ROMA.“In questo momento serve stabilità, non le elezioni”. E’ il pensiero del premier Silvio Berlusconi che mette un freno alla linea drastica di Umberto Bossi.
Il leader del Carroccio ha detto che il governo può cadere o in caso di dimissioni di Berlusconi o di voto contrario sui cinque punti proposti dal Pdl per il prosieguo della legislatura. E a chi gli ha chiesto se la Lega potesse votare contro la fiducia, Bossi ha risposto: “C’è anche questa possibilità”. Mentre, secondo il ragionamento di Berlusconi, si deve continuare a lavorare con serenità e governare. Ai dirigenti del Pdl riuniti a Palazzo Grazioli, il presidente del Consiglio avrebbe detto: “Si va in Parlamento e vediamo se c’è qualcuno che gioca a farci saltare i nervi. Io voglio governare, non voglio venir meno ai miei impegni presi con il Paese. Cercherò di convincere Bossi – ha sottolineato il premier – ora non servono le elezioni ma governare”.
Il Cavaliere è poi tornato sulla richiesta di un incontro con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano per chiedere le dimissioni di Gianfranco Fini, riferendo all’ufficio di presidenza del Pdl cheil Quirinale non può far nulla sul caso Fini. “Non è necessario andare da Napolitano” ha tagliato corto il premier. Ma quella del voto non è una prospettiva del tutto esclusa dallo stato maggiore del Pdl: “C’è il tentativo di andare avanti per portare a termine la legislatura. – ha precisato il capogruppo dei deputati, Fabrizio Cicchitto, al termine dell’incontro – Vediamo se ci sono i necessari sostegni parlamentari e solo in mancanza di questi, l’unica strada, è il voto. Questa è la linea decisa oggi dal partito”. Berlusconi ha in ogni caso deciso di riferire in aula alla Camera il 28 settembre.
Anche il presidente Napolitano ha parlato in serata spiegando di non avere ancora ricevuto richieste di incontri da parte di Berlusconi o di Bossi (ma il premier ha ribadito l’intenzione di chiedere udienza a capo dello Stato) e sottolineando di non voler commentare le parole del leader leghista: “E un problema puramente politico su cui non mi pronuncio. E un annuncio, una scelta, non so come definirlo, di cui posso solo prendere atto”. Il capo dello Stato è stato chiamato in causa più volte negli ultimi giorni, in particolare per il proposito di Berlusconi e Bossi di sollevare la questione della sopraggiunta incompatibilità del presidente della Camera al mantenimento del proprio ruolo, dopo lo strappo consumato domenica con il discorso di Mirabello. Cicchitto ha tra l’altro fatto sapere che è stato posto alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio il tema dell’incompatibilità del presidente dell’Assemblea, Gianfranco Fini, in quanto non più considerato dal Pdl “super partes”. Immediata la replica di Fini: “Ne prendo atto, non è una questione relativa a compiti e funzioni della conferenza dei capigruppo, per questo non considero necessario dare alcuna risposta in questa sede”.