Belgrado, Gay Pride: scontri tra polizia e nazionalisti

di Redazione

 BELGRADO. Scontri nel centro di Belgrado tra la polizia e i militanti dei gruppi di ultra-destra che protestano contro lo svolgimento del Gay Pride, organizzato per la prima volta in Serbia.

Circa 500 persone hanno partecipato alla parada dell’orgoglio omosessuale, che è durata 15 minuti e si è svolta sotto la protezione di oltre 5mila agenti di sicurezza in assetto antisommossa. I nazionalisti armati di mattoni, bottiglie molotov e fumogeni hanno devastato parte della sede del Partito Democratico del presidente serbo Boris Tadic, l’ingresso della sede della televisione di Stato Rts e la sede del partito Socialista del ministro degli Interni Ivica Dacic. Hanno tentato di fare incursione nella zona blindata della città scontrandosi con le forze speciali di polizia, che hanno risposto lanciando lacrimogeni.

Il bilancio è finora di 122 feriti e di questi 102 sono poliziotti. Tre dei feriti, due agenti e un civile, sono in gravi condizioni. Negli scontri 101 teppisti sono stati fermati e di questi 53 sono stati arrestati. Decine gli arresti, compresi due omofobi che sono riusciti a penetrare nella sede del parlamento.

Il presidente serbo, Boris Tadic, ha duramente condannato le violenze e i saccheggi compiuti, annunciando che i responsabili saranno arrestati e processati sulla base delle leggi della Serbia. “Gli attacchi ai poliziotti sono attacchi allo Stato”, ha detto Tadic in un comunicato diffuso dalla presidenza. “Tutti quelli che hanno messo in pericolo la sicurezza dei cittadini saranno puniti in base alla legge”, ha aggiunto.

Il viceministro della giustizia, Slobodan Homen, ha detto da parte sua che l’intera città era munita di videocamere per riprendere gli autori delle violenze. La risposta dello stato sarà “durissima” e ha ricordato che le pene per le violenze gratuite e i saccheggi vanno fino a otto anni di carcere.

I gay serbi avevano provato già due volte ad organizzare un corteo. La prima volta, nel 2001, i manifestanti furono aggrediti da una folla di estremisti di destra prima ancora di cominciare e vi furono 40 feriti. L’anno scorso la parata dell’orgoglio omosessuale fu annullata all’ultimo in seguito ad una serie di minacce.

Il gay pride, decisamente osteggiato dalla Chiesa ortodossa, ha profondamente diviso anche nei giorni scorsi l’opinione pubblica serba. Sabato migliaia di persone hanno partecipato ad una marcia a Belgrado per chiedere che fosse cancellato.

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