l’occasione, come già fatto nel novembre scorso, auspicando che l’Islam diventi “la religione di tutta l’Europa”.
Poco dopo mezzogiorno all’Accademia libica, a Roma, sono arrivati quattro pullman con a bordo 200 ragazze per assistere al seminario sull’Islam del leader libico. Al loro arrivo le ragazze non hanno parlato con i giornalisti. Nel gruppo anche alcune giovani con il velo che domenica si erano convertite all’Islam con un breve rito davanti al leader libico. Un’altra ragazza portava al collo una catenina con una medaglietta con l’immagine del Colonnello.
CENA CON 800 PERSONE. Berlusconi in serata offrirà al Colonnello una cena di grandi numeri con altre 800 persone, avrebbe solo detto “è folklore”. Intanto, la tenda beduina in cui dorme il colonnello non è stata ancora stata montata. Gheddafi ha passato la notte all’interno delle mura della residenza dell’ambasciatore in zona Cassia. Alle 17 di lunedì si terrà il primo evento ufficiale della visita, il convegno all’Accademia libica su “I rapporti fra Libia e Italia”, seguito da una mostra fotografica sulla storia del paese nordafricano, e poi dall’esibizione equestre alla caserma Salvo d’Acquisto di Tor di Quinto.
AUTOSTRADE, GAS, FRONTIERE. Sul tavolo degli incontri sono in ballo parecchi affari. Il trattato prevede investimenti per un’autostrada costiera che attraverserà tutta la Libia e le forniture di gas all’Italia. Poi c’è la questione immigrati. E’ previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestre libiche che verrà effettuato dagli italiani con costo metà a carico nostro e metà dell’Ue. Si discuterà anche del risarcimento agli esuli italiani cacciati dalla Libia nel 1951 quando Gheddafi prese il potere con un colpo di stato. Infine Roma si impegna a costruire 200 abitazioni e ad assegnare 100 borse di studio a studenti libici, a curare cittadini libici vittime di mine, ed a restituire reperti archeologici depredati in epoca coloniale.
BONINO: “GHEDDAFI SEMPRE PIU’ KITSCH”.“Ogni volta che Gheddafi torna a Roma è sempre peggio della precedente, con qualche elemento di kitsch in più, come quello della conversione, con toni sgradevoli dal punto di vista istituzionale, come se stesse visitando non un Paese amico ma prostrato, senza che nessuno di coloro che lo hanno invitato gli faccia notare qualcosa”. Lo ha detto a Radio Radicale la vicepresidente del Senato Emma Bonino. “Poi la sostanza è sempre quella, gli affari commercali, che si fanno, certo, ma che si possono fare anche con più trasparenza”, conclude Bonino.
FAREFUTURO: “ITALIA DISNEYLAND DI GHEDDAFI”. “Siamo la Disneyland” del Colonnello, si legge nel sito della fondazione Fare Futuro che fa riferimento al presidente della Camera Gianfranco Fini. “Se l’Italia è diventata la Disneyland di Gheddafi, il parco-giochi delle sue vanità senili, la ragione è purtroppo politica. Nelle passeggiate romane – si legge sul sito – il rais libico non esibisce il suo temperamento eccentrico, ma la sua legittimazione, la sua amicizia con il premier, la sua paradossale centralità nella politica internazionale di un governo, quello berlusconiano, che è progressivamente passato dall’atlantismo all’agnosticismo, dalle suggestioni neo-con alla logica commerciale, per cui il cliente, se paga, ha sempre ragione”.
MALUMORI ANCHE NELLA MAGGIORANZA. Francesco Storace de La Destraha tuonato: “Qualcuno ricordi a Gheddafi che l’Europa è cristiana. Gli show sulla fede sono intollerabili”.Maurizio Lupi del Pdl: Quello che più mi preoccupa – spiega Lupi, reduce dal Meeting di Comunione e liberazione- è che ci stiamo abituando a questi show di Gheddafi, tanto che queste stupidaggini sull’Islam passano quasi in secondo piano. Bisognerebbe ricordargli che proprio la generosa accoglienza nei suoi confronti testimonia tutta la grandezza della cultura cristiana che è alla base dell´identità europea’. Insomma, conclude il vicepresidente della Camera, “Gheddafi può dire quello che vuole, il governo non è in imbarazzo. Ma noi però possiamo anche giudicarlo e sarebbe bene che le sue prediche le andasse a fare da un´altra parte”. Anche il sottosegretario Carlo Giovanardi mastica amaro: “Mentre Gheddafi può venire a dire a Roma quello che vuole, il Papa non può andare a Tripoli o in Arabia Saudita a fare altrettanto. E’ sgradevole”. Giovanardi tuttavia sulle uscite “folkloristiche” del leader libico aggiunge: “Ha atteggiamenti stravaganti, ma anche il nostro benamato presidente Cossiga diceva ogni tanto cose che scandalizzavano”. Tuona anche la Lega con l’europarlamentare Borghezio: “Nelle parole di Gheddafi traspare in tutta la sua pericolosità un progetto di islamizzazione dell’Europa che noi per primi abbiamo denunciato”. Tuttavia, il resto del Carroccio preferisce il silenzio anche perché è grazie alla Libia che il ministro Roberto Maroni ha potuto bloccare gli sbarchi dei clandestini sulle coste italiane. Se i libici si “arrabbiassero” i gommoni nel canale di Sicilia potrebbero ricomparire.
BERLUSCONI: “E’ FOLKLORE”. Palazzo Chigi, intanto,minimizzasulle polemiche sorte a seguito delle dichiarazioni di Gheddafi,preferendo mettere laccento sui vantaggi economici che lItalia è in grado di trarre dai rinnovati business con il paese libico. Le cose serie sono altre lasciamo perdere il folklore, il monito di Berlusconi.
VESCOVO: “PARLI ANCHE DEI CAMPI DI DETENZIONE IN LIBIA”.Arriva ancheuna prima sobria presa di posizione delle gerarchie cattoliche. “Gli chiederò notizie sui campi di detenzione in Libia”, ha detto monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo che lunedì sera incontrerà il colonnello all’Accademia libica.