CASERTA. I carabinieri della compagnia di Caserta hanno eseguito unordinanza di custodia cautelare nei confronti di Innocenzo Landolfi, di Caserta, …
… attualmente detenuto per essere già stato arrestato nel luglio del 2009 dai carabinieri di Caserta per estorsione aggravata dal metodo mafioso, e ritenuto affiliato alla fazione dei Belforte facente capo a Antonio Bruno di San Nicola La Strada.
Landolfi è gravemente indiziato di avere concorso nella realizzazione del tentativo di omicidio aggravato dal metodo mafioso ai danni di Agostino Ragozzino, avvenuto il 27 marzo del 2009. La condotta addebitata è consistita nel mettere a disposizione e successivamente nel custodire il mezzo utilizzato degli esecutori materiali dell’attentato, una motocicletta enduro di cui il Landolfi aveva la disponibilità. Infatti, il 27 marzo 2009, nella frazione Casolla di Caserta, nella piazzetta Mattia Ricca, verso le ore 19.30 due persone, a bordo di motocicletta e con il volto travisato da caschi integrali, impugnando una pistola esplodevano diversi colpi di arma di fuoco contro Ragozzino, 43 anni di Caserta (anche lui ritenuto affiliato alla fazione dei Belforte facente capo ad Antonio Della Ventura) il quale veniva attinto sia al torace che di striscio anche alla testa.
Gli immediati accertamenti inerenti i possessori della motocicletta portarono ad eseguire una perquisizione domiciliare nei confronti del Landolfi durante la quale fu rinvenuta una moto in una rimessa attigua alla propria abitazione. A seguito di tale rinvenimentosi procedeva ad effettuare prelievi Stubs sulla moto trovata e ad inviare gli esami di laboratorio presso il Ris Carabinieri di Roma. Dopo queste ulteriori risultanze si procedeva a far visionare la motocicletta alla vittima che la riconosceva senza alcun dubbio. Ed infine ulteriore riscontro è derivato dagli esiti dellaccertamento tecnico ripetibile dello Stubs finalizzato alla ricerca di residui derivanti dallesplosione di colpi darma da fuoco i quali davano esito positivo.
Per quanto attiene al movente del tentato omicidio, lo stesso è da ricondurre ad uno scontro interno agli affiliati delle varie fazioni o diramazioni del clan Belforte operanti a Caserta e comuni limitrofi, finalizzato ad acquisire legemonia nel territorio ed allinterno del gruppo, in mancanza sul territorio dei referenti storici del gruppo, perché tutti detenuti in virtù delle indagini espletate dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia.