CASAL DI PRINCIPE.Emilio Lanfranco, già segretario cittadino del Pd, interviene sulla decisione del segretario regionale Enzo Amendola e del commissario provinciale Ciro Cacciola di commissariare il gruppo locale dei democratici per le recenti scelte amministrative.
In primis spiega Lanfranco voglio dire che nessun atto è stato mai comunicato al sottoscritto, né sono stato mai contattato da chicchessia; il tutto è avvenuto esclusivamente sugli organi di stampa. Questo fatto non è una novità visto che gli stessi Amendola e Cacciola, così come i precedenti segretari provinciali e regionali, non solo non sono mai venuti a Casal di Principe, ma nemmeno si sono mai prodigati per sostenere, negli anni della traversata nel deserto, chiunque si fosse impegnato per il partito, lasciandoci sempre e completamente soli. Questo dimostra che a loro non interessa il territorio ed il suo riscatto, ma solo ed esclusivamente il titolo del giornale, tanto per apparire. Volevano che questa città, che ha già tanti problemi, fosse, come al solito, terreno su cui speculare politicamente a livello nazionale con le varie passerelle, senza dare mai un sostegno concreto. Forse negli anni il Pd regionale era troppo impegnato ad avallare gli scempi della politica regionale bassoliniana, come è avvenuto per il dramma dei rifiuti, permettendo che la nostra regione venisse additata come fanalino di coda dItalia, proprio per la sua politica fallimentare.
Ritornando allatto di commissariamento, continua Lanfranco penso che questo sia un atto inaccettabile ed illegittimo che viola tutte le norme statutarie. E mia intenzione sollevare il problema presso gli organismi nazionali competenti. In fondo esiste uno statuto del partito e questi signori non lo hanno minimamente rispettato, il che è un fatto gravissimo. Quanto alla scelta del commissario locale non mi risulta che abbia mai avuto la tessera del Pd, né che abbia mai avuto simpatie per il Pd a livello nazionale.
Credo che il Pd e la sinistra riformista conclude Lanfranco inizieranno a rinchiudersi dentro quattro mura, incapaci di superare steccati ideologici e barriere a volte inutili, per il riscatto delle città, portando avanti solo la politica delladorazione di se stessi, così comè stato fatto negli anni passati.