ROMA. “L’Italia è l’unico Paese che in Afghanistan che non ha armato i propri bombardieri con le bombe, tutti gli altri lo hanno fatto”.
A ricordarlo è stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il giorno dopo l’attacco in cui sono rimasti uccisi quattro alpini italiani. “Per mia decisione – ha detto al Tg3 e alla trasmissione In mezz’ora – si è stabilito che i caccia venissero utilizzati soltanto con il cannoncino di bordo, quindi l’Italia ha gli aerei senza le bombe. Ho ritenuto che potessimo farne a meno perché vi è comunque rischio di mettere a repentaglio vite civili: per questo ho pensato finora di dire no”. Ma ora, prosegue, “visto il dolore enorme che provoca ogni morte, non me la sento più di assumere questa decisione da solo, di fronte a quello che sta avvenendo: chiedo alle Camere di decidere”. Il ministro spiega che accetterebbe qualsiasi decisione, compreso l’impiego delle bombe, “se mi convincessero che questo aiuta i nostri ragazzi sul territorio”.
“RITIRO NEL 2011 SE AUMENTA SICUREZZA”. Per quanto riguarda la data del possibile ritiro dall’Afghanistan, La Russa ritiene che “fissare la data del rientro senza fissare il compito è un errore tipico della sinistra più estrema. Il 2011 nella nostra proiezione è la data in cui vengono ritirati i nostri militari che operano in prima linea, dopo potranno rimanere solo gli addestratori. Ma per ottenere questo risultato si deve conquistare il territorio da qui al 2011, e per questo deve aumentare la sicurezza. Credo che sia realistico mettere in condizioni l’esercito afgano di controllare da solo il territorio, se noi non fossimo lì il terrorismo sarebbe più vicino alle nostre case”.
FASSINO (PD): “DISCUTIAMONE”. Il Partito Democratico si dice pronto a discutere in Parlamento del possibile rafforzamento della la sicurezza per i militari italiani in Afghanistan. Lo dice Piero Fassino, responsabile esteri del Pd, al programma di Lucia Annunziata. “Il problema è delicato e va affrontato con responsabilità e discusso in tutti i suoi aspetti. Penso che il Parlamento debba discutere escludendo provvedimenti propagandistici che non servono per la sicurezza vera dei nostri militari e valutando attentamente i rischi di cui ha parlato il ministro. – dice l’esponente del Pd – È sbagliato parlare di guerra perché c’è una differenza sostanziale tra chi fa la guerra e una missione di pace. Dei 34 soldati morti in Afghanistan nessuno è caduto in un’azione bellico offensiva. Noi non siamo là per fare la guerra”.
DURA REAZIONE DI IDV E SINISTRA. La proposta del ministro La Russa scatena invece una dura reazione da parte di Idv, Federazione della sinistra e Verdi. “Le dichiarazioni del ministro ‘della Guerra’ La Russa e di quello ‘delle Colonie’ Frattini sono anacronistiche e irresponsabili. – dice Felice Belisario, presidente dei senatori dell’Idv – La loro posizione bellicosa non considera minimamente l’esposizione al serio pericolo di rappresaglie per il nostro esercito, che teoricamente dovrebbe essere impegnato in una missione di pace e che invece ha già subito la perdita di 34 giovani vite. Se è una missione di pace, La Russa mandi suo figlio a sganciare le bombe dagli aerei”. Per Luigi de Magistris (Idv) “il governo deve impegnarsi a discutere in Parlamento una exit strategy invece di avanzare proposte irresponsabili che esporrebbero la popolazione civile al rischio di nuovi bagni di sangue”. Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc/Federazione della Sinistra, propone a La Russa uno scambio: “Dato che chiama sciacalli quanti propongono il ritiro dall’Afghanistan, vada in Afghanistan e a noi rimandi indietro tutti quanti i nostri militari vivi e vegeti”. Anche per Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, “La Russa e Frattini sono degli irresponsabili: giocano a fare i dottor Stranamore con le bombe in Afganistan”.