Immigrazione, il Consiglio comunale invia documento a Maroni

di Redazione

 CASTEL VOLTURNO. Il consiglio comunale di Castel Volturno del 24 settembre approva e sottoscrive un documento da inviare al ministro dell’Interno Roberto Maroni per sottolineare il grave momento economico , sociale e culturale che sta vivendo Castel Volturno.

Il documento ha riportato il voto favorevole di tutti i consiglieri comunali ed il voto contrario del solo consigliere Caprio del Pd. Il sindaco Antonio Scalzone commenta: “Quella di venerdì 24 è stata una seduta storica perché, grazie alla maturità politica che ha dimostrato quasi tutta l’opposizione, per la nostra città si può aprire una nuova era. La città si riprende il sacrosanto diritto di autodeterminarsi e non sarà più china e condizionata da politiche scellerate fatte da altri sulla pelle dei castellani. Ho avuto il sostegno morale da parte dei consiglieri che hanno dichiarato ufficialmente in consiglio comunale di fare proprie tutte le dichiarazioni rese dal sottoscritto alla stampa e di conseguenza chi vuole denunciare il sindaco di Castel Volturno lo deve denunciare assieme a tutto il consiglio comunale ed a tutta la giunta, ad esclusione dell’unico consigliere Pd. Il capo dell’opposizione, il consigliere Ferdinando Letizia, di professione avvocato, addirittura ha dichiarato che sarà pronto a difendere gratuitamente nelle sedi opportune il sindaco Scalzone da eventuali denunce che qualche associazione ha anticipato alla stampa”.

Ecco il documento approvato dal Consiglio

Sabato 18 settembre 2010 ricorreva il secondo anniversario della strage commessa da uno spietato gruppo di camorristi in località lago Patria. Un atto di una inaudita ferocia che non poteva non suscitare in tutti noi una profonda emozione ed umana pietà per le vittime di tale vile atto criminale. Non vi è alcun margine di possibile giustificazione o di perdono per tale violenza criminale che scuote la coscienza di ogni persona civile. Quindi la nostra condanna è inappellabile e definitiva, al di sopra di ogni altra considerazione, perché anche di fronte ad eventuali presunte vittime o presunti colpevoli, nessuno può arrogarsi il diritto di togliere la vita ad un essere umano. Quella sera di due anni fa, oltre ad ammazzare 7 persone quel gruppo stragista ha dato un colpo quasi mortale all’immagine di questa città ed alle speranze della nostra comunità.

Fatta questa doverosa ed ovvia premessa che è sfuggita ad una certa stampa, per il rispetto della verità e dei cittadini che rappresentiamo, è anche doveroso chiarire e precisare la esatta cronologia degli eventi.

Il giorno 13 settembre 2010 perveniva al protocollo generale dell’Ente la comunicazione da parte delle associazioni che compongono la rete antirazzista e precisamente:

1) Associazione Jerry Masslo di cui è presidente l’ex sindaco di Casal di Principe ed attuale commissario cittadino del Pd;

2) Centro Sociale ex Canapificio di Caserta;

3) Comboniani Missionari;

4) Movimento dei Migranti e dei Rifugiati

5) Padri Sacramentini;

6) Studenti medi ed universitari.

Con tale nota informavano che il giorno 18/09/2010 avrebbero posto sul luogo dell’eccidio una scultura a ricordo delle vittime innocenti.

Tempestivamente il responsabile del settore urbanistico informava i richiedenti che per tale iniziativa, la legge impone come atto dovuto la richiesta ed il successivo rilascio di un’idonea autorizzazione. Il giorno seguente il responsabile geom. Carmine Noviello viene contattato da un avvocato della parte richiedente che lo invitava a soprassedere perché avevano autonomamente deciso di procedere in ogni caso anche senza le autorizzazioni di legge, riservandosi eventualmente di provvedere solo successivamente. Dell’accaduto il Sindaco veniva informato dal responsabile e quindi tra i motivi del doveroso diniego vi era certamente, e non solo, il dovere di far rispettare la legge e pertanto inviava una nota agli interessati e per conoscenza al sig. Prefetto ed al sig. Questore di Caserta con la quale invitava le associazioni a rinunciare solo all’installazione della scultura e non alla manifestazione, come strumentalmente qualcuno ha tentato di sostenere. Altra e sostanziale motivazione dell’invito del sindaco è che una verità definitiva processuale che chiarisca i ruoli esatti dei protagonisti di questa triste vicenda al momento non esiste e vi sono molti lati oscuri che obbligano un’Amministrazione Pubblica ad un comportamento prudente. Inoltre la legge impone che per la posa di statue, monumenti, targhe o altri riconoscimenti storici, artistici, culturali, ecc. che sono espressioni della civiltà di una comunità, venga interpellato il consiglio comunale come massima espressione della volontà popolare oltre ad essere obbligatorio il parere della Soprintendenza per i BB.PP.AA. Queste sono le uniche e vere ragioni per le quali il Sindaco e tutta l’Amministrazione, consiglieri di maggioranza e di minoranza, non hanno volutamente partecipare a tale manifestazione anche perché non invitati. Tutto il clamore mediatico che ne è scaturito dall’invito a non posizionare la scultura è frutto, nella migliore delle ipotesi, di una incomprensione oppure di una voluta strumentalizzazione che nasconde inconfessabili interessi. Pertanto nel respingere decisamente e con indignazione gli attacchi strumentali nei confronti del Sindaco e di questa comunità, condividiamo la scelta opportuna di aprire anche una verifica rispetto al mondo dell’associazionismo, al fine di individuare ed isolare i professionisti della solidarietà che da anni operano in questo nostro territorio rispetto a chi realmente opera per il bene e per lo sviluppo. Quanta forza ed energia hanno sprecato queste associazioni assieme ad alcuni politici di sinistra e quanta bravura hanno messo in campo per confondere le idee e far passare un messaggio mediatico confuso e distorto per offendere il Sindaco Scalzone, da sempre ritenuto da queste avversario scomodo. Il nostro Sindaco in questa circostanza ha rappresentato un reale disagio della nostra cittadina, tra l’altro riconosciuto da tutte le persone oneste e senza i paraocchi della politica che spesso crea mostri nel solo interesse di tirare l’acqua al proprio mulino. Sono più di 30 anni che Castel Volturno è abusata da tutti. Nel 1980, subito dopo il terremoto in Irpinia, il Ministro Zamberletti, in accordo con l’allora sindaco di Napoli Valenzi, requisì tutte le seconde case (migliaia di ville) ed alberghi per ospitarvi circa 30.000 persone tra terremotati e senza tetti storici di Napoli. Con loro trasferirono anche il loro bagaglio culturale, i loro drammi esistenziali di generazioni e la cosiddetta arte di arrangiarsi, infatti cominciammo subito ad avere lungo le strade le bancarelle di sigarette, furti di auto, furti in appartamenti ed una diffusa illegalità. Dopo qualche anno vi fu un’altra trasmigrazione forzata a seguito del bradisismo di Pozzuoli, con altre requisizioni di case ed altre migliaia di persone portate qui a Castel Volturno. In quegli anni fu realizzato un grande progetto per il disinquinamento del golfo di Napoli, con i fondi della cassa del Mezzogiorno fu cementificato il canale borbonico dei Regi Lagni, costruiti 5 megaimpianti di depurazione, decine e decine di km. di reti fognarie, spesi svariati miliardi di lire che riuscirono solo in parte a realizzare il progetto: disinquinarono il golfo di Napoli a discapito del litorale Domitio che da allora risulta avere il mare più inquinato d’Europa.

Negli stessi anni abbiamo sofferto dell’emergenza rifiuti in Campania ed anche per questa altra emergenza fu sacrificata ancora una volta la nostra città.

In un territorio così martoriato da scellerate soluzioni proposte dalla politica e dalle Istituzioni, Castel Volturno volgeva al declino ed in un contesto dove il degrado cominciava inarrestabile ben si insediavano gli extracomunitari che in modo massiccio pian piano, nel giro di un decennio, invadevano letteralmente il territorio degradandolo sempre di più. Fin dai primi anni ’90 questa cittadina ha cercato di denunciare e difendersi da una vera e propria invasione che spesso è stata orientata ed indirizzata qui dove il concentramento rendeva alle organizzazioni criminali tutto più facile, per meglio gestire in affari con la camorra il traffico internazionale di droga, il traffico di esseri umani per ridurli in schiavitù, lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio delle droghe diffuso su tutto il territorio. Donne, bambini ed uomini della nostra comunità hanno spesso civilmente protestato e manifestato per denunciare alle Istituzioni ed alla politica le condizioni inaccettabili in cui costretti a vivere, le fiaccolate, le marce, le serrate dei commercianti, le petizioni popolari ed i tanti consigli comunali non hanno sortito gli effetti sperati: qualche benpensante e speculatore che vive lontano da Castel Volturno ci ha omaggiato del titolo di razzisti e fascisti.

Dopo tanti anni di denunce ci ritroviamo a difenderci dai centri sociali e da una certa politica estremista e fondamentalista perché ancora una volta è in gioco il futuro di questa città o la sopravvivenza di queste associazioni.

Una città con circa 21.000 castellani e 15.000 extracomunitari: una follia che solo in un territorio accogliente e tollerante poteva accadere. Una follia avere circa 15.000 extracomunitari di cui solo 2.000 iscritti all’anagrafe del comune, il resto clandestini. Centinaia di case, in parte occupate abusivamente oppure detenute in affitti perlopiù a nero, in condizioni igienico sanitario preoccupante per la salute pubblica, una follia. Ogni mattina gli extracomunitari partono a migliaia con mezzi pubblici per tutta la provincia di Napoli e Caserta per trovare lavoro nero, decine di negozi gestiti da loro perlopiù attività che coprono presumibilmente altre attività illecite, attività di transfer money nelle quali transitano fiumi di danaro, quasi tutti i giorni la stampa locale riporta notizie di arresti tra extracomunitari, quintali di droga trafficati e spacciati in questi ultimi anni: Castel Volturno crocevia di traffico internazionale di droga. Solo dopo varie lotte siamo riusciti ad allontanare le centinaia di prostitute che affollavano la nostra tristemente famosa strada Domitiana. Negli ultimi cinque anni vi sono migliaia di arresti e di denunce a piede libero.

Molti demagoghi ed alcuni affaristi continuano a ripetere che gli immigrati sono una risorsa, è vero lo sono per i proprietari che affittano porcilaie a nero, per datori di lavoro a nero, per la camorra e per la mafia nigeriana ed extracomunitaria.

Il 100% degli immigrati in questa città non paga la tassa sui rifiuti, il 100% non paga il trasporto pubblico, il 99% viaggia su motoscooter sprovvisti di targa, il 99% guida auto sprovviste di assicurazione rca, quasi tutti non pagano le multe, non pagano gli avvocati d’ufficio, non pagano i ricoveri, non pagano l’assistenza sanitaria, non pagano la tassa di possesso, non pagano le condanne giudiziarie, molti regolari ottengono il permesso di soggiorno su attività presumibilmente fittizie, alcuni hanno il permesso di soggiorno nonostante hanno riportato condanne penali passate in giudicato. La nostra comunità sta sprofondando sotto il peso dell’immigrazione non più sostenibile e vuole continuare a restare e vivere in una città che non sia più definita la Soweto italiana e creare quelle condizioni necessarie ed essenziali per realizzare una possibile integrazione, senza lasciarsi influenzare da tutti coloro che vogliono mantenere questa condizione assurda di paese da terzo mondo nella quale continuare a far esistere i presupposti per rimanere nel degrado, elemento fondamentale per la loro esistenza e sopravvivenza.

Per tutto quanto detto e per le allarmati iniziative in programma da parte di alcune associazioni nel tentativo di destabilizzare il territorio,

Il Consiglio Comunale

1) Ringrazia il Sig. Ministro dell’Interno On.le Roberto Maroni per la straordinaria e meritoria opera di contrasto e di lotta alla criminalità organizzata;

2) Invita il Sig. Ministro dell’Interno a visitare di persona le condizioni di disagio e di esasperazione in cui la città è costretta a vivere;

3) Chiede al Sig. Ministro dell’Interno l’espulsione dalla nostra città di tutti gli extracomunitari clandestini e di tutti coloro che hanno commesso reati;

4) Chiede di potenziare l’organico del Commissariato di P.S. presente in un territorio di frontiera come il nostro;

5) Chiede di impiegare parte delle forze dell’ordine inviate a seguito della strage del 18/09/2008 esclusivamente per controllare gli extracomunitari;

Infine chiede di ottenere finanziamenti per far fronte a progetti d’integrazione gestiti esclusivamente dalla pubblica amministrazione.
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