WASHINGTON. L’America che il 2 novembre va al voto per le elezioni di midterm è chiamata a scegliere tutti i suoi nuovi 435 deputati, 37 nuovi senatori (su 100) e 37 nuovi governatori (su 50).
Un voto che inevitabilmente viene vissuto come un giudizio sull’operato dell’amministrazione Obama alle prese, secondo sondaggi e opinionisti, con un forte calo di popolarità.
SENATO. La carica di senatore negli Stati Uniti ha una durata di sei anni. Questa norma fa sì che ogni due anni, alternativamente alle elezioni di midterm e alle presidenziali, il Senato rinnovi un terzo dei suoi rappresentanti. Al momento il Senato ha questa composizione: 57 senatori democratici, 41 Repubblicani, 2 Indipendenti. Per ottenere la maggioranza sono necessari 51 seggi, ma la regola del cosiddetto “flibustering” dà alla minoranza un tale potere di ostruzionismo che per superarlo è necessario di volta in volta arrivare a 60 voti. In queste elezioni 2010 si vota per eleggere 37 nuovi senatori. Il 19 gennaio del 2010 si è insediato nella carica anche un 38/mo nuovo senatore, il rappresentante repubblicano del Massachusetts Scott Brown, succeduto nel seggio lasciato vacante da Ted Kennedy.
RITORNA JOHN McCAIN. Ad affrontare le elezioni di midterm è chiamato tra gli altri il senatore dell’Arizona John McCain. Sfida il democratico Rodney Glassman. La sua rielezione è data per scontata. Le sfide più incerte riguardano Pennsylvania, Illinois, Nevada e California. In Pennsylvania il democratico Joe Sestak (che ha vinto le primarie contro il senatore uscente Arlen Specter) corre contro il repubblicano Pat Toomey, appoggiato dal Tea Party. In Illinois la sfida per il seggio che fu di Barack Obama è tra il democratico Alexi Giannoulias e il repubblicano Mark Steven Kirk. In Nevada si gioca la rielezione l’attuale capogruppo democratico al Senato, Harry Reid, opposto alla candidata repubblicana Sharron Angle, espressione del Tea Party. In California, la senatrice uscente Barbara Boxer compete con la ex ad della Hewlett&Packard Carly Fiorina, che in campagna elettorale ha investito 5,5 milioni di dollari suoi.
CAMERA. Con le elezioni di midterm il Congresso americano rinnova tutti i suoi 435 deputati. La Camera dei Rappresentanti è composta al momento da deputati 255 democratici, 178 Repubblicani, mentre 2 seggi sono vacanti. Per ottenere la maggioranza sono necessari 218 seggi. Le previsioni parlano di 112 seggi incerti. I candidati impegnati in una battaglia fino all’ultimo voto vanno dal Nord e Sud Dakota al Colorado, dal New Mexico all’Arizona, dal Wisconsin al Mississippi, dipende dai singoli collegi. Le previsioni, unanimi, parlano di vittoria repubblicana nella stragande maggioranza dei casi.
GOVERNATORI.Il 2 novembre l’America vota anche per rinnovare 37 governatori su 50. Ogni Stato americano prevede che un governatore resti in carica quattro anni, tranne due Stati, Vermont e New Hampshire, i cui governatori vengono rinnovati ogni due anni. Al momento del voto i Democratici vantano il governatore in 28 Stati, i Repubblicani in 22. E’ data per scontata l’elezione del democratico Andrew Cuomo a New York contro il repubblicano Carl Paladino, così come in Arizona quella dell’attuale governatrice anti-immigrati Jan Brewer contro il democratico Terry Goddard. L’incertezza riguarda la California, dove per succedere alla poltrone di Arnold Schwarzenegger il democratico Jerry Brown sfida la repubblicana Meg Whitman, e l’Illinois, dove Patrick Quinn, successore del discusso ex governatore Rod Blagojevich, corre contro il repubblicano Bill Brady.
IN CORSA ANCHE IL “TEA PARTY”. C’è attesa per il Tea Party, il movimento ultraconservatore, fondamentalista cristiano e anti-tasse che prende il nome dai Boston Tea Party, la rivolta del 1773 dei coloni americani contro la corona britannica che voleva imporre una tassa sul tè giudicata iniqua. Otto sono i candidati vicini al movimento in corsa per altrettanti seggi al Senato. Una loro vittoria spianerebbe la strada a Sarah Palin, leader del movimento, per la corsa alla Casa Bianca del 2012.