ROMA. La Camera voterà mercoledì pomeriggio, dalle 17,la mozione di sfiducia al sottosegretario Giacomo Caliendo. E’ quanto ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Dopo lo strappo dei finiani e la nascita dei gruppi parlamentari di “Futuro e Libertà”, la votazione sull’esponente dell’esecutivo, indagato nell’inchiesta P3, dirà molto sulla tenuta della maggioranza. Bisognerà vede quale sarà l’orientamento dei 33 deputati vicini al presidente della Camera Gianfranco Fini, anche se si ipotizza un’astensione.
Non vede particolari problemi il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. “Come andrà a finire lo vedremo”, dice La Russa, “ma se il governo dà la fiducia, io credo che la daranno tutti quelli che sostengono il governo”. Dal fronte finiano arriva la proposta di Italo Bocchino: solo un nuovo patto di legislatura può salvare il governo. E Bersani attacca: “Maggioranza franata, pronti al dialogo con tutti”. La conferenza dei capigruppo ha anche fissato per domani la conversione in legge dei decreti sulla Tirrenia e sull’energia.
“I finiani faranno come riterranno, ovviamente quando presento una mozione io spero che passi”. A dirlo è il segretario de Pd, Pierluigi Bersani, che, commentando un’eventuale astensione dei deputati di Fli, dice: “Ogni voto in dissonanza, comunque calibrato, è una prima certificazione che la maggioranza è a dir poco nei guai”. Sul futuro dell’esecutivo: “La maggioranza è franata, dentro la loro crisi c’è tutta la la prospettiva di una crisi di governo, perciò innanzitutto Berlusconi deve venire in Parlamento a dirci come pensa di procedere con l’azione di governo”. Nessuna preclusione dal Pd sugli interlocutori per la rifoma della legge elettorale. Dopo l’invito di Anna Finocchiaro alla Lega, Bersani rilancia: “Pronti al dialogo con tutti”.
Anche l’Udc guarda con grande attenzione al caso Caliendo. “Per quanto ci riguarda”, ha detto il segretario nazionale, Lorenzo Cesa, “qualora la conferenza dei capigruppo decidesse la calendarizzazione della mozione di sfiducia contro il sottosegretario alla Giustizia, allora anche noi domani avremo una riunione di gruppo e assumeremo una decisione in proposito con grande attenzione”. Sugli scenari futuri, Cesa è tornato a sottolineare la necessità di un governo di responsabilità nazionale. “Noi ci appelliamo alla responsabilità di tutti”, ha detto, “perché se non c’è la volontà di farlo, da parte soprattutto di chi ha vinto le elezioni, sarà difficile”.