SALERNO. “Chi ha ucciso ha atteggiamenti più simili alle bestie che agli uomini. Mi auguro che non siano mescolati tra noi o che siano sprofondati sulle loro poltrone a guardare in tv questa grande manifestazione di affetto per Angelo”.
Lo ha detto, iniziando la sua omelia, il vescovo di Vallo della Lucania, monsignor Rocco Favale, che sta celebrando i funerali del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo. “Perché lo hanno fatto? – si è chiesto il presule – Forse per qualche affare sul territorio che è stato smascherato o rifiutato da Angelo. Povere bestie umane”.
Le esequie si sono tenute, nel porto di Acciaroli, alla presenza di migliaia di persone, che hanno resistito alla pioggia battente. Ad accompagnare il feretro, dalla chiesa dell’Annunziata, i giovani della guardiania di Acciaroli. Visibilmente commossi i familiari, tra cui il figlio Antonio che all’uscita dalla camera ardente ha ricevuto l’abbraccio commosso del regista Mario Martone, da sempre un amico di Vassallo e che qui ha girato l’ultimo suo film presentato alla recente Mostra di Venezia.Lungo la strada è stato collocato un gigantesco poster che ritrae il “sindaco pescatore” sul mare con fascia tricolore e in mano un bicchiere di vino locale.
Intanto, gli inquirenti ipotizzano ormai che l’omicidio del 5 settembre porti la firma della camorra e sia maturato a causa degli interessi legati al turismo della località del Cilento e dall’atteggiamento ambientalista e intransigente di un sindaco “sceriffo” che aveva saputo valorizzare il proprio paese. Le indagini sono coordinate dal procuratore di Salerno Franco Roberti,dai pm Dina Cassaniello e Rosa Volpe e condotte dai carabinieri del Reparto operativo guidati dal tenente colonnello Francesco Merone.
Ricostruita anche la scena del delitto: Vassallo sarebbe caduto in un tranello, ha fermato la sua Audi station wagon credendo di vedere una persona conosciuta che gli ha sparato contro nove colpi di pistola calibro 9×21.
Ai funerali era presente anche il sindaco Giuseppe Cilento, della vicina San Mauro Cilento, amico di Vassallo, che invoca la presenza dello Stato: “Acciaroli, che è la frazione turistica di Pollica – spiega Cilento – aveva una caserma dei Carabinieri e una della Guardia di finanza, che non ci sono più. Ma, per quanto i pochi Carabinieri presenti abbiano fatto tantissimo, non è possibile che resti il sindaco il presidio di una zona delicata come quella del porto”. “La nostra – continua Cilento – è una zona cuscinetto tra la camorra da una parte e la ndrangheta dallaltra. Tutto linterno del Cilento non ha fenomeni camorristici. E posso assicurare che sia nel mio paesino che a Pollica tutte le attività rilevanti sono in mani sanissime. Ma è chiaro che sulla costa ci vengono a riciclare i soldi. E allora il problema è capire come si organizza lo Stato rispetto a questo”.