NAPOLI. La Nato dovrà ridurre da tre a due i suoi comandi interforze in Europa, “ma l’Italia non corre il rischio” di perdere quello attualmente dislocato a Napoli.
Lo ha detto il ministro della difesa, Ignazio La Russa, a margine della riunione dei ministri della Difesa e degli Esteri della Nato, in corso a Bruxelles. “Ho avuto un incontro bilaterale con il collega portoghese Augusto Santos Silva – ha detto La Russa – perché nella nuova strutturazione della Nato l’ipotesi che sta passando è quella di riconfigurare l’Alleanza con due soli comandi interforze in Europa, mentre attualmente sono tre: quello di Napoli, appunto, uno in Portogallo e l’altro in Olanda”. “Noi riteniamo – ha aggiunto il ministro – che Napoli resterà uno dei comandi”, però “il Portogallo ha la stessa ambizione: abbiamo avuto questo incontro bilaterale – ha spiegato La Russa – proprio per affrontare questo tema e cercare di risolverlo con proposte ragionevoli che siano convincenti per entrambi”. Uno dei tre comandi deve essere soppresso, ma secondo La Russa «sicuramente l’Italia non corre il rischio di rimanere senza comando, però bisogna trovare delle forme di compensazione per il Portogallo che stiamo studiando”.
I ministri della Difesa della Nato hanno concordato a Bruxelles di portare le agenzie di servizio dell’Alleanza da 14 a 3 e di riformare la struttura del comando militare e delle capacità per ridurre i costi e rendere meno statica l’organizzazione. “La discussione tra i ministri è andata via liscia come la seta”, ha riferito il portavoce della Nato James Appathurai. Gli accorpamenti e la razionalizzazione delle strutture comporterà tagli anche al personale. In particolare, per il quartier generale si parla di un passaggio da 13 mila a 9.000 dipendenti. La sede delle agenzie e i tagli al personale saranno discussi dopo il vertice di Lisbona, del 19 e 20 novembre.
Accolta dai ministri, inoltre,la proposta del segretario generale Anders Fogh Rasmussen di raggruppare le 14 agenzie esistenti, riducendole a tre (acquisizioni, logistica e comunicazioni) e dotandole di una singola struttura di supporto. Per quanto riguarda il personale, i 13 mila dipendenti, tra militari e civili, sono distribuiti tra i 12 quartier generali di comando, che verranno razionalizzati.
La proposta di riforma non intende mettere in discussione la capacità di difesa della Nato: le economie ottenute con la ristrutturazione ipotizzata saranno destinate a coprire la risposta alle nuove minacce. Per la difesa missilistica, si calcola un costo di 200 milioni di euro per mettere in connessione i sistemi già esistenti in Usa e nei paesi europei.