CASERTA. A mezzogiorno del 29 ottobre 1910 moriva, nella sua casa di via San Carlo, Francesco De Dominicis, unico grande benefattore della Città di Caserta.
Con pubblico testamento designava, infatti, alla sua morte, il Comune quale unico erede dellintero suo notevole patrimonio mobiliare ed immobiliare, con lobbligo espresso di fondare a Caserta un Asilo infantile educativo De Dominicis, da organizzare secondo i più avanzati criteri pedagogici del tempo, per venire in soccorso della miseria e delleducazione dei figli del popolo. Ancora oggi esiste lIstituto S. Antida con asilo ed elementari. Molti casertani sono stati egregiamente formati dalle sue suore. Molti casertani si riconoscono nelle foto che li ritraggono con suor Giulia, suor Teresina, suor Rosa, suor Raffaella ed altre ancora. Parliamo degli anni 50 del Novecento. Allora via De Dominicis, intitolata allillustre benefattore, recava sotto la targa della toponomastica lam dicitura già via S. Carlo.
In anni più recenti via De Dominicis è ritornata via S. Carlo. E via De Dominicis? Nessuna strada di Caserta ricorda Francesco De Dominicis, mentre come anche nelle città di tuttItalia – cè abbondanza di strade che ricordano città e regioni dItalia. Si potrebbe fare spazio a De Dominicis, sfoltendo di un posto la lista delle città e regioni dItalia? Se lo chiedono in tanti, che sottolineano come il ricordare De Dominicis con lintitolazione di una via al suo nome sarebbe un non farlo cadere nellimmeritato oblio, nel centenario della morte. Speriamo bene.
Nella ricorrenza del primo centenario della sua morte – scrive sullOsservatorio casertano, mensile di politica, cultura e attualità il prof. Olindo Isernia, storico casertano ben conosciuto ed apprezzato per i suoi preziosi studi sulla nostra provincia e non solo – sconcerta lassenza di qualsiasi iniziativa da parte dellAmministrazione comunale in carica, che, non solo ne trascura la memoria, ma ancora non provvede ad intitolargli una strada, dopo che quella a suo nome tornò, alcuni anni fa, a chiamarsi San Carlo, e, nel momento in cui si stanno alienando i suoi beni e distraendo il ricavato dai suoi fini specifici, neppure si preoccupa di restituire allantico decoro la Cappella funeraria di famiglia, che attualmente si trova nel più completo abbandono.
LOsservatorio casertano, allo scopo di rompere lassordante silenzio, ne vuole ricordare in questo numero, in rapidi cenni, la figura, proponendosi di pubblicare, in quello successivo, a firma di Giacinto Riccio, un compendioso profilo di Francesco De Dominicis, da cui emerga, oltre alla sua indole generosa e sensibile al destino degli ultimi e degli emarginati, tutto limpegno e loperosità da lui profusi per lavanzamento ed il progresso della sua Città, quale consigliere ed assessore, per lunghi anni, del Comune di Caserta, di cui fu anche sindaco, e dellintera provincia di Terra di Lavoro nei venti anni in cui sedette nel parlamentino dellAmministrazione provinciale. Uno sconcerto che non è solo del prof. Isernia, ma di tutti i nostalgici di casertaneità. Per questi nostalgici, e speriamo di essere letti anche da chi ha la possibilità di provvedere, per le funzioni pubbliche che esercita – ed è ancora a tempo per farlo! – provvedere ad onorare Francesco De Dominicis come merita, inseriamo riportiamo queste notizie sulla vita di De Dominicis.
E sempre il prof. Olindo Isernia che scirve sukllOsservatorio casertano: Francesco De Dominicis nacque a Caserta nel 1823. Era discendente di una nobile famiglia spagnola stabilitasi a Caserta allorché il colonnello del Genio Francesco De Dominicis, dopo essere venuto nel Regno di Napoli al seguito di Carlo III, fu, successivamente, assunto come aiutante ingegnere alle dipendenze di Luigi Vanvitelli, impegnato, a quel tempo, nella costruzione del Palazzo Reale. Il nostro Francesco De Dominicis fu casertano di nascita, ma anche di cuore e di entusiasmo, per il fervore con cui amò la sua Città, alla quale, per la sua crescita e progresso, dedicò ogni sua energia e che, prima di morire, volle beneficare copiosamente, facendole dono del suo intero cospicuo patrimonio.
Da giovane De Dominicis, che nel 1848 aveva venticinque anni, militò nelle file di quella gioventù, che, ispirandosi al Mazzini, aspirava ad un diverso assetto politico della Nazione. Per queste ragioni era strettamente controllato dalla polizia borbonica ed escluso dalla partecipazione alla vita amministrativa della Città. Fu, perciò, costretto a restarsene inattivo per oltre un decennio, fino al 1860, tempo che occupò dedicandosi allapprofondimento degli studi amministrativi. Nel 1859, quando, in conseguenza dellalta stima e considerazione di cui godeva la sua persona, fu fatto, addirittura il suo nome quale sindaco della Città, la nomina fu prontamente bloccata a causa dei suoi convincimenti politici. Compiuta lUnità, divenne consigliere comunale, assessore e, nel 1880, anche sindaco della Città. Nel 1869 entrò, poi, in Consiglio provinciale, rimanendovi fino al 1889, e, nel 1872, nella Deputazione provinciale e subentrò a Salvatore Pizzi, dopo la sua morte, come deputato ordinario, restandovi fino al 1884. Con competenza e diligenza tenne pure altre cariche elettive in svariate Commissioni, mettendo in luce tutto il suo valore di amministratore «pratico, temperato, attivo, preoccupandosi sempre che lutile privato fosse posposto alla pubblica utilità».
Fu, in particolare, componente della Congregazione di Carità ed amministratore del Conservatorio SantAgostino, per il quale spiegò una particolare attività, sostenendone energicamente con successo le ragioni contro il Demanio, che voleva assorbirne totalmente le rendite in virtù della Legge, che sopprimeva le Corporazioni religiose. Fu, altresì, componente della Commissione per lapplicazione delle imposte dirette e di quella per la vendita dei beni dellAsse ecclesiastico. Partecipò anche a tutte quelle iniziative che potessero giovare allinteresse generale. Nel 1882, per esempio, con altri benemeriti cittadini, rese possibile la ripresa dellattività della Cassa di Risparmio Casertana con lo stanziamento del capitale iniziale di lire 62.000, conferito senza interessi. Ugualmente ricoprì per diversi anni l carica di tesoriere dellimportante Premio Vittorio Emanuele, dedicato in special modo alla Virtù, di cui divenne componente a vita. Grande attenzione mostrò, poi, soprattutto per leducazione popolare, che egli riteneva fosse il fattore fondamentale per il riscatto e lavanzamento nella società del ceto popolare.
Figura notevole di benefattore, non a caso volle che tra i compiti da assolvere, richiesti al Comune di Caserta per ricevere in eredità il suo patrimonio, quello principale fosse listituzione, secondo i criteri didattici più moderni, di un Asilo Infantile De Dominicis, da allogare nel palazzo di sua proprietà in via San Carlo o in un altro da prendere in affitto, che accogliesse gratuitamente 400 alunni, metà maschi e metà femmine, fino a 9 anni compiuti, «allo scopo di imprimere leducazione morale, intellettuale e religiosa ai fanciulli di ambo i sessi, dalletà di anni cinque compiti, appartenenti famiglie povere casertane». Inoltre, a favore delle donzelle povere in età da marito, residenti in Caserta centro e nelle borgate, istituiva tre maritaggi di lire 100 ciascuno e donava, dopo lavvenuta morte della sorella, oggetti, carte e libri antichi di importanza storica al Museo Campano di Capua, ed altri libri lasciava in dono al Liceo Ginnasio Pietro Giannone di Caserta.
Morì, in età avanzata, il 29 ottobre 1910, a mezzogiorno, nella sua casa di via San Carlo, n. 18. Per tre giorni restò issata la bandiera abbrunata al Palazzo Municipale. Ai solenni suoi funerali partecipò una folla imponente, fatta di autorità, di rappresentanti dei Sodalizi e di gente comune. Il corteo funebre, partendo dal palazzo De Dominicis, si snodò per via Colombo, corso Umberto, piazza Margherita, via Iolanda Margherita, fino a raggiungere la Chiesa di SantAntonio. Dopo la cerimonia religiosa, lorazione funebre principale fu pronunciata dal sindaco dellepoca, avv. Carlo Cornacchia. La salma fu tumulata nella Cappella gentilizia del defunto, nel Cimitero di Caserta, dove attualmente riposa.