Limardi e Borgia: “Giudicianni si dimetta e consenta ritorno alle urne&quot

di Redazione

Maria Limardi ed Emilia BorgiaSANTA MARIA CV. Maria Limardi ed Emilia Borgia, del gruppo consiliare di opposizione “Laica…mente”, intervengono sugli sviluppi in seno alla maggioranza Giudicianni, …

che ha preso la direzione del centrodestra, chiedendo al primo cittadino di dimettersi e ridare la parola agli elettori.

Fare politica, o meglio, impegnarsi nella politica significa avere un punto di riferimento fondamentale, costituito dal valore superiore del rispetto della ‘polis’, l’antico sostantivo di origine greca che comprendeva in radice il senso stesso dello Stato. Oggi, il soggetto che si vuole impegnare politicamente presenta alla propria collettività un programma ed una coalizione e su queste basi chiede agli elettori di essere scelto affinché li possa rappresentare nella gestione della cosa pubblica. E’ e deve sempre rimanere imprescindibile il rapporto tra gli eletti e gli elettori. E’ fondamentale non dimenticare mai che il popolo nella nostra Repubblica è Sovrano, nel senso che la maggioranza di esso decide i propri governanti.

Tutti ricorderanno che nel 2007 le elezioni furono vinte dalla coalizione, costituita da Partiti e movimenti politici, che esprimeva il candidato Giancarlo Giudicianni. In altre parole il Popolo Sovrano optò per il centrosinistra di Giudicianni, mentre l’altro candidato di centrosinistra, professor Chirico, pur imparentatasi con l’Udc che esprimeva l’avvocato Alfonso Martucci, veniva bocciata dalle urne così come Franco Lopez che era espressione del centrodestra. Se è vero quanto riportato dai quotidiani locali, il sindaco Giudicianni – approfittando delle vacanze estive – proclamandosi indipendente dai partiti, e pur di rimanere inutilmente, immeritatamente ed indegnamente seduto alla poltrona di primo cittadino, ha fatto sì che la propria maggioranza divenisse di centrodestra. Atto immorale, nonché secondo ribaltone che viola ed oltraggia la volontà del Popolo Sovrano. La cittadinanza desiderava, e aveva liberamente scelto, una determinata coalizione affinché la stessa fosse caratterizzata da scelte e programmi allineati ad idee di centrosinistra. Nella nostra città, in altre parole, i principi della più alta politica sono stati traditi e rinnegati per la seconda volta. La prima volta, sempre ignorando i propri elettori, Giudicianni (certamente con l’ausilio dell’espertissimo Campochiaro) pur di gestire il potere chiedeva l’appoggio della coalizione dell’altro candidato di centrosinistra. Tradimento che tale è e rimane agli occhi della maggioranza degli elettori, ma che, forse (ed evidenziamo il forse), avrebbe accontentato quanti si riconoscono in tale area, se solo la nuova maggioranza avesse avuto un solo rigurgito di sinistra.

Quest’oggi, addirittura, pare che Giudicianni, pur di garantirsi la gestione della nostra cittadina (egli tenta di giustificarsi sostenendo che lo fa per il bene della città che, viceversa, vorrebbe vederlo a casa propria), abbia optato per un’alleanza con il centrodestra. Il dato sconcertante è che pare che proprio il presidente del Consiglio Regionale, onorevole Paolo Romano, abbia fortemente caldeggiato l’operazione politica che veramente scarna e scarsa appare finanche agli occhi di coloro che mai si sono interessati alla Politica o poco ne sanno; poco prima, ancora, aveva accolto nel proprio partito il consigliere Giovanni Campochiaro, chiacchierato uomo politico. In altre parole, pur nella consapevolezza che la maggior parte della collettività sammaritana non aveva scelto di essere rappresentata e governata da una coalizione di centrodestra, i vertici di Partito hanno aperto un dialogo che li ha portati – di fatto – a governare una città che non aveva premiato il centrodestra. Nessuno dei protagonisti dell’operazione si sta ponendo il problema, né pare scalfire alcuno la circostanza che la nostra cittadina, quando si è presentata alle urne, non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla prerogativa di essere un popolo sovrano e neanche aveva investito il Sindaco di poteri sostanzialmente incostituzionali ed antidemocratici. Altrettanto dicasi per quanti hanno votato il centrodestra ed i suoi quadri dirigenti. Il popolo sovrano, allorquando si è recato alle urne in quel giorno di maggio del 2007, aveva scelto un programma elettorale, deciso la coalizione proposta da alcuni partiti e movimenti, e riposta la fiducia in un determinato progetto politico.

Quale cittadino sammaritano si sarebbe mai recato alle urne se prima di votare gli avessero detto che stava in quel momento incaricando un soggetto di scegliere e stravolgere liberamente programmi, coalizioni, progetti politici ed alleanze? Quale cittadino sammaritano, riconosciutosi nella coalizione di centro sinistra che lo proponeva, avrebbe mai votato Giudicianni che quest’oggi transita nel centrodestra? E quale elettore di centrodestra si sarebbe mai sognato di premiare questa area politica se avesse avuto sentore dell’apertura dei vertici di partito (Romano e Garofalo) ad uomini che – per due lustri all’incirca – rivestivano cariche istituzionali sotto l’Amministrazione di Enzo Iodice?

Giudicianni, è bene evidenziarlo, aderisce al Pdl unitamente a buona parte dei consiglieri comunali che appoggiavano l’Amministrazione di centro sinistra e degli Assessori precedentemente in quota Pd. Sarebbe opportuno, talvolta, rammentare che tra le attività umane quella politica è una attività che richiederebbe un particolare senso di responsabilità, una imprescindibile lealtà verso i propri rappresentati, nonché uno specchiato senso di trasparenza. Riteniamo, purtroppo, che invece – se vero quanto riportato dagli organi di stampa – la nostra cittadina non si differenzia per nulla da una triste ‘Repubblica’ sudamericana.

Una sola cosa potrebbe salvarci dal tradimento dei principi basilari e cardini della vita democratica: una seria indignazione popolare che si manifesti in un aperto, continuato e palese dissenso verso il nostro sindaco cileno, e quanti di centro sinistra e centro destra continuano a tenergli il giuoco, pur di gestire la res publica non avendo avuto alcun mandato dal popolo sovrano.

Signor sindaco, se realmente ha a cuore le sorti della città ne faccia gli interessi ed abbia il coraggio di camminare per strada, così avrà modo di apprendere che tutti si aspettano le sue dimissioni, questa terza volta irrevocabili, senza alcun rimpianto. Lei che consapevolmente mente in Consiglio Comunale, che non ha alcuna intenzione di confrontarsi con la città su scelte di primaria importanza, Lei che sostiene di aver dato incarico al fratello di Sua madre (ovvero a zio Pasquale), Lei che dimentica che la nostra è una cittadina costituita anche da professionisti, Lei che ignora che investire nell’industria dell’archeologia può rappresentare un indotto economico per il tessuto cittadino, Lei che denigra apertamente in Consiglio comunale i commercianti sammaritani, Lei che non ha alcuna programmazione circa lo sviluppo della città, Lei che nasconde al Pubblico Consesso il concreto rischio di perdere l’unica Istituzione rimasta: il Tribunale, se ne vada via senza indugi. Non pensi alle sorti della città che glie ne sarà finalmente grata. Il popolo sovrano Le chiede di poter esercitare il proprio diritto di voto che in maniera antidemocratica ed incostituzionale Lei gli sta negando. Abbia il coraggio di dare la parola alle urne e se gli elettori Le riconosceranno meriti nelle scelte e nei metodi adottati sino a questo momento, non tema questo appuntamento che prima o poi, improrogabilmente, sempre arriverà.

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