Ospedale “Moscati”, medicina d’urgenza e pneumologia a rischio chiusura

di Antonio Arduino

 AVERSA. L’ospedale “Moscati” continua a perdere pezzi sotto lo sguardo indifferente della politica locale che, salvo l’eccezione del consigliere regionale Eduardo Giordano dell’Italia dei Valori, sembra essere interessata solo alle poltrone e non ai reali bisogni dei cittadini.

Uno dei quali è la salute, garantita dall’articolo 3 della Costituzione. Fin dai primi giorni di novembre potrebbero chiudere, infatti, la medicina d’urgenza e la pneumologia perché non previste dal piano regionale ospedaliero pur essendo attive nel nosocomio da anni, con risultati e statistiche soddisfacenti, e dopo essere state dotate – in passato – di apposito personale, assunto con concorsi riservati a specialisti in medicina d’urgenza.

Ma se per la pneumologia la chiusura appare inevitabile, per il prossimo pensionamento del medicina d’urgenza e medicina generale responsabile che non verrebbe sostituito dato il blocco delle assunzioni in atto a livello regionale, per la medicina di urgenza si tratterebbe di una vera e propria cancellazione dal momento che il personale verrebbe utilizzato per il servizio di pronto soccorso lasciando gli spazi alla medicina generale che passerebbe dal quarto a piano terra del presidio ospedaliero.

Una scelta che, se venisse ratificata dopo gli incontri in programma tra direzione sanitaria e personale, comporterebbe una massiccia riduzione dei posti letto e quindi delle possibilità assistenziali garantibili ai pazienti con problemi di tipo medico per la differenza di spazi esistente tra le due reparti che passerebbero dagli attuali 24 (più barelle) della medicina generale ai 18 della medicina d’urgenza.

Come se non bastasse il San Giuseppe Moscati potrebbe perdere anche il nuovo reparto di pediatria realizzato ex novo al secondo piano del presidio. Completo da circa due anni ma mai aperto il reparto farebbe gola agli ematologici che dovrebbero prendere servizio al Moscati dopo la chiusura dell’ospedale dei San Felice a Cancello. Una ispezione ricognitiva dei locali sarebbe stata già fatta dall’Ail che premerebbe per ottenerne l’uso per i medici specialisti in ematologia, scippando letteralmente il reparto dalle mani dei pediatri che continuano a lavorare in un reparto i cui posti letto furono temporaneamente ridotti a seguito di una ispezione dei Nas. L’apertura della nuova pediatria avrebbe anche risolto il problema del via vai a cui sono obbligati i neonati che per raggiungere le mamme, negli orari di poppata, devono prendere l’ascensore ad uso pubblico con tutti rischi che questo comporta. Un viaggio obbligato essendo il nido e la ginecologia posti rispettivamente al quarto e al secondo piano del presidio. La collocazione va contro le leggi ospedaliere che prevedono uno stesso piano per il nido e il reparto di degenza della mamme, ma quando fu adottata era una scelta era obbligata ma temporanea. Destinata a essere cancellata con l’apertura del nuovo reparto.

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