PALERMO. Tragedia sfiorata all’aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo dove venerdì sera, intorno alle 20, un airbus 300 della Wind Jet è uscito fuori pista in atterraggio, pattinando sul prato prima di fermarsi.
Sul volo, che proveniva da Roma, c’erano 123 passeggeri: fortunatamente alla fine solo una decina di feriti in modo lieve, con escoriazioni alla testa e al naso. Le conseguenze dell’incidente potevano essere ben più gravi.Alcuni dei passeggeri si sono feriti al momento di lasciare il velivolo attraverso gli scivoli più che nell’atterraggio vero e proprio. Si è deciso di chiudere l’aeroporto per 24 ore ore, fino alle 21 di sabato sera,al fine diconsentire i soccorsi e lo spostamento delvelivolo.
L’uscita di pista dell’aereo è stata provocata dallafortissima pioggia e dal vento, come reso noto dalla stessa compagnia aerea che, in un comunicato, ha sottolineato “la grande preparazione del pilota che è riuscito a tenere l’aereo in assetto”, evitando uno schianto. Tutto sarebbe dipeso dal cosiddetto “wind sheare”, un fenomeno atmosferico consistente in una variazione improvvisa del vento in intensità e direzione che avrebbe messo fuori assetto il velivolo. Il carrello, a quel punto, si sarebbe piegato e l’aereo uscito di pista. La ricostruzione della Wind Jet sarà verificata dall’Agenzia Nazionale Sicurezza Volo che ha aperto un’inchiesta sulle cause dell’incidente, così come la Procura di Palermo.
“Dopo l’atterraggio fuori pista a bordo dell’aereo c’erano scene di panico e urla. – racconta Salvatore Lauro, ingegnere, 46 anni – Si sono aperte le cappelliere e molti oggetti sono caduti. Io sono stato ferito alla testa”. “Ho visto le coperture del motore di destro aperte – aggiunge – Dopo avere toccato violentemente terra sono state attivate le mascherine dell’ossigeno. Poi hanno aperto gli scivoli. E prima di lasciare il velivolo alcuni passeggeri hanno bloccato le uscite per qualche minuto perché non volevano lasciare il bagaglio a mano a bordo. Ma i componenti dell’equipaggio li hanno invitati a scendere senza trolley”. Il passeggero lamenta “il ritardo nell’arrivo dei soccorsi. Abbiamo dovuto percorrere per circa cinquanta metri la pista a piedi sotto la pioggia – racconta – prima che arrivassero le navette che ci hanno condotto al terminal”. Il passeggero è stato medicato in infermeria. “Adesso torno a casa – osserva – meno male che alla fine non è successo nulla di irreparabile. Tra i feriti quello più grave mi è sembrato un uomo con la spalla lussata”.