Brasile: Dilma Roussef, la delfina di Lula, è il nuovo presidente

di Redazione

Dilma RousseffDilma Rousseff,candidata del Partido dos Trabalhadores, ha vinto le presidenziali oggi in Brasile con oltre il 54% dei voti, a fronte del quasi 46% del candidato socialdemocratico Josè Serra.

Dopo le prime indicazioni degli exit poll dell’istituto Ibope reso noto dal sito Folha.com, che indicavano una differenza intorno al 15%, sono arrrvate le conferme dallo spoglio delle schede. Con l’80% dei voti scrutinati al ballottaggio per le presidenziali brasiliane, la 62enne delfino del presidente uscente Lula ha il 54,2% contro il 45,8% di Serra.

CHI E’ DILMA ROUSSEF. Nata a Belo Horizonte, nello stato di Minas Gerais, il 14 dicembre 1947, Dilma ha trascorso un’infanzia agiata, studiando nel prestigioso Collegio Sion, dove le lezioni venivano impartite in francese. A 18 anni si innamora del giornalista Claudio Galeno de Magalhaes Linhares, che la introduce alle teorie del socialismo rivoluzionario e poco dopo, in seguito al colpo di stato militare del 1964, entra nell’organizzazione sovversiva Politica Operaia, partecipando in prima persona ad azioni di lotta armata.

In poco tempo, grazie alle sue riconosciute doti di leadership, Dilma diventa uno dei capi dell’organizzazione, emergendo come una delle pochissime donne con ruoli di comando nei gruppi armati rivoluzionari nel Brasile degli anni ’60. In quel periodo conoscerà un altro membro dell’organizzazione, Carlos Franklin Paixao de Araujo, suo compagno di vita per i successivi trent’anni, e padre della sua unica figlia Paula; i due si sono separati nell’anno 2000.

Alla fine degli anni ’60, Dilma entra nel gruppo Avanguardia Armata Rivoluzionaria, nata dalla fusione di Politica Operaia e Colina. Il suo ruolo all’interno dell’organizzazione è così importante, che le vengono attribuiti i soprannomi di “Giovanna d’Arco della guerriglia” e “Papessa della sovversione”.

A lei è attribuita l’organizzazione della rapina al governatore dello stato di Sao Paulo, Ademar de Barros, che frutta oltre 2,5 milioni di dollari. Negli anni successivi la Rousseff ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nell’operazione. Nel 1970 viene catturata dai militari e torturata in carcere. Esce dalla prigione due anni dopo, con 10 chili in meno e un problema alla tiroide, che alcuni anni più tardi si trasformerà in un cancro. Laureata in economia all’Università Federale del Rio Grande del Sud, si iscrive in un dottorato in teoria economia ma non arriva a discutere la tesi finale.

Negli anni ’80, con la fine della dittatura militare, Dilma inizia la sua carriera politica: nel 1985 viene nominata assessore alle Finanze nel comune di Porto Alegre e nel 1990 segretario per l’Energia, Miniere e Comunicazioni nello stato del Rio Grande del Sud. Durante la sua permanenza in quest’ultimo incarico cerca di mettere in guardia le autorità federali di una possibile crisi energetica, ma nessuno le crede. A metà degli anni ’90 il Brasile viene effettivamente colpito dalla crisi e, grazie alle misure preventive prese dalla Rousseff, il Rio Grande evita il razionamento di elettricità subito da tutti gli altri stati brasiliani. Agli inizi degli anni 2000 le sue capacità vengono notate dall’allora candidato alla presidenza, ex sindacalista, Luiz Inacio Lula da Silva, che a sorpresa, dopo la sua vittoria alle elezioni del 2002, la nomina ministro dell’Energia.

Durante il suo mandato, Dilma inizia una serie di investimenti per aumentare il ruolo dello stato nella produzione energetica brasiliana e diverse campagne per favorire la popolazione più povera, come il programma “Luce per tutti”.

Nel 2005, dopo lo scandalo di corruzione che porta alle dimissioni del ministro della Casa Civil, José Dirceu, Dilma ne prende il posto, e diviene la prima donna nella storia del Brasile ad assumere in incarico così importante. Di carattere deciso e spigoloso, è famosa per le sue sfuriate con i colleghi e con i subordinati. Nei palazzi del potere gira voce che “Dilma è la persona più democratica del mondo, basta che sei d’accordo al 100% con lei”. Durante una reprimenda telefonica avrebbe fatto piangere il potentissimo presidente della compagnia petrolifera statale Petrobras, José Sérgio Gabrielli.

Dal suo temperamento aggressivo e dalla sua forte determinazione a portare a conclusione i dossier a lei assegnati deriva la grande stima che il presidente Lula nutre nei suoi confronti, così come il rispetto di tutti i leader politici brasiliani. Nel 2007 sarà lo stesso presidente Lula che la indicherà come suo delfino politico.

Sulla vita privata, la Rousseff è estremamente riservata: tra le poche informazioni che la stampa brasiliana è riuscita a carpire, ci sono quelle sulla fine della relazione con Arau’jo alla fine degli anni ’90, con il quale non si era mai sposata, sulla sua passione per la storia e per l’opera classica, e sul cancro alla tiroide che ha affrontato e sconfitto nell’aprile 2009. Costretta a sottoporsi ad un aggressivo trattamento di chemioterapia e di radioterapia, si è tagliata i capelli a zero e ha portato una parrucca per i successivi sette mesi. Intanto, l’anno prima, per prepararsi alla corsa per la presidenza, si era sottoposta a un lifting facciale che l’aveva resa ben più giovanile.

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