CASERTA. Il Tar Campania-Napoli, con sentenza n. 17398 del 10 settembre
Infatti, dopo le pronunce del Tar e del Consiglio di Stato che avevano accertato la legittimità degli atti in ordine al diniego di condono, con la sentenza emessa ieri il Tribunale ha affermato la legittimità con cui i dirigenti comunali hanno, da un lato rigettato la richiesta di permesso a costruire in sanatoria, avanzata dalla società Iperion e, dallaltro, negato il rilascio di una autorizzazione commerciale per un Gacp (Aggregazione commerciale polifunzionale). La richiesta di sanatoria è stata dunque doverosamente negata dal Comune, essendo noto che le opere edilizie sono state realizzate sulla base di titoli annullati in sede giurisdizionale.
La difformità urbanistica al momento della realizzazione dellopera ha fatto si che lEnte negasse la sanatoria. Questo un primo commento del sindaco Petteruti alla lettura della sentenza: Giunge a conclusione, dopo anni di dibattito giudiziario dinanzi al Tar, la lunga vicenda dellIperion. Con una monumentale sentenza (ben 90 pagine di testo) il Tar ha infatti deciso nel merito delle questioni impiantate dalla proprietà contro i provvedimenti assunti dalla mia Amministrazione, confermando uno per uno, nessuno escluso, i provvedimenti impugnati dalla società Iperion S.p.A.. Sono occorsi dieci anni, 9 sentenze del Tar, 4 del Consiglio di Stato, una della Cassazione, per concludere definitivamente, che lIperion non può essere condonato né sanato, che il centro Commerciale non può essere autorizzato e che i conformi dinieghi adottati da questa Amministrazione sono atti dovuti, a norma delle leggi vigenti e delle sentenze succedutesi nel tempo.
Lastoria giudiziaria dellIperion nasce da quando, nel lontano 2000, lamministrazione Falco rilasciò la concessione edilizia n. 162, con cui fu autorizzata una cubatura di oltre 60mila metri cubi, rispetto agli originari 20mila, con alterazione dellimpianto urbanistico di Prg, stravolgimento delle norme regolatrici dellattività edilizia in zona F3 di interesse pubblico, tracciati di strade asserviti alle convenienze del costruendo complesso, trasformato illegittimamente in vero e proprio centro commerciale.
E questo lepilogo doloroso continua il sindaco Petteruti di una vicenda che ha lasciato sul campo morti e feriti, ha dissipato risorse economiche e travolto la vita di persone che hanno sperato e sono state illuse da una politica clientelare che non si sa a chi abbia fatto bene oltre che a coloro che si sono fatti, al tempo, paladini delloperazione. Neppure il timore delle conseguenze penali, e i processi, non ancora conclusi, che pure hanno colpito più duno, valse a frenare gli impulsi incontenibili che guidarono lamministrazione Falco. Oggi raccogliamo, come in tanti altri casi, il frutto velenoso di quelle azioni e dobbiamo gridare alla città, agli imprenditori, ai lavoratori, il rammarico per il gravissimo danno che è stato fatto. Il richiamo forte dei giudici al principio di legalità, che è sacro, mette in evidenza la responsabilità politica di chi, calpestandolo, ha soddisfatto le proprie convenienze del momento, incurante del salato conto che, dieci anni dopo, altri avrebbero dovuto pagare.