Afghanistan, muore militare italiano: è il trentesimo

di Redazione

 Alessandro Romani FARAH. Il tenente Alessandro Romani del nono reggimento d’assalto Col Moschin è morto questa sera in seguito alle complicazioni della ferita riportata nella mattinata di venerdì.

Il militare, di 36 anni, era stato colpito da colpi di arma da fuoco durante un’operazione per la cattura di alcune persone che avevano piazzato poco prima un ordigno lungo una strada. L’ufficiale italiano era stato sottoposto ad un’operazione chirurgica nell’ospedale statunitense ‘Role 2’ di Farah. Nel corso del conflitto a fuoco era stato colpito all’altezza della spalla, ma il proiettile è penetrato in profondità raggiungendo gli organi vitali.

In mattinata si era appreso del ferimento di due militari italiani nella provincia di Farah. Le prime notizie in arrivo dal paese asiatico, però, parlavano di ferimento non grave. I due, un ufficiale e un militare, inquadrati nella Task Force 45, stavano partecipando a un’operazione per catturare quattro insorti individuati che posizionavano un ordigno tra Farah e Delaram.

DINAMICA. I due incursori erano stati raggiunti da alcuni colpi d’arma da fuoco durante l’operazione di cattura di alcune persone che poco prima avevano piazzato un ordigno sulla strada nel distretto di Bakwa, nella provincia di Farah. In un primo tempo i militari avevano riferito che i due non erano gravi. L’operatore era intervenuto insieme a un suo collega nell’area di Bakwa a seguito della segnalazione di elementi ostili nell’area, rilevati da un drone Predator. Il distaccamento era decollato dalla base di Farah a bordo di un elicottero Chinook del Reos (Raggruppamento elicotteri per operazioni speciali), scortato da due A-129 Mangusta, per neutralizzare la minaccia. Una volta giunti sul posto, però, i militari sono stati attaccati e feriti entrambi. E lo stesso Chinhook li ha evacuati presso l’ospedale role 2 di Farah. Da subito le condizioni dell’incursore sono apparse gravi, ma non sembrava che fosse in pericolo di vita, in quanto era stato colpito alla spalla. Poi, purtroppo, il quadro clinico si è aggravato in quanto erano stati raggiunti organi vitali e l’operatore è deceduto.

CORDOGLIO. “Sincero cordoglio e fraterna vicinanza ai familiari” sono stati espressi dal Ministro degli Esteri Franco Frattini. “L’Italia – prosegue il ministro – paga oggi un ulteriore, doloroso tributo di sangue perseguendo un obiettivo irrinunciabile per la sicurezza nazionale: contribuire a costruire, con il popolo afghano, un Afghanistan sicuro e stabile dove non vi sia più alcuno spazio per i terroristi ed i nemici della pace”. “La missione in Afghanistan – conclude il titolare della Farnesina – ci impone un prezzo alto: in queste tristi circostanze, ne avvertiamo profondamente il peso, e ci sentiamo allo stesso tempo orgogliosi dell’ altissimo senso del dovere e della straordinaria professionalità delle nostre Forze Armate, impegnate in un teatro di vitale importanza strategica”.

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, esprimendo il suo cordoglio e la vicinanza alla famiglia, ha voluto ricordare come i militari italiani presenti in Afghanistan “costituiscano un presidio indispensabile contro le forze del terrore e della destabilizzazione”. Cordoglio è stato espresso anche da Massimo D’Alema, presidente del Copasir. Duro il commento del segretario del Pdci Oliviero Diliberto secondo cui “il governo italiano ha una tremenda responsabilità e dovrà rispondere della cinica indifferenza con cui ha assistito e assiste alla morte dei suoi soldati.” Il Pd, per bocca del capogruppo al Senato Antonio Rugghia ha chiesto che il governo venga in aula a riferire.

Anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha manifestato il suo cordoglio: “Ho appreso con dolore la notizia della morte del Tenente Alessandro Romani, colpito in uno scontro a fuoco in Afghanistan. A lui va il mio profondo ringraziamento e alla sua famiglia il mio più sentito cordoglio”.

LA 30ESIMA VITTIMA ITALIANA. Con quello di oggi, sale a 30 il numero degli italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione Isaf, nel 2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore ed uno si è suicidato. Già otto le vittime in questo 2010. Furono nove nel 2009. Gli ultimi due sono stati gli anni più cruenti per gli italiani. L’ultimo attentato mortale si era verificato a Herat lo scorso luglio, quando due genieri avevano perso la vita in un’esplosione durante l’operazione di disinnesco di un ordigno. L’Italia ha circa 3.300 militari impegnati in Afghanistan nell’ambito della missione Isaf guidata dalla Nato. Collabora anche alla missione Eupol di addestramento della polizia afghana, guidata dall’Unione Europea. L’ultimo attentato mortale si era verificato a Herat lo scorso luglio, quando due genieri avevano perso la vita in un’esplosione durante l’operazione di disinnesco di un ordigno.

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